Festa di San Rocco

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Particolarmente venerato a Ca’ Bianca e a Rosolina

Festa di San Rocco

Venerdì 16 agosto nella parrocchia di Ca’ Bianca, intitolata alla B.V. del Rosario, nella festa di san Rocco compatrono della frazione, il vescovo Adriano ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata dal parroco don Mario Bruson e dal canonico Carlo Cattozzo, quest’ultimo nativo di Ca’ Bianca e già parroco della località. Al solenne rito liturgico, che ha visto una numerosa presenza di fedeli, figuravano il vice sindaco di Chioggia dr. Maurizio Salvagno e il comm. Giorgio Aldrighetti, decorato pontificio e dell’Ordine di Malta. Nel corso della Liturgia, la bella corale parrocchiale ha eseguito appropriati canti, mentre la bandiera municipale, scortata da agenti P.L. in grande uniforme, spiccava ai piedi dell’altare. Al termine della Santa Messa si è formato il corteo processionale

per deporre, come da tradizione, un omaggio floreale ai piedi della lapide che ricorda i Caduti in guerra della frazione. Un apposito comitato ha organizzato la suggestiva sagra paesana dal 13 al 18 agosto.

San Rocco nacque a Montpellier, presumibilmente nel 1345, e intorno ai vent’anni, orfano dei genitori, dopo aver venduto i suoi beni, lo vediamo pellegrino, con il desiderio di portarsi a Roma a pregare sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Lungo l’itinerario si ferma in varie località a prestare soccorso a numerosi appestati, mentre a Roma lo troviamo, tra l’altro, all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo egli tracciò sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo porporato a presentare San Rocco al pontefice; l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano del Santo. Lasciata la città eterna, sulla via del ritorno, a Piacenza, lo vediamo assistere gli ammalati, finché scopre di essere anch’egli colpito dalla peste. Scacciato dalla gente, si allontana dalla città rifugiandosi in un bosco vicino a Sarmato, nei pressi del fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo padrone, seguendolo, scopre il rifugio del Santo. Dopo la guarigione, San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Muore, invece, a Voghera il 16 agosto 1379 e sulla sua tomba comincerà subito a fiorire il culto per l’amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Il Concilio di Costanza nel 1414 invocò San Rocco per la liberazione dalla epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari e, nel tempo, numerose chiese, confraternite e città vennero intitolate al suo nome, con un fervente culto che dura sino ad oggi. In diocesi San Rocco è festeggiato come compatrono anche nella parrocchia di Rosolina, dove si è svolta la tradizionale sagra e dove il vescovo ha presieduto messa e processione in serata.   (G.A.)

 

Nella foto: statua lignea di San Rocco di Filippo De Porris (sec. XVII) nell’omonimo altare della cattedrale di S. Maria Assunta a Chioggia; sullo sfondo tela della Sacra Famiglia, opera del Cherubini (1908)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 32 del 1° settembre 2013