La “chiamata” di Ermanno

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Chiesa dei Filippini. Ordinazione presbiterale dell’oratoriano don Ermanno Caccia

La “chiamata” di Ermanno

L’anno giubilare indetto dalla Congregazione dell’Oratorio di Chioggia per ricordare i 260 anni della presenza dei Filippini in città, iniziato il 18 novembre 2012, non poteva avere migliore conclusione: l’ordinazione presbiterale del diacono oratoriano Ermanno Caccia, bergamasco di nascita e chioggiotto di adozione. La “chiamata” di Ermanno a lavorare nella vigna del Signore, inserita nell’Anno della fede, è un vero dono di Dio per l’Oratorio di San Filippo Neri, per il popolo cristiano, per la nostra diocesi clodiense sempre più povera di vocazioni; una grazia propizia per tornare alle nostre origini cristiane; un pressante invito a un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.

 

Sabato 8 giugno 2013, nella chiesa dei Padri Filippini, Ermanno è diventato prete per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del nostro vescovo Adriano, durante una solenne eucaristia, largamente partecipata, alla presenza di padre Felix Selden, Delegato della Santa Sede per l’Oratorio, padre Luciano Cescon, preposito, e padre Giacomo Kielbasa, parroco dei Filippini, di una ventina di sacerdoti diocesani e religiosi, di diaconi, chierici, del sindaco avv. Giuseppe Casson, di dignitari pontifici, di rappresentanti dell’Ordine di Malta e dell’Oratorio Secolare, di Suore Serve di Maria Addolorata, di familiari, parenti e amici del festeggiato giunti appositamente dal bergamasco, mentre la corale parrocchiale “San Filippo” sosteneva egregiamente i canti.

Il vescovo Adriano, nella sua omelia, dopo aver ricordato l’esperienza dell’apostolo Paolo nei confronti dei Galati (letture del giorno), che rischiavano di non essere più fedeli all’autorevolezza del suo annunciare la Parola di Dio, ha sottolineato l’importanza per i presbiteri di vivere il proprio ministero come dono dello Spirito, nel confronto fedele con la Tradizione della Chiesa, gli insegnamenti di Gesù, le sante Scritture, senza facili offuscamenti e modernità.

In un secondo passaggio, il vescovo ha proposto, dall’episodio della vedova di Nain, lo stile di Gesù che si fa carico di chi è nel bisogno, nella solitudine, nella tribolazione. Deve così comportarsi ogni presbitero, posto a servizio degli uomini nella comunità umana; questo dovrà essere sempre l’ideale per Ermanno: se non avverranno miracoli straordinari, con la forza dello Spirito si realizzerà il miracolo dell’amore autentico, disinteressato, attento ai bisognosi. Modello per Ermanno sarà san Filippo Neri, il “Pippo buono” che nella Roma del ‘500 si prese cura di coloro che erano considerati disturbatori dell’ordine sociale o del vicinato, non per cacciarli, ma per aiutarli, per far loro sperimentare quell’amore che forse non avevano avuto in famiglia o dai vicini. Ecco l’augurio conclusivo del vescovo: l’Oratorio di Chioggia abbia a vivere questo stile, queste attenzioni, nonostante le sofferenze morali, la crisi che toccano sia i figli che i genitori, al fine di contribuire alla nuova evangelizzazione e alla trasformazione del mondo nel Regno di Dio.

La folta assemblea si è, poi, ritrovata nei locali dell’Oratorio-ricreatorio per un momento di festa, ma soprattutto per dare al festeggiato il coraggio di indossare, da subito, oltre alla stola, il “grembiule del servizio” e di mettersi a disposizione degli ultimi, dei poveri, non dimenticando gli ammalati, gli anziani, e tutti coloro che rimangono indietro e sono scavalcati da altri… (Renzo Chiozzotto)

 

 

 

Prima Messa solenne di Padre Ermanno

La comunità oratoriana e parrocchiale, all’indomani dell’ordinazione, si è stretta con gioia attorno a Ermanno Caccia, novello prete che, evidentemente commosso, ha presieduto la sua Prima Santa Messa, nella chiesa dei Filippini, celebrata con il Delegato della Santa Sede, padre Felix Selden, il parroco padre Giacomo Kielbasa, una decina di sacerdoti, presenti i suoi familiari guidati dal “suo” parroco, da un fratello e da una sorella canossiana, da amici e parenti, con l’accompagnamento di canti, fra cui l’esecuzione dello struggente “Dio del cielo, Signore delle cime”, dedicato alla memoria del padre, alpino. Nell’omelia il novello prete ha ricordato il suo primo incontro con Gesù che gli ha cambiato il modo di vivere, colmando alcuni vuoti che aveva nel cuore, finché ha iniziato a fidarsi di Dio, scoprendone la dolcezza, la voglia di abbracciarlo, di perdonarlo, portandolo sulle vere alte vette della vita. Ci è facile scoprire l’amore misericordioso di Gesù – ha evidenziato padre Ermanno – nella scena della croce e nell’agonia, nelle parabole della pecorella smarrita, in quella delle dracme, degli operai nella vigna, del figlio prodigo, nel brano delle Beatitudini… per cui il suo cuore ora si riempie di pace: Gesù è la risposta alle tante domande della sua esistenza, giunta oramai all’alba delle 44 primavere, ma orientata pienamente all’Amore di Dio. Ora egli appartiene a Gesù, avendogli risposto “sì” nel segno del servizio, pur nella consapevolezza della propria fragilità e povertà, impegnando il suo operato, attuale e futuro, a fare la volontà di Dio e ad agire sempre in comunione con Lui, da “pastore”, come fece il Servo di Dio Padre Raimondo Calcagno, di cui Ermanno sta scoprendo la santità. A tal proposito, è stato molto apprezzato – al termine della sua Prima Santa Messa – l’omaggio floreale da lui deposto sulla tomba di Padre Calcagno, come fece la sera dell’ordinazione all’altare della B. V. della Salute. Padre Ermanno celebra questa domenica 16 giugno un’altra Santa Messa solenne ad Almè (BG), suo paese natale.   (R. Chiozzotto)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 24 del 16 giugno 2013