Speciale GMG

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Speciale GMG

Chioggia ospiterà la prima GMG interdiocesana del Triveneto (iscrizioni entro l’11/6)

“Io, Te e Rio”

“Lascerà il segno…”

“Dio è lo spazio più ampio della nostra vita”

 

 

 

 

 

 

 

“Io, Te e Rio”

La grande festa della fede per la prima volta nel Nordest. Diocesi unite per celebrare la gioia del Risorto in diretta con Papa Francesco a Rio De Janeiro

«Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’incontro sia un segno di fede per il mondo intero». Papa Francesco si è rivolto con queste parole ai giovani che affollavano Piazza San Pietro, la domenica delle Palme. Un invito a raggiungere il Sudamerica per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà dal 23 al 28 luglio nella città di Rio De Janeiro. Per molti giovani Rio rimarrà solo un sogno, vista la distanza che separa l’Italia dal Brasile e visti i costi del viaggio. Un sogno che le diocesi del Triveneto hanno deciso comunque di realizzare, con “Io, Te e Rio”, la GMG interdiocesana che si svolgerà a Chioggia in concomitanza con Rio e che avrà il suo culmine sabato 27 e domenica 28 luglio. Due giorni di catechesi, liturgia, laboratori, attività sportive, teatro, e testimonianze, giochi sulla spiaggia, musica, divertimento: una festa della fede. Capofila di “Io, Te e Rio” è la diocesi di Chioggia, coadiuvata da altre quattro: Venezia, Vicenza, Concordia-Pordenone e Adria-Rovigo. All’evento partecipano anche le diocesi di Vittorio Veneto e Udine, ma non mancano giovani dal Padovano. Sarà il mare a legare Chioggia e Rio, abbracciate dallo sguardo di Cristo Redentore che domina la città brasiliana. “Io, Te e Rio” prende il via all’alba di sabato 27 luglio, punto di ritrovo e accoglienza è il centro storico di Chioggia. La mattinata sarà dedicata alla visita culturale della città e alla catechesi nelle chiese del centro: i vescovi proporranno spunti di riflessione sui temi della GMG, primo tra tutti “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. È questo il filo conduttore scelto da papa Benedetto XVI per la GMG 2013. Nel pomeriggio l’onda colorata attraverserà la città per raggiungere la spiaggia di Sottomarina, nell’area dedicata ed attrezzata all’interno dello stabilimento balneare “In Diga”, cornice suggestiva naturale per l’evento. All’imbrunire, le luci di “Io, Te e Rio” si accenderanno sulla diga di Sottomarina. Una scelta non casuale e per certi aspetti provocatoria. La diga è nota ai giovani del territorio come il luogo delle grandi feste sulla spiaggia e dell’intrattenimento, una vera e propria discoteca a cielo aperto. Ma il 27 luglio sarà proposto un modo alternativo per stare assieme. Sul grande palco si alterneranno il coro interdiocesano diretto da Matteo Del Negro, i musical di Arena Artis e testimonianze di fede di artisti vicini al mondo dei giovani. Una festa senza confini che continuerà con il collegamento con Rio De Janeiro, per partecipare alla grande veglia con il papa. I giovani trascorreranno la notte sulla spiaggia. Il risveglio con il canto, all’aurora della domenica, introdurrà la celebrazione eucaristica presieduta dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia. L’importanza del progetto è stata intuita fin da subito dal sindaco Giuseppe Casson e dall’amministrazione comunale di Chioggia che hanno dato il loro sostegno alla diocesi. (Filippo Greggio)

Per iscrizioni (entro 11/6):

www.gmgveneto2013.it; segreteria@gmgveneto2013.it;

334 9995131 – 041 400525:

Pastorale Giovanile Diocesi di Chioggia (don Damiano Vianello).

 

 

Intervista al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia

“Lascerà il segno…”

Il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, sarà per la prima volta a Chioggia domenica 28 luglio assieme ai giovani della sua diocesi per “Io, Te e Rio”, la Gmg interdiocesana del Triveneto. Sarà lui a presiedere la celebrazione eucaristica, con il vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo, sulla spiaggia di Sottomarina. Con la messa, apice dell’evento, si concluderà la due giorni clodiense.

Eccellenza, con “Io, Te e Rio” è nato un intreccio di relazioni tra le comunità ecclesiali del Triveneto che punta tutto sui giovani, sulla loro creatività e sul modo di comunicare la fede. Possiamo dire che è una bella scommessa?

“Credo sarà un’esperienza che lascerà il segno negli adolescenti. Il ritrovarsi e il parlare di Gesù, il ripensare la vita a partire da un messaggio forte, come è quello evangelico, aiuta i nostri ragazzi, ma soprattutto aiuta la nostra Chiesa a essere più immediata e più capace di comunicare la freschezza del Vangelo a una generazione di transizione che non vale meno delle altre e che ha bisogno di ancorarsi ai valori cristiani, quindi su Gesù”.

Tra i giovani c’è ancora il desiderio di incontrare Gesù? O le priorità sono altre?

“Mi ha colpito la domanda di un adolescente che si chiedeva: “Che cosa sarà del mio futuro?”. Una domanda impressionante fatta in modo schietto da un ragazzino. Questo dimostra che i giovani sanno ancora porsi le grandi domande della vita, tradotte nel modo più concreto possibile”.

Lo slogan scelto per la GMG di Rio è «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr Mt 28,19). Oggi c’è ancora bisogno di evangelizzare?

“Il vangelo va vissuto, perché si mantiene solo vivendolo. Dobbiamo riscoprire una vita cristiana reale, concreta. Penso alle pagine del Vangelo dove la comunicazione di Gesù veniva fatta da persona a persona, noi abbiamo a disposizione dei mezzi che dobbiamo usare: internet, la televisione, la radio… Sono importanti, ma guai se pensiamo di mettere in soffitta quella che è la realtà fondamentale della Chiesa e del Vangelo: dire Gesù agli altri in modo diretto a partire dalla propria esperienza di vita. Le prime pagine del Vangelo dicono che il primo incontro con Gesù genera il bisogno, da parte di chi l’ha incontrato, di comunicare questa notizia. Dobbiamo riscoprire la gioia del credere a partire dalla famiglia”.

Papa Francesco parla della GMG come della festa della croce. Un paradosso?

“Sembra un paradosso per chi non è stato educato a guardare alla croce come un’offerta d’amore. Allora la croce rimane un evento drammatico, un evento doloroso, qualcosa da evitare. Siamo stati salvati non da un omicidio ingiusto, ma da un atto d’amore. Il papa vuole portarci al significato cristiano della croce che è la premessa della risurrezione. Il papa ha colto l’essenziale. Noi dobbiamo far scoprire ai ragazzi che certe realtà, coperte da una mentalità molto umana, se vengono scoperte nella loro novità evangelica sono delle proposte che arricchiscono le relazioni umane. Se l’atteggiamento di Gesù diventasse qualche volta il riferimento del nostro modo di incontrare le persone il nostro mondo starebbe molto meglio”.

Oggi è sempre più difficile comunicare la bellezza del Vangelo?

“Sì, se guardiamo a certi disvalori, orientamenti che ci educano a pensare che la vita sia fatta solo di riferimento a se stessi: il tema grande dell’individualismo come atteggiamento antiumano e anticristiano. La persona anche dal punto di vista semplicemente umano è una relazione, è un incontrare gli altri, è raggiungere la propria pienezza con quello che possiamo dare agli altri. Gesù ha iniziato a predicare il Vangelo a persone a cui a chiesto di vivere assieme. La mentalità individualista ci illude di essere felici e invece ci rinchiude sempre più dentro le nostre voglie e i nostri opportunismi, dentro la nostra sete di non essere mai appagati di quello che si ha. Questa mentalità è il grande ostacolo della nostra società. Viviamo nell’era della comunicazione che però non invita a stare con l’altro, potremmo dire una comunicazione autoreferenziale”.

Che cosa vorrebbe già dire ai giovani che si ritroveranno a Sottomarina a fine luglio?

“Spero che, oltre a essere rappresentanti delle diocesi, saremmo davvero in molti. Perché anche il numero ha una sua eloquenza. Spero che l’evento di Chioggia non sia vissuto in sottordine, ma sia un rendere presente nel nostro territorio la GMG, in comunione con il papa e in un tutt’uno con i giovani che saranno con lui. L’invito è di essere in tanti a Chioggia e vivere “Io, Te e Rio” come un evento di grazia. Ognuno porta il suo piccolo ma importantissimo contributo”. (videointervista completa su www.nuovascintilla.com). (intervista a cura di F. Greggio)

 

 

Intervista al vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo

“Dio è lo spazio più ampio della nostra vita”

“Non tutti potranno raggiungere Rio, per questo abbiamo pensato a un evento qui, nel Triveneto. Un appuntamento al quale possano aderire tutti i giovani che vogliano vivere la vicinanza con il papa, che sarà a Rio De Janeiro, per la GMG”. Manca poco più di un mese a “Io, Te e Rio”, progetto che sta crescendo giorno per giorno e che incontra l’adesione e l’apprezzamento di tanti giovani e sacerdoti. Un risultato che è stato possibile grazie alla fiducia, nei giovani organizzatori, di tante persone, prima tra tutti quella del vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo.

Eccellenza, qual è il messaggio che si vuole lanciare ai giovani del Nordest con “Io, Te e Rio”?

“Cari giovani, vogliamo camminare insieme sulle strade della fede, in un tempo che sembra voler escludere la bellezza del Vangelo. Proviamo a metterci insieme per ascoltare la Parola del Signore, per condividere la gioia del credere. Un sentirci uniti al Signore risorto”.

Perché è importante ritrovarsi per pregare assieme?

“La preghiera è il respiro della fede, ma è anche lotta perché può presentare la fatica del credere. La preghiera comunitaria ci fa sentire figli dello stesso Padre”.

Cosa può lasciare ai giovani un evento di fede come “Io, Te e Rio”?

“Gli eventi sono importanti, ciò che accade nella storia di ciascuno può lasciare un segno. La memoria si nutre di quello che si è vissuto assieme. Così nei momenti di solitudine ricordarsi della bella esperienza vissuta assieme, ci accompagna e ci regala forza”.

“Io, Te e Rio” si svolgerà, in gran parte, sulla diga di Sottomarina, un luogo che, nelle sere d’estate si trasforma spesso in una discoteca a cielo aperto. Una provocazione?

“Il divertimento non è solo qualcosa che ci stacca dalla vita di fede. La fede è gioia. Quell’ambiente, che ci è stato gentilmente messo a disposizione, ci offre la possibilità di allargare i nostri orizzonti. La preghiera non è una cosa cupa, ma è anche distensione, divertimento nel senso di cambiare i punti di vista nella vita e nella gioia”.

Quale messaggio può arrivare a tutti quei giovani che restano indifferenti al Vangelo?

“L’indifferenza è sempre una povertà e il suo opposto è la passione. Vado a vedere, vado ad ascoltare e poi mi riservo di giudicare. Di ascolto in ascolto si entra in un mondo nuovo, in pensieri nuovi che non sono quelli dell’indifferenza, ma stimoli che aprono alla ricchezza della fede”.

Mons. Tessarollo ha partecipato alle riprese del video di presentazione di “Io, Te e Rio” che si può vedere nel sito internet www.gmgveneto2013.it. “Dio – ha concluso il vescovo – è lo spazio più ampio della nostra vita”. (a cura di Filippo G.)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 22 del 2 giugno 2013