Incontrarsi per camminare insieme

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Pastorale familiare. “Famiglie ricostituite”

Incontrarsi per camminare insieme

Si è preferita la dicitura “famiglie ricostituite” , piuttosto che divorziati risposati, perché se le parole hanno un senso, la prima dicitura indica l’aspetto costruttivo e non negativo di una nuova relazione avvenuta dopo una prima esperienza matrimoniale. Già questa indicazione abbisogna di ulteriori specificazioni. Un legame matrimoniale che si interrompe, perché ci sono oggettive condizioni di insopportabilità, produce ferite profonde e durature nel tempo. Anche un legame non ancora matrimoniale (magari con convivenza) che si recide dopo molti anni provoca lo stesso dolore forte e profondo.

Il registro dei sentimenti che precede la dimensione giuridica del matrimonio (religioso o civile) è ciò che emerge negli incontri che il Consultorio Diocesano e il Servizio di Pastorale Familiare stanno proponendo alle coppie/famiglie ricostituite.

È su questo ‘registro’ che è possibile sviluppare una riflessione che non sia dettata dalla questione “eucaristia sì”/“eucaristia no” che di fatto tanto impasse ha creato nelle nostre comunità, ma che ci riconduca in una analisi molto serena delle nostre storie e che, a partire da questa ritrovata serenità, riposizioni anche il discorso sulla fede e sulla Chiesa.

Le coppie che hanno accettato questo secondo invito si sono confrontate sul testo del 2008 che il card. Tettamanzi, allora Vescovo a Milano, aveva proposto alle famiglie che vivevano l’esperienza di un nuovo legame familiare. Bisogna poi precisare che nella maggioranza dei casi anche i figli vivono nuovi legami familiari e affettivi. La famiglia è entità complessa oggi, come lo è stata ieri; pensare al vincolo familiare come semplice unione tra uomo e donna semplifica troppo l’esperienza umana dell’amore che trascende sempre le nostre analisi.

Nell’incontro di domenica scorsa è emersa l’esigenza di non esprimersi solo come un gruppo di auto e mutuo aiuto pure importante, ma di far diventare questi incontri luogo di cammino e di esperienza spirituale. Di più, luogo dove famiglie ricostituite e famiglie “normali”, nell’accezione comune del termine, possano vivere insieme un’esperienza di coltivazione di spiritualità familiare per tutti valida. Ci sono tanti modi per vivere la fede e noi ne stiamo sperimentando uno che può essere coltivato nella riflessione comune, nella preghiera condivisa, nel confronto tra modi diversi di essere famiglia, così come la nostra storia di coppie ci ha consegnato.

Certo, resta di fondo una percezione che forse qualcosa che oggi viviamo come una zona grigia della vita, il matrimonio precedente, i figli avuti e cresciuti insieme, la genitorialità a volte non compresa, forse potevano essere oggetto di maggiore ponderazione solo se… solo se alcuni segnali fossero stati letti con più attenzione; solo se il corso di preparazione al matrimonio fosse stato più preciso o più attento. Tanti sono i motivi per dire che le cose potevano andar meglio. Ora siamo qui a rendere la nostra storia ricca e condivisa con i fratelli nella fede. Questo in fondo è ciò che veramente è importante.

Prossimo appuntamento 12 maggio con il gruppo di famiglie ricostituite della Diocesi di Vicenza. Anche questo un modo per camminare insieme. (mc)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 11 del 17 marzo 2013