Pasqua, riti e tradizioni

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Pasqua, riti e tradizioni

Sino agli anni Cinquanta dello scorso secolo, giornata particolare era il Sabato santo, sia per le funzioni religiose che per i preparativi nelle case, poiché, da tempo immemorabile, si anticipava al mattino di tale giorno nelle chiese la Liturgia che ricordava la Risurrezione, a causa dei tempi calamitosi e per le frequenti guerre, con evidenti pericoli per le popolazioni, specie nelle ore serali. Con le riforme di Pio XII la veglia pasquale, nella notte del sabato santo, ha quattro momenti: della Luce, della Parola, dell’Acqua e dell’Eucaristia. Pertanto il cero pasquale oggi viene benedetto subito dopo il rito del Fuoco, segnato con uno stilo da una croce con le lettere di Alfa e Omega, la data dell’anno corrente e con l’infissione di cinque grani d’incenso e acceso subito dopo. Alla luce del solo cero pasquale – portato dal diacono – si procede nel tempio, completamente all’oscuro, verso l’altare, al canto, per tre volte, di “Lumen Christi”; subito dopo la chiesa viene illuminata e

il cero è posto nel suo candelabro, accanto all’ambone o di fianco all’altare, dove viene incensato dal diacono che poi subito canta il “preconio” pasquale. Seguono alcune letture, il canto del “Gloria” di Risurrezione, mentre l’acqua viene benedetta al battistero, dopo l’omelia. Inizia la Liturgia eucaristica. Dopo la benedizione finale l’assemblea si scioglie con il saluto di portare la gioia che Cristo è risorto e con il doppio “alleluia”. Ricordiamo, infine, che nel tempo pasquale – per la gioia soprattutto dei bambini – era uso preparare nelle case i “bosolai dólsi”, i “papini”, i “galéti” e le “colómbe” con le uova sode come guarnizione, dipinte di rosso. Ai bambini veniva regalato per la Pasqua il “galéto” con una, due o tre uova rosse per guarnizione, mentre alle bambine veniva consegnata la colomba sempre con una due o tre uova rosse sode. A Sottomarina, invece, per Pasqua si usava preparare il “pan cónso”, insieme con i “galéti” con uova sode per i maschi e le bàmbole con tre uova per guarnizione, due sul petto ed una sulla pancia, per le bambine.                     (Giorgio Aldrighetti)

 

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 13 del 31 marzo 2013