Visita ad limina

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Visita ad limina

Prime impressioni del nostro vescovo Adriano dall’incontro con papa Francesco (+ vescovo Adriano).

Visita “ad limina”: l’incontro con Papa Francesco 

In piazza S. Pietro e a S. Paolo per la visita ad limina (don Francesco)

Un’anima più grande (Angelo Busetto)

Giunto a ‘Casa Santa Marta’ domenica sera, alle ore 23, vedo una guardia svizzera, cosa inusuale per questa casa che accoglie preti e vescovi che lavorano in vaticano e altri vescovi o preti ospiti. Segno che c’è un ospite straordinario. Al mattino alle 7 vedo arrivare parecchie persone che vanno in cappella: mi dicono che partecipano alla s. messa celebrata dal papa. Verso le 8,30 sto facendo colazione ed entra il papa, saluta tutti con il gesto della mano e un largo sorriso, si mette al suo tavolo, si serve una bevanda e uno yogurt, gli siedono vicino a fare colazione due sacerdoti, suoi segretari. Alla fine si alza, saluta e parte per il suo lavoro. Alle 11.45 con altri sei vescovi siamo da

lui ricevuti. Entriamo, dà la mano a ciascuno con un bel sorriso, una foto con ciascuno e poi tutti seduti attorno a lui, vicinissimi, senza alcun tavolo in mezzo ma seduti in poltrona. Dice alcune parole di saluti e poi chiede a ciascuno di dargli le notizie fondamentali della propria diocesi, segnalando i problemi principali. Ascolta tutti con interesse, senza interrompere neanche qualcuno che va per le lunghe. Alla fine, dopo un’ora di ascolto, riprende alcuni punti che egli ritiene più urgenti. Il rapporto fede e vita sociale ed economica: bisogna partire dall’ermeneutica della fede per comprendere il giusto impegno del cristiano nel sociale e nel politico e non viceversa.  Passa poi a toccare i problemi della pastorale che non deve essere ‘macchinosa’, anche per tutta la chiesa, ma una pastorale capace di generare la fede. Tocca quindi la questione famiglia, con i suoi problemi suscitati dalla precarie condizioni socio-economiche, dalle convivenza, dalle rotture coniugali, dal passaggio a matrimoni successivi, senza che si avverta l’incongruenza con l’insegnamento evangelico. Alla fine affronta i problemi che riguardano la scarsità delle vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata, fenomeno che toccherà da vicino la stessa vita parrocchiale delle nostre diocesi. Comunque esorta all’impegno sereno e alla fiducia, curando le buone relazioni personali e pastorali di vicinanza con tutti. Alcuni vescovi gli fanno notare il buon impatto presso la gente suscitato dal suo stile e dalle sue parole così vicine alla gente, ai loro problemi, ma anche annunciatrici della misericordia e del perdono del Signore. Verso l’una e mezza ci congediamo ancora con un cordiale saluto; ma, giunti in sala pranzo, lo incontriamo nuovamente a tavola con tanta semplicità. Alla sera, prima di cena, mentre sono in cappella, arriva anche lui, si mette in una sedia vicina, tira fuori la corona e recita il rosario, per poi arrivare a cena con tutti. Certamente l’esperienza di semplicità e vicinanza, con il volto un po’ stanco alla sera, ma sereno. 

+ vescovo Adriano.

 

Visita “ad limina”: l’incontro con Papa Francesco

Giorni di grande fraternità e di pace, segnati anche visibilmente dalla bella comunione ecclesiale che lega il Papa, i vescovi e il popolo cristiano, la Chiesa universale e quella locale delle terre del Nordest italiano: sono le primissime impressioni dei pastori della Conferenza Episcopale Triveneto sulla visita “ad limina Apostolorum” che si è svolta a Roma dal 15 al 19 aprile. “E’ stata un’esperienza fortissima per noi vescovi – racconta mons. Giuseppe Pellegrini, titolare di Concordia-Pordenone e segretario della Cet -. Abbiamo avuto l’occasione di vivere insieme per parecchi giorni, pregando e celebrando tutti insieme, confrontandoci continuamente, anche in vista dei tanti incontri in programma. La visita ad limina ci ha permesso di vivere un momento di grande collegialità episcopale ed ha favorito senz’altro il sentirci parte di una Chiesa universale, ben più ampia delle nostre realtà locali. Personalmente, è una delle esperienze più belle che abbia vissuto sinora”.

