Appartenenza alla Chiesa e responsabilità

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Appartenenza alla Chiesa e responsabilità

CARITAS. Luvigliano 26-27 ottobre. Proposte formative   rivolte a chi già lavora nel “sistema Caritas” e a chi per la prima volta si affaccia al mondo dell’impegno ecclesiale.

Da diversi anni il week end residenziale di fine ottobre si configura come una piccola sorta di ‘carta d’identità’ della Caritas Diocesana, dove si fa il punto sulla situazione. Si tratta di dare uno sguardo al passato, su ciò che è stato fatto, ma, ancor di più, di guardare al nostro futuro. Molte sono le attività in cantiere – alcune già in atto – che marcano l’importante dimensione formativa che la Caritas sta assumendo in Diocesi. Dimensione formativa, che nel linguaggio Caritas vuol dire prospettiva pedagogica ed educativa, significa che sempre più nei luoghi del territorio diocesano (comuni e parrocchie) la presenza Caritas si rende visibile nel Centro di Ascolto e nell’attività della Caritas parrocchiale o vicariale.

 

 Il desidero di conoscere, capire, approfondire il senso e il significato della Caritas è risultato evidente anche nel Corso Base svolto a Porto Viro che ha visto una buona partecipazione di persone provenienti dalla zona del Rodigino e da Chioggia. I momenti formativi, le ipotesi di lavoro, gli approfondimenti tematici, la collaborazione con esperienze di prossimità presenti e operanti in diocesi potranno rappresentare luoghi e spazi dove la dimensione caritativa acquista quello che spesso chiamiamo “approccio vocazionale”. Infatti, dove i nostri ragazzi e i nostri giovani, ma anche gli adulti, potranno essere aiutati a leggere la propria vita se non in esperienze di prossimità minimamente strutturate?

In questo senso allora il tema della corresponsabilità è ineludibile e si rapporta strettamente con le linee pastorali che ci sono state consegnate nel corso dell’apertura dell’anno pastorale, domenica 22 settembre, in cattedrale a Chioggia. Sarà quindi sulla tematica dell’appartenenza alla Chiesa locale e della conseguente responsabilità di tutto il popolo di Dio, che verterà il week end di Luvigliano. Come gli anni scorsi il tempo – dal tardo pomeriggio del sabato fino al pranzo della domenica – sarà distribuito tra incontri, riflessioni, momenti di confronto in piccoli gruppi, momenti di restituzione in assemblea e la domenica mattina la celebrazione eucaristica. Luvigliano l’abbiamo definito spesso un “laboratorio” dove si cerca di far unità di esperienze di carità e di Caritas che – pur nella non grande estensione della nostra diocesi – sono spesso plurime e con diversi approcci culturali. Farà da guida in questo breve percorso il prof. Mario Ometto, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Padova, esperto in ecclesiologia e conoscitore del Concilio Vaticano II. Come tutti i laboratori le persone che parteciperanno potranno essere identificate in chi già lavora nel ‘sistema Caritas’ e in chi per la prima volta si affaccia a questo particolare mondo d’impegno ecclesiale; verrebbe da dire che forse la partecipazione a Luvigliano è il modo migliore per “entrare” in Caritas, così come la partecipazione al Corso Base proposto dalla Caritas Italiana si è rivelato una formidabile occasione per formare anche tanti nostri operatori in diocesi. Come è stato spesso discusso, la Caritas diocesana ritiene questa proposta formativa un vero e proprio investimento di conoscenza e per alcuni anche di responsabilità nella Caritas stessa; per questo motivo abbiamo sempre ritenuto opportuno offrire non solo le relazioni e le idee, ma anche lo stesso soggiorno nella Casa delle Suore Dorotee che ci ospitano; tutto questo grazie alla quota dell’otto per mille che la diocesi mette a disposizione della Caritas Diocesana. I soldi spesi per la formazione sono il migliore investimento sulle persone e per il servizio da condividere nella Chiesa locale. La partecipazione anche negli anni passati è sempre stata buona, ma i posti sono limitati e per dare a tutti la possibilità di partecipare chiediamo (dove sarà possibile) di restringere la partecipazione alle sole persone adulte e – ancor di più – di non dare disdette all’ultimo momento (a meno che non ci siano veri e propri impedimenti).

Per iscriversi ci si mette in contatto solo e soltanto con la segreteria centrale e si chiede del sig. Attilio Gibbin (tel 041 403066). (m. c.)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 39 del 20 ottobre 2013