Canti e repertori musicali

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Canti e repertori musicali

Commissione liturgico-musicale nella nostra diocesi di Chioggia 

La Commissione istituita per questo impegnativo ma straordinario campo ha mosso i suoi primi passi. Forse incerti, forse non subito mirati agli argomenti proposti. Si può sempre migliorare con l’aiuto di tutti attraverso suggerimenti e proposte o anche critiche costruttive come le lettere che sono state pubblicate sul nostro settimanale diocesano Nuova Scintilla dimostrano. In riferimento alla lettera del sig. Roberto Zennaro nel n° 22 del 2 giugno 2013 concordo pienamente con le sue osservazioni: uso degli strumenti (argomento sviluppato nel secondo incontro svoltosi a Donada dal M° Alberto Voltolina), sulle realtà liturgico-musicali delle nostre parrocchie.

 

Vorrei solo ricordare che il secondo e quarto incontro, sempre a Donada, hanno affrontato i temi “Canti e Repertori: criteri di scelta” e “Le forme musicali nella liturgia rinnovata” (reperibili presso l’ufficio della Commissione o chiedendo al Vicario Generale mons. Francesco Zenna).

In essi si è tentato di approfondire e dare dei suggerimenti, spero abbastanza precisi, sugli argomenti citati sopra, anche con qualche ascolto di canti presi da alcuni repertori presenti in alcune Diocesi italiane e da riviste musicali del settore liturgico-musicale.

I Vescovi della Commissione Episcopale per la liturgia insieme all’Ufficio Liturgico Nazionale hanno presentato e stampato un repertorio di canti per l’uso liturgico, auspicando, come dice la premessa del libro, che esso costituisca un valido contributo per la verità, la spiritualità e la dignità delle celebrazioni. Sempre nella premessa sono contenuti gli obbiettivi e i criteri che hanno guidato la selezione ed anche i limiti di tale selezione. Comunque un repertorio di canti che, se adottati, potrebbe diventare un elemento comune a tutte le parrocchie su cui lavorare e confrontarsi. Ma questo repertorio è conosciuto? Quanti animatori liturgico-musicali delle nostre parrocchie lo hanno visto o lo utilizzano? Non è perfetto e non risponde a tutte le esigenze locali, non intende soppiantare i canti già in uso e neppure impedire che vengano prodotti e messi in circolazione nuovi canti, ma intende solamente: 1) segnalare e rendere reperibili per tutti canti adatti alle celebrazioni liturgiche, partendo dalla produzione tradizionale e da quella degli ultimi decenni (canti con testi e melodie nuove, canti con testi nuovi e melodie preesistenti); 2) diffondere, mediante le scelte operate, alcuni criteri di individuazione e selezione dei canti che aiutino a scegliere in modo più attento a livello locale. Quindi liste di canti ci sono o si possono fare, ma non deve essere un pretesto per adagiarsi al già esistente o già confezionato. È necessario anche ricercare e sperimentare o comporre testi e musiche nuove adatte magari alle proprie esigenze parrocchiali.

È l’animatore musicale insieme al parroco e al gruppo liturgico, dove c’è, che deve saper scegliere per il bene e la crescita della fede e nella fede della propria comunità. Ma deve avere ben chiara e conoscere bene anche la Liturgia. Sapere cosa si celebra, chi si celebra e con chi si celebra. Infine vorrei ricordare che vi è una partecipazione dei fedeli alla liturgia interna ed esterna come ricorda l’istruzione “Musicam sacram” all’art.15; l’una non esclude l’altra. Occorre che il canto/musica liturgica appaia genuinamente ciò che deve essere e produca veramente quello che è richiesto alla sua mediazione: un canto sempre di tutti e per tutti, anche se eseguito da uno o da alcuni: mai un idioma ignoto o sconosciuto ai più. Un canto alimento di vera edificazione spirituale nutrita dai contenuti della Parola di Dio ecclesialmente riproposta; mai semplice ingrediente di supporto alla sola religiosità naturale o alimento di emozioni estatiche enfatizzate quali ascensioni misticheggianti. È quello che abbiamo tentato di fare anche nella celebrazione liturgica del 9 marzo scorso a San Giuseppe di Cavarzere al termine del corso di Formazione, come esempio pratico di quanto detto. In quella celebrazione Eucaristica non è stato fatto nessun canto/musica di Bach, Haendel o altri autori classici famosi. È stata semplicemente cantata la messa, non canti e musiche all’interno della messa. Infatti quello che ci ha guidati è stata la consapevolezza che lo scopo proprio della liturgia in canto è il coinvolgimento di tutto il popolo di Dio nel mistero di Cristo, perché ne sia santificato. La musica, anche se stupenda, concorre a ciò solo nella misura in cui si arrende al compito ministeriale richiestogli. Non può più giocare, come in passato, al gioco della “serva-padrona”. Il che vale anche per ogni animatore musicale serio. È la Chiesa che determina la fisionomia e i contenuti del suo servizio ecclesiale. È irriguardoso e ridicolo lo sforzo di arzigogolare sulle disposizioni conciliari onde trarre conclusioni “pro domo sua” (a proprio vantaggio) per avallare od eliminare dal proprio repertorio questo o quel canto, antico o moderno che sia. (Graziano Nicolasi)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 23 giugno 2013