Rosone a Chioggia e a St. Albans

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Rosone a Chioggia e a St. Albans

La Storia è un continuo intrecciarsi ed evolversi di storie (con la “S” minuscola) che, a volte, deviano gli studiosi da una corretta interpretazione degli eventi, ma a volte anche aiutano a dare una chiave di lettura per decifrare, illuminare e trovare una motivazione ad eventi, che altrimenti rimarrebbero incomprensibili. Ne è un esempio il legame che in modo ricorrente collega la Chioggia medievale con St. Albans e la sua celebre abbazia nell’Hertforshire (vicino Londra). Le due città anche recentemente, nonostante le notevoli distanze e le sostanziali differenze territoriali, linguistiche e culturali che le separano, sono state poste fra loro in relazione in quanto entrambe legate ad un sottile filo conduttore che passa attraverso la nebbiosa storia di età medioevale alla quale risalgono i loro antichi Orologi-Astrari. Questi anche recentemente sono stati al centro

dell’attenzione di studiosi internazionali in quanto si tratta di misuratori del tempo e del moto degli astri tra i più antichi esistenti, probabilmente realizzati in tempi fra loro piuttosto vicini. In comune fra Chioggia e St. Albans è sicuramente il fatto che nel XIV secolo in entrambe le città risiedeva il fior fiore dell’intelligenza tecnica europea che studiava e operava per riprodurre meccanicamente i moti celesti degli astri e, in relazione a questo contesto, venivano anche scientificamente studiate cause e moti dei flussi e riflussi delle maree. I riferimenti principali di questi studi e della realizzazione delle relative applicazioni furono: John e Richard di Wallingford a St. Albans e la famiglia Dondi dall’Orologio a Chioggia. Non abbiamo documenti probanti che tra questi ci fosse una corrispondenza diretta, ma i tempi e le analogie, talvolta sorprendenti, sembrano suggerire che la presenza dei conventi cistercensi, attivi in entrambe le località, veri e propri depositari del sapere medioevale, possa avere avuto una funzione di rete d’informazione, diffusione e scambio delle nuove conoscenze, che in qualche modo sembra, naturalmente con tutti i distinguo del caso, paragonabile all’attuale Internet. Proprio in questi giorni con l’inaugurazione della chiesa di S. Pietro e Paolo si è aggiunto un nuovo filone di ricerca, legato alla simbologia matematica ed in particolare alla connessione della serie di numeri primi con l’ambito del sacro proprio della religione cristiana. In particolare, osservando il rosone della chiesetta, si è rilevato che questo presenta una partizione interna con settori uguali determinati da nove raggi. Non ci sarebbe nulla di strano in ciò, ma si dà il caso che il rosone con 9 raggi (settori) risulta una rarità, almeno dalla rapida ricerca finora svolta in campo architettonico religioso. Peraltro, devo riferire che un tipo di ripartizione in settori di questo genere risulta presente anche nel rosone di facciata dell’abbazia di St. Albans, seppur costruito e dimensionato in tempi e modalità diverse. Precisato che questo riscontro è del tutto casuale in quanto non supportato da alcun elemento né architettonico, né temporale che possa suggerire parallelismi ed analogie, resta comunque il fatto curioso che ho ritenuto di condividere con i lettori. Per quanto riguarda il rosone della chiesa chioggiotta, il numero 9 dei raggi sembra seguire una logica matematico-simbolista che ha un suo intrinseco valore evocativo. A mio giudizio il rosone di Chioggia, così come è settorializzato, sicuramente risponde a canoni di carattere religioso e/o astronomico. I nove settori potrebbero infatti rappresentare le Beatitudini (Mt. 5,3), ma il loro numero per alcuni è 8, per altri è 9 includendo anche “Beati voi, che…”.     Un po’ più sicuri siamo nel campo astronomico medievale. Le sfere celesti sono 9: Terra, Luna, Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse. L’Empireo le avvolge tutte. E così pure – secondo l’angelologia classica – sono 9 i cori angelici.   Dal punto di vista costruttivo-architettonico, in altri casi, il centro del rosone ha una statuetta, che potrebbe essere il Cristo. Nel nostro rosone il centro è vuoto; il motivo potrebbe essere la ridotta superficie per il passaggio della luce. A St. Albans i rosoni sono stati restaurati nel sec. XIX da Grimthorpe. I pareri sono discordi e tendenzialmente si esclude in modo aprioristico ogni analogia religiosa nella simbologia dei rosoni, per il semplice motivo che Grimthorpe era luterano. Ma è facile obiettare che un riferimento all’astronomia medievale non avrebbe leso alcuna sensibilità religiosa, anzi avrebbe supportato convenientemente la libertà dell’artista nella sua espressività. Rimane pertanto incerto il motivo della scelta del numero 9. Un altro confronto significativo tra le due chiese lo troviamo nella geometria della facciata: la nostra è divisa da tre lesene che nella parte alta hanno 3 archi (3+3+3 = 9). L’abbazia inglese ha 3 entrate nella cui parte superiore sono presenti 3 cerchi (3+3+3 = 9). Conclusione: il Medioevo non finisce mai di stupirci. Troppo a lungo lo abbiamo considerato retrivo e oscurantista. Ma in realtà allora si andavano preparando le radici che avrebbero dato vita alla grande cultura del Rinascimento europeo. E Chioggia ha dimostrato concretamente di aver dato il suo notevole contributo. Rivolgo un appello ai lettori: se in questo periodo di vacanze in qualche altra città trovate un rosone a 9 raggi, vi chiedo di segnalarlo perché talora da semplici indizi accumulati, applicando specifici criteri di ricerca, si possono trovare chiavi di lettura che il tempo, gli attuali costumi, la profondità della ricerca particolarmente mirata spesso non sono interessati ad intercettare e chiarire. (Aldo Bullo)

Nelle foto in alto: le facciate della chiesa di St. Albans e di quella dei Ss. Pietro e Paolo (S. Pieretto); seguono, a sinistra, il rosone di St. Albans e a destra quello di S. Pieretto

 

 

da NUOVA SCINTILLA 27 del 7 luglio 2013