“La Chiesa è madre… indica la via”

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“La Chiesa è madre… indica la via”

Cento pellegrini da varie parrocchie , accompagnati da don Giovanni Natoli, a Roma per la visita alla città e per l’udienza di papa Francesco - La catechesi del papa e l’abbraccio ad un non vedente di Volto di Rosolina

Un centinaio di pellegrini, provenienti da varie parrocchie della diocesi e non solo, hanno partecipato, mercoledì 18 settembre all’udienza generale di Papa Francesco in piazza San Pietro. Accompagnati da don Giovanni Natoli, parroco di Volto di Rosolina, i partecipanti hanno vissuto tre giorni di spiritualità e cultura, visitando i luoghi più caratteristici della Città eterna e pregando, nell’anno della fede, all’altare di Pietro. Commovente l’udienza del giorno 18 nella quale il Papa, come aveva fatto la settimana prima (11/09), ha illustrato la nozione della Chiesa come madre, che evidentemente non sostituisce ma completa altre nozioni – popolo di Dio, corpo di Cristo, tempio dello Spirito Santo – presentate nelle catechesi precedenti.

 

«A me piace tanto questa immagine – ha detto Francesco -: mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa, questa nostra madre Chiesa». Come fa spesso, il Papa ha diviso la sua catechesi in tre parti, corrispondenti a tre modi di agire sia delle madri nelle nostre famiglie sia della Chiesa come madre.

In primo luogo, una madre insegna, e la Chiesa è madre perché insegna, indica la via, il che comporta anche ammonire i figli quando la via per cui si stanno mettendo è sbagliata. Una madre «cerca sempre di indicare la strada giusta nella vita per crescere e diventare adulti. E lo fa con tenerezza, con affetto, con amore, sempre anche quando cerca di raddrizzare il nostro cammino perché sbandiamo un poco nella vita o prendiamo strade che portano verso un burrone». La mamma questo «non l’ha imparato dai libri, ma l’ha imparato dal proprio cuore. L’Università delle mamme è il loro cuore!».

Nello stesso modo la Chiesa «orienta la nostra vita, ci dà degli insegnamenti per camminare bene», il che comporta necessariamente anche mostrarci quali sono i modi sbagliati di camminare. «Pensiamo ai dieci Comandamenti: ci indicano una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nel nostro modo di comportarci». Francesco ha ripetuto quanto aveva affermato nel videomessaggio per l’iniziativa del Rinnovamento nello Spirito «Dieci piazze per dieci comandamenti»: oggi molti rifiutano i dieci comandamenti perché il clima culturale non accetta i «no», ma dietro a ogni «no» di un comandamento c’è un «sì». «Voi potrete dirmi: ma sono dei comandi! Sono un insieme di “no”! Io vorrei invitarvi a leggerli – forse li avete un po’ dimenticati – e poi a pensarli in positivo. Vedrete che riguardano il nostro modo di comportarci verso Dio, verso noi stessi e verso gli altri, proprio quello che ci insegna una mamma per vivere bene. Ci invitano a non farci idoli materiali che poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad essere onesti, a rispettare l’altro… ».

Secondo: una madre ama e incoraggia, anche quando i figli sbagliano, il che non significa chiudere gli occhi di fronte agli errori ma farli notare e correggerli con discrezione e amore. Ai figli «a volte, capita anche di uscire di strada, capita qualche incidente. La mamma sempre, in ogni situazione, ha la pazienza di continuare ad accompagnare i figli». In spagnolo, ha spiegato Francesco, si dice «che una mamma sa “dar la cara”. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che una mamma sa “metterci la faccia” per i propri figli». E anche «la Chiesa è così, è una mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano». La Chiesa «offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo». In questi casi la Chiesa «non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza; la Chiesa non ha paura di entrare nella nostra notte quando siamo nel buio dell’anima e della coscienza, per darci speranza! Perché la Chiesa è madre!».

Terzo: una madre «sa anche chiedere, bussare ad ogni porta per i propri figli, senza calcolare, lo fa con amore. E penso a come le mamme sanno bussare anche e soprattutto alla porta del cuore di Dio!». Francesco è tornato sulla sua personale devozione a santa Monica (331-387), che tanto fece e pregò per la conversione del figlio sant’Agostino (354-430): «Quante preghiere ha elevato a Dio quella santa mamma per il figlio, e quante lacrime ha versato!». Come tante mamme, così fa anche la Chiesa: non si stanca di pregare, «mette nelle mani del Signore, con la preghiera, tutte le situazioni dei suoi figli». Anche noi dunque, «confidiamo nella forza della preghiera di Madre Chiesa: il Signore non rimane insensibile. Sa sempre stupirci quando non ce l’aspettiamo. La Madre Chiesa lo sa!».

Emozionante è stato l’abbraccio e il bacio tra il Papa, Enrico non vedente e la mamma Elisa che vicinissimi al Santo Padre hanno potuto constatare l’amore e la passione di Francesco per il popolo di Dio, specialmente verso le persone diversamente abili e ammalate. Un grazie a don Giovanni, a Laura Grossato, a Franceschina Avanzi per l’organizzazione e a tutti i partecipanti che hanno sopportato gli inevitabili disagi dovuti al grande afflusso di pellegrini.     (Gina)

Nella foto: l’intenso momento tra il Papa, Enrico e la mamma.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 37 del 6 ottobre 2013