La Bibbia: una biblioteca di libri

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NUOVA RUBRICA

Alla scoperta della Bibbia (1) – di Gastone Boscolo

La Bibbia: una biblioteca di libri

Bibbia è il modo in cui noi cristiani indichiamo la Scrittura, gli ebrei usano invece il termine Tanàk, che deriva dalle iniziali delle tre parti in cui è suddivisa la Bibbia ebraica: Toràh [= Legge], Neviìm [= profeti], Ketuvìm [= scritti]. Il termine Bibbia deriva dalla lingua greca: dal greco biblìa si è passati al latino bìblia e quindi all’italiano Bibbia. La Bibbia è una piccola biblioteca di 73 libri scritti in diverse lingue (ebraico, aramaico e greco), e si è formata lungo un arco di tempo che va dal IX sec. a.C. fino alla fine del I sec. d.C.

Questa raccolta di libri è suddivisa in due parti di ampiezza diversa. La prima, più estesa (46 libri), è detta Antico Testamento; la

seconda Nuovo Testamento (27 libri). L’AT è a sua volta suddiviso in: Libri storici, profetici e sapienziali; il NT invece è suddiviso in: Libri storici (Vangeli e Atti), didattici (Lettere) e profetici (Apocalisse). L’Antico Testamento è caratterizzato dal racconto della vicenda storica del popolo di Israele. Il Nuovo Testamento contiene la predicazione di Gesù (Vangeli) e degli apostoli (Atti, Lettere, Apocalisse), che completano la rivelazione che Dio ha fatto di se stesso nell’Antico Testamento.

Il termine «testamento», usato per indicare le due parti della Bibbia, non è molto felice e non va inteso nel senso di ultime volontà di una persona. Dietro questo termine infatti c’è la parola ebraica berith, che significa «patto», «alleanza», una parola che percorre tutto l’Antico Testamento e che esprime il legame particolare che unisce Jhwh al suo popolo. Dio e l’uomo s’impegnano reciprocamente, diventano amici, fanno alleanza. Sarebbe quindi meglio parlare di antica e nuova «alleanza» piuttosto che di antico e nuovo «testamento». La antica alleanza riguarda il patto che Jhwh stabilì con il popolo di Israele; la nuova alleanza invece è lo stesso rapporto esteso, in Gesù, a tutti i popoli. Si potrebbe quindi anche dire che l’unica alleanza è stata resa nuova in Gesù.

C’è una profonda unità tra le due alleanze, in quanto la prima è annuncio, promessa e preparazione della seconda. Quindi tra Antico e Nuovo Testamento non c’è «frattura», ma «continuità». Queste due grandi parti della Bibbia si illuminano a vicenda: è impossibile penetrare l’una senza la luce dell’altra. Questo è anche il criterio che segue la liturgia nella Messa domenicale: la prima lettura contiene un testo dell’AT che trova nel brano del vangelo il suo pieno significato. Già Sant’Agostino scriveva: il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico e l’Antico diventa chiaro nel Nuovo. L’antica alleanza mantiene anche oggi tutto il suo valore e fa parte dell’unica storia della salvezza, attraverso la quale Dio ha chiamato e chiama Israele e i cristiani a farsi segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini.

Oggi si preferisce chiamare l’Antico Testamento: Primo Testamento o Prima Alleanza (cfr. Eb 8,7), per sottolineare sia la sua priorità temporale rispetto alla «nuova» alleanza, sia la sua permanente validità (cfr. Dei Verbum, 14-16). La Bibbia, per ebrei e cristiani, è innanzitutto «il libro» che contiene la «Parola di Dio», una parola che salva e converte l’uomo. La Bibbia è anche il «libro della fede», il libro che contiene tutto ciò che è necessario per «camminare verso Dio» e giungere alla salvezza. (1. continua) (Gastone Boscolo)

 

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 46 dell’8 dicembre 2013