Si riapre al culto la chiesa di San Pieretto

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L’inaugurazione sabato prossimo 29 giugno

Si riapre al culto la chiesa di San Pieretto

La chiesetta di San Pieretto e l’adorazione del Crocifisso (intervento del vescovo Adriano)

Volgono al termine in questi giorni i lavori di restauro e di arredo nella chiesa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Il restauro è stato caldeggiato fin dai primi mesi del suo servizio episcopale a Chioggia dal vescovo Adriano (che ne parla espressamente in un suo intervento a pagina 15 di questo stesso giornale, ndr). Non solo si è prodigato nel sollecitare l’iter burocratico, ma ha indicato anche le piste per il reperimento dei contributi necessari: CEI (fondo otto per mille), Regione (L.R. n. 27/03, art. 53, comma 7; L.R. 2/01 – D.G.R.V. n. 1334, 3 agosto 2011) e Diocesi. Nel corso dei lavori è sopraggiunto un apporto dell’Associazione Artigiani di Chioggia con un contributo della C.E.A.V. Lo stesso mons. Adriano ha designato la destinazione d’uso dell’antica architettura rinnovata: fungerà da Cappella per

l’adorazione del Crocifisso, visto che la vicina cattedrale ne è sprovvista e ‘San Pieretto’ si affaccia immediatamente al Campo del Duomo.

La chiesetta sarà benedetta ufficialmente e aperta al culto il 29 giugno, nella festa dei Ss. Pietro e Paolo, dopo la S. Messa delle ore 18 in cattedrale. Quindi rimarrà aperta quotidianamente dalle ore 9 alle 18, per consentire ai fedeli e ai visitatori una sosta meditativa ai piedi del Crocifisso tardo-rinascimentale, sospeso sopra l’altare.

Per l’occasione lo stesso vescovo ha promosso una pubblicazione – poco più di 70 pagine – dal titolo “La chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo. 1431”. Raccoglie quattro studi, stilati rispettivamente da mons. A. Tessarollo, dal prof. S. Perini, dall’ing. G. Vianello e da don G. Marangon, con prefazione del Capitolo della Cattedrale.

I lavori di restauro, iniziati nel novembre 2011, si sono conclusi per la festa dei Patroni Felice e Fortunato. Ora si sta ultimando l’arredo con l’intronizzazione del Crocifisso e la collocazione dell’altare in trachite (un’antica vera da pozzo). Così la chiesetta gotica continuerà ad affascinare con l’elegante semplicità della facciata e l’austerità del suo interno. (G. Marangon)

 

 

 

Per sostare in ascolto del messaggio che viene dal Cristo in croce

La chiesetta di San Pieretto e l’adorazione del Crocifisso

Oltre tre anni fa venne da me un gruppo di persone che erano preoccupate di fare qualcosa perché era stato fatto ricorso in Europa perché fosse rimosso il Crocifisso nelle scuole e negli ambienti di uso civile. Mentre si valutavano insieme le possibili iniziative da promuovere, mi venne alla mente che la cosa migliore sarebbe stata quella di favorire e promuovere una comprensione sempre più profonda del messaggio di amore e di speranza che il Crocifisso può suscitare nel cuore dei credenti cristiani, ma, se compreso correttamente senza opzioni ideologiche, anche per ogni uomo di buona volontà e aperto al dialogo e al confronto anche con idee, opinioni e fedi diverse. Mi balzò alla mente che era in progetto il probabile recupero della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, quasi antistante al Duomo, che era da diverso tempo in notevole degrado e destinata a diversi usi. Perché non offrire ad una città come Chioggia, tradizionalmente legata alla devozione al Crocifisso, un luogo alla portata di mano per una possibile preghiera e adorazione del Crocifisso? (La chiesa, che non è parrocchiale, è strettamente destinata a questo uso). Certo che c’è la chiesa di San Domenico, col solenne Crocifisso, ma essa resta un po’ fuori mano’ per offrire opportunità di preghiera, soprattutto personale, più immediata, ad ogni passante!          Devo dire che mi sono fatto ‘pellegrino’ per cercare un Crocifisso che per misure e qualità fosse di aiuto alla pietà e alla preghiera popolare. Voglio quindi rivolgere un ringraziamento alla comunità parrocchiale di Porto Levante che volentieri ci ha offerto il Crocifisso, che, pur appartenente al Seminario, era stato donato per essere appeso nell’abside della loro chiesa. Peraltro, con il contributo di un donatore di quel gruppo che era venuto da me per promuovere l’amore e la devozione al Crocifisso, abbiamo potuto provvedere un altro Crocifisso delle medesime dimensioni, opera pregevole di un artista della Val Gardena, che ben si adatta alla recente chiesa di Porto Levante. Naturalmente un ringraziamento a quanti hanno reso possibile il recupero strutturale, esterno e interno della chiesa, con i loro notevoli contributi. Ora in Piazza Duomo lo sguardo può completare il giro dei monumenti religiosi che le fanno corona: duomo, torre campanaria, chiesetta di san Martino e ‘san Pieretto’. All’interno della ‘chiesetta’, semplice e armoniosa nelle forme e austera nella decorazione, si impone, pendendo dalla volta dell’abside, un magnifico “Cristo in croce”. E’ il Crocifisso quindi ad attirare l’attenzione del visitatore. Mi auguro che ogni uomo e donna di fede, di passaggio per il centro di Chioggia, preoccupato dai molti pensieri e agitato per le molte cose (come dice Gesù a Marta in Lc 10,41), goda dell’opportunità di sostare “ai piedi di Gesù” (come la sorella Maria in Lc 10,39) per qualche tempo, in adorazione di Cristo Crocifisso, cioè in ascolto adorante del messaggio che quel “Cristo crocifisso” lancia a ciascuno. “O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guardate, se c’è un dolore simile al mio. Fermatevi, popoli tutti, e guardate il mio dolore, se c’è un dolore simile al mio” (Lam 1,12). La contemplazione di quel dolore ha il solo scopo di rassicuraci dell’amore di Dio per noi e far nascere in noi la gioia della fede: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia” (Sal 34,9). Sotto la croce è stata posta una semplice ‘mensa’ sopra un antico ‘pozzo’ per ricordarci la stretta relazione tra il crocifisso e l’eucaristia: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”(Gv 9,51); “Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”(Gv 4,14). (+ vescovo Adriano)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 23 giugno 2013