Un momento forte, per i vescovi, è stato il primo incontro diretto con Papa Francesco avvenuto la mattina di lunedì 15 aprile per il gruppo formato dal Patriarca Moraglia (Venezia) e dai vescovi Mattiazzo (Padova), Zenti (Verona), Soravito de Franceschi (Adria-Rovigo), Andrich (Belluno-Feltre), Pizziol (Vicenza) e Tessarollo (Chioggia). Il secondo gruppo – composto dai vescovi Gardin (Treviso), Pizziolo (Vittorio Veneto), Pellegrini (Concordia-Pordenone), Bressan (Trento), Muser (Bolzano), Mazzocato (Udine), Redaelli (Gorizia) e Crepaldi (Trieste) – ha quindi vissuto l’incontro con Papa Francesco giovedì 18 aprile. E’ stata l’occasione per presentargli, in un dialogo a più voci, la realtà dell’intera regione ecclesiastica triveneta ed in particolare quella delle singole diocesi, ad un anno esatto dalla conclusione del secondo convegno ecclesiale di Aquileia di cui sono riecheggiati spesso temi e snodi rilevanti: la nuova evangelizzazione in un contesto fortemente mutato, il dialogo con le culture del nostro tempo, l’impegno per il bene comune.

 

Nelle prime due foto il papa con il vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo.

 

 

In piazza S. Pietro e a S. Paolo per la visita ad limina 

Piazza San Pietro gremita come nelle occasioni eccezionali. Ma sembra che dopo l’elezione di papa Francesco ogni mercoledì e ogni domenica si raccolga una gran folla di fedeli. Oggi – mercoledì 17 aprile, ndr – c’eravamo anche noi, più di trecento, giovani e adulti, provenienti da tutta la diocesi di Chioggia per accompagnare il vescovo Adriano nel suo incontro con il papa. Si chiama “visita ad limina apostolorum” e avviene ogni cinque anni; serve per aggiornare il vescovo di Roma, che presiede nella carità tutte le chiese, del cammino pastorale, dei progetti e delle preoccupazioni, sì da avere proprio da lui che ha uno sguardo globale sulla vita della chiesa parole di orientamento e di incoraggiamento. “Siete la diocesi numericamente più presente” ci ha informato il segretario della Conferenza Episcopale Triveneta. E ci sembra di aver colto un’espressione di compiacimento anche sul volto del vescovo nel constatare tanta vivacità. Ci ha pensato l’équipe della pastorale giovanile a fare il resto, dando una forte visibilità all’iniziativa “Io Te e Rio” con un grande striscione che, assieme alle magliette gialle e a grosse mani col “v” di vittoria, ha campeggiato attirando l’attenzione dei presenti e dei media. Il papa ha annuito, dichiarandosi disponibile a fare un cenno di questa prevista presenza di qualche migliaio di giovani nel litorale di Sottomarina, durante la GMG di Rio. Favoriti dal tempo, abbiamo occupato le adiacenze della piazza (sembra ci siano state oltre 80.000 presenze): chi nelle tavole calde, chi nelle panchine col proprio sacchettino, chi in coda per non lasciarsi sfuggire la possibilità di entrare in Basilica. E poi tutti a San Paolo fuori le mura per la Messa presieduta dal patriarca e concelebrata dai nostri 15 vescovi e numerosi presbiteri. Questa è la Chiesa del Triveneto, uscita dal secondo Convegno di Aquileia, entusiasmata dal nuovo Pontefice che anche oggi ha parlato di Gesù risorto e salito al cielo come di un avvocato che ci “defende” sempre, rilanciata nell’annuncio della fede in semplicità e letizia. (don Francesco)

 

Un’anima più grande 

La leggera frescura del primo mattino si riscalda al risorto sole di primavera, mentre i lettori di lingua francese, inglese, spagnola, tedesca, portoghese, polacca, araba danno voce alla folla che riempie piazza S. Pietro. Salutano il Papa e riassumono il discorso appena pronunciato che racconta l’ascensione di Gesù. Salendo al cielo – ha detto papa Francesco – non ci ha lasciato soli. Molte volte il papa ripete che Gesù ci difende, ci protegge; ogni volta si alza in piazza un grido e uno scoppio di applausi. Ci invita ancora a rinnovare la fiducia e la gioia e aggiunge: non si può capire un giovane senza entusiasmo. Nella piazza affollatissima siamo abbracciati dalla chiesa tutta intera: fedeli di ogni provenienza, preti, vescovi, papa. Le nostre comunità, i nostri gruppi, la nostra diocesi e tutte le diocesi del Triveneto portate qui dai loro vescovi in visita al papa si rivelano palesemente come membra vive del corpo di Cristo, grande come il mondo, intenso come la sua lunga storia che ora si rinnova nella tenerezza e nella carità di papa Francesco. La Chiesa è una casa costruita sul saldo fondamento della cattolicità. Un’immagine calda e piena di vita, una realtà da conservare e da vivere. A Roma ci viene donata un’anima più grande. (Angelo Busetto)