Nato a Pellestrina, apostolo a Bologna

Facebooktwitterpinterestmail

Padre Olinto Marella dichiarato “venerabile”

Nato a Pellestrina, apostolo a Bologna

Da Bologna a Chioggia. Naturalmente passando per Pellestrina. La notizia del decreto pontificio che dichiara venerabile Padre Olinto Marella sta facendo il giro del mondo, toccando in particolare le località legate alla sua vita. “Oggi è una giornata importante per la diocesi di Bologna”, dichiara il vicario generale della chiesa bolognese, monsignor Giovanni Silvagni: “Padre Marella è venerabile e questo significa che potrà essere pregato privatamente, rivolgendosi a lui come sicuro intercessore, anche se non ancora nella liturgia”. La rapidità con cui si è arrivati al decreto ha destato un po’ di sorpresa, anche perché Marella fu una figura complessa. Il sacerdote, infatti, venne sospeso a divinis dal vescovo di Chioggia nel 1909, quando accolse in casa lo scomunicato don Romolo Murri, suo compagno di studi; poi fu riabilitato

dall’arcivescovo Nasalli Rocca di Bologna nel 1925. All’Università romana aveva conosciuto Roncalli, poi papa Giovanni XXIII; è nota una foto che li ritrae insieme dopo una messa nel patriarcato di Venezia, dove Roncalli era patriarca. Marella nasce a Pellestrina il 14 giugno 1882 da una famiglia benestante. Il padre, medico condotto dell’isola, muore nel 1903, lasciando la vedova Carolina de Bei, insegnante, con tre giovani figli. Olinto, secondogenito, dimostra fin dall’adolescenza inclinazione alla vita ecclesiastica, e viene seguito dallo zio monsignor Giuseppe Marella, arciprete della parrocchia di Ognissanti. A Roma consegue la laurea in Teologia e Filosofia. Ordinato sacerdote il 17 dicembre del 1904, don Olinto celebra la prima Messa nel paese natale. Sacerdote aperto e brillante, insegna nel seminario di Chioggia. Nel 1909, con l’aiuto del fratello Tullio, studente di ingegneria, progetta il Ricreatorio popolare a Pellestrina e, in breve tempo, raccoglie attorno a sé i bambini della parrocchia, educandoli con quei metodi moderni che gli procureranno non pochi problemi. Dopo la sospensione a divinis, con molta amarezza e dolore è costretto a lasciare la sua terra e comincia a peregrinare in varie città italiane dove riesce a ottenere cattedre di insegnamento della filosofia. Nel 1924 approda a Bologna come insegnante di storia e filosofia nei prestigiosi Licei Galvani e Minghetti, dove rimarrà in cattedra fino al 1948. Il 2 febbraio 1925, festa “Presentazione al Tempio”, il card. Nasalli Rocca toglie a don Olinto Marella la sospensione a divinis, lo riabilita e lo accoglie nella Diocesi di Bologna, dove può finalmente esercitare il suo sacerdozio divenendo in breve un esempio di apostolo, soprattutto nella periferia della città tra i poveri e i derelitti. Trasforma in piccole cappelle alcune cantine dei palazzoni appena costruiti. Ben presto diventa per tutti Padre Marella. Si fa mendicante in un angolo di strada, arroccato su uno sgabello davanti ai luoghi di spettacolo ed in alcuni punti strategici della città. Nel 1948 costruisce la prima rudimentale “Città dei Ragazzi” e lascia l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno ai “suoi ragazzi”. La sua fama di santità cresce davanti agli occhi del popolo, mentre per alcuni suoi confratelli di sacerdozio è un personaggio da tenere sotto controllo perché ‘troppo evangelico’. Il 6 settembre 1969 si spegne all’età di 87 anni, lasciando un’eredità di amore e carità che porta ancora frutti nella città di Bologna e nel mondo. La salma del Padre dal 1980 riposa nella Chiesa della Sacra Famiglia in San Lazzaro come da suo desiderio: “Vicino ai miei ragazzi”.   (a. busetto)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 15 del 14 aprile 2013