DON BOSCO A PORTO VIRO

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DON BOSCO A PORTO VIRO

-Don Bosco “ospite” a Porto Viro

-Concluso l’Anno della Fede con le reliquie

-Il commiato e il percorso verso la cattedrale

 

 

 

 

 

 

L’urna del santo accolta a San Giusto e a Scalon dai Salesiani e dalla popolazione

Don Bosco “ospite” a Porto Viro

Dal 22 al 23 novembre don Bosco, con lo slogan “È qui”, è stato ospite a Porto Viro nel suo tour organizzato per visitare tutti i luoghi dove lavorano i suoi figli salesiani. Arrivato alle 15 dopo esser partito da Mogliano, “prelevato” dal parroco di Scalon don Agostino con al seguito il primo direttore don Giulio (fondatore dell’oratorio nel 1978 dell’allora Donada) e i confratelli don Davide Bortolaso, don Gianni Bazzoli, don Lino Giovannini e don Grazich. Il corteo è iniziato in piazza “Caduti triestini” preceduto dalla Banda cittadina con in testa il gonfalone comunale retto da membri della Protezione civile locale presieduta da Paolo Galli, mentre il servizio d’ordine era affidato alla Polizia locale. Davanti alla teca con l’immagine al naturale del Santo contenente il braccio destro, il sindaco Geremia Gennari con l’assessore Doriano Mancin e, quasi come scorta, i carabinieri in alta uniforme con “lanterna”, il m.llo della locale stazione Salvagnin in abiti civili, il suo vice Devis Casadei, il comandante di Compagnia Papasodaro.

Don Agostino ha presentato a san Giusto lo spirito di don Bosco ricordando: “L’inizio della sua opera è cominciato con un’Ave Maria. Siamo qui per chiedergli tutti i doni di cui abbiamo bisogno”. Posizionata su di un carro, la “Teca” è stata portata in chiesa, processionalmente, da ragazzi, giovani e popolo, e posizionata davanti all’altare. Don Nicola, direttore dell’oratorio, ha simpaticamente ha rievocato lo stile di don Bosco: “Le preghiere siano brevi ma intense”. Si sono alternati letture e canti del coro diretto dalla giovane Greta Frasson e con alla chitarra Mariarita Donà. Presenti anche alcuni sacerdoti di altre parrocchie come don Michele Mariotto, con un manipolo di ragazzi, don Benvenuto Orsato, don Alberto Ferro, testimonianza del carisma del Santo anche oltre i confini dell’evento particolare. Si è pensato opportuno poi conferire il sacramento della “Unzione degli anziani e dei malati” (unzione con l’olio santo sulla fronte e sulle mani) da parte di don Agostino e don Carlo accolta con devozione e ampia partecipazione. (Francesco Ferro)

 

 

VICARIATO DI LOREO. Convenuti in chiesa a Scalon tutti i sacerdoti e molti fedeli

Concluso l’Anno della Fede con le reliquie

L’ostensione della reliquia di san Giovanni Bosco nei giorni 22 e 23 novembre nella parrocchia di Scalon di cui è parroco il salesiano don Agostino vicario foraneo di Loreo si è rivelata nel pomeriggio del 22 occasione propizia per celebrare la conclusione dell’Anno della Fede 2013 per il Vicariato. Presidente della concelebrazione il vescovo Adriano con ai lati il vicario generale della Diocesi mons. Francesco Zenna e don Agostino, presenti gli altri sacerdoti operanti in Vicaria: i salesiani don Nicola, don Dino, don Carlo, il provicario don Renato (Donada), don Giuseppe (Contarina), don Angelo Vianello (Loreo), don Oscar (Ca’ Cappellino), don Corrado (Taglio di Donada), padre Marzio della Comunità missionaria di Villaregia, don Lino (Rosolina), don Sergio Bergamo (parroco emerito di Contarina), don Massimo (Albarella), don Giovanni Natoli (Volto di Rosolina), don Gastone, don Benvenuto e don Paolo (Scardovari), assistiti dai diaconi don Agostino, don Simone e dal seminarista Emil. Assente don Rino per i postumi di una caduta. Anche in questa circostanza Guardia d’onore dei Carabinieri e le Autorità cittadine e tante, tante persone tanto che don Agostino, con grande soddisfazione, ha detto: “Più che nella notte di Natale”. Santa Messa allietata e guidata dal Coro parrocchiale diretto dal m° Paesanti e all’organo il m° Dinarello. Se don Agostino ha dato il “benvenuto” ai ragazzi (i prediletti di don Bosco), alle autorità e ai fedeli ed estimatori del Santo, il Vescovo ha incentrato il suo intervento sulla parola di san Paolo: “Accogli il dono che ti è stato fatto. Dona allora la Fede che hai accolto”. La celebrazione della santa Messa è stata quasi un tripudio di emozioni palpabili in tutti. Infine, invitato dal parroco a prendere la parola dall’ambone, il Sindaco ha rimarcato come si tratti di un evento unico che resterà nella storia della città e che esalta l’azione impagabile dei Salesiani nel nostro territorio sia sul fronte della Fede che della convivenza civile.

Con la proposta di murare a san Giusto ed in chiesa una lapide a ricordo. Giusto segnalare come le molte iniziative allestite abbiano trovata la piena e convinta collaborazione dell’Amministrazione comunale.   (Francesco F.)

 

 

Il commiato e il percorso verso la cattedrale

E così è arrivata la giornata della partenza dell’urna contenente la reliquia di san Giovani Bosco (il braccio destro che ha impartito migliaia di benedizioni) dopo la breve sosta nell’Oratorio san Giusto e nella parrocchia di Scalon. E se la sera precedente è stato oggetto di venerazione fino alle ore 2 da parte di tanti fedeli, all’alba del mattino di questo 23 novembre dopo la recita delle “Lodi”, alle ore 8.30 si è data “la stura” all’effervescente preghiera riservata ai ragazzi imbastita sullo slogan “San Giovanni Bosco è qui con noi” da don Nicola direttore dell’Oratorio con i suoi collaboratori. Ad impreziosire la preghiera Sua Ecc. Mons. Dino De Antoni arcivescovo emerito di Gorizia, sacerdote nato a Chioggia dove è vissuto ed ha esercitato molte mansioni, compresa quella di vicario generale. Grazie alla disponibilità del preside prof. Leopoldo Beltrame (concesse due ore di sosta) erano in chiesa i ragazzi delle elementari, e non solo, con i loro insegnanti e ancora tante persone. Durante la preghiera è stata insegnata una ricetta consigliata da don Bosco al “giovane” san Domenico Savio: primo ingrediente l’allegria; secondo ingrediente i doveri di studio e di preghiera; terzo ingrediente: far del bene agli altri. E in un battibaleno (così è parso a tutti) i minuti sono trascorsi veloci. Sono arrivati poi gli incaricati del trasporto dell’urna che hanno sospinto (sotto una pioggia battente, diversamente dal giorno dell’accoglienza avvenuta sotto un sole splendente) il carro attrezzato sul furgone per trasferirla a Chioggia ma non senza sostare prima brevemente nella chiesetta del Monastero delle suore Clarisse in via Marconi. (F. Ferro)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 45 del 1° dicembre 2013