Il papa si dimette

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Il papa si dimette

Un breve commento del vescovo di Chioggia

Papa Benedetto XVI si ritira dal Pontificato. Lo ha annunciato oggi, 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes