Il ricordo di padre Calcagno, santità costante e feriale

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Chiesa dei Padri Filippini. 18 aprile 2013

Il ricordo di padre Calcagno, santità costante e feriale

Aprile è un mese molto legato alla vita del Servo di Dio Padre Raimondo Calcagno, che nasce a Chioggia il 17.04.1888, è battezzato il 26 di quel mese, è ammesso nella Congregazione filippina il 9 aprile 1912. Il processo diocesano per la sua canonizzazione vede un voto unanime del Consiglio Comunale di Chioggia nell’aprile 1994, mentre con stupore e commozione si assiste alla riesumazione, alla traslazione dei suoi resti mortali, alla sigillatura degli Atti (aprile 1994) della fase locale della Causa e alla presentazione della Positio (15 aprile 1997) alla Congregazione delle cause dei santi. Il messaggio di fede e di amore che viene da Padre Raimondo, araldo di speranza e di gioia, è stato ricordato giovedì 18 aprile scorso con un’intensa e ben partecipata Eucaristia presieduta nella chiesa dei Filippini da mons. Francesco Zenna, vicario generale, e concelebrata da padre Giacomo Kielbasa e

da padre Gontrano Tesserin. Nel grido dell’Alleluja, nei frammenti di risurrezione che ancora aleggiano nelle nostre chiese, don Francesco – commentando la liturgia del giorno – ha offerto ai presenti una chiave di lettura per superare l’attuale tempo di crisi economica e sociale, la delusione e lo scoraggiamento che porta “i più deboli a fuggire dalle responsabilità e a togliersi la vita”, l’assenza di ideali credibili, se ci fidiamo di un “profeta”, papa Francesco (“che ci parla come di uno di casa, che ci affida l’universo come un bene irrinunciabile”), di tanti pastori, padri della Chiesa, santi e martiri di tutti i tempi, di educatori e formatori come Padre Raimondo Calcagno, che si sono lasciati attrarre e guidare dallo Spirito “annunciando al cuore di ogni uomo e al mondo intero l’amore di Dio”. Amore di Dio che si concretizza in Gesù eucaristia, pane vivo disceso dal cielo, come lo celebrava, testimoniava e viveva Padre Raimondo Calcagno, divenendo “il fondamento della sua vita umana, cristiana, sacerdotale e filippina”, una Presenza misteriosa e reale che lo trasformava con dolcezza in operatore di pace, di misericordia, di perdono, di solidarietà nella realtà di tutti i giorni. A conclusione dell’omelia don Francesco non poteva non esprimere il caloroso augurio che la Chiesa riconosca quanto prima la santità umile e silenziosa, costante e feriale, di Padre Raimondo “per poter contemplare e invocare un uomo che si è lasciato indirizzare dallo Spirito Santo nel contribuire a tutti i livelli alla costruzione di questa nostra città, perché torni ad entusiasmare e infondere coraggio anche a noi”. (R. Chiozzotto)

 

 

(Foto Donaggio)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 17 del 28 aprile 2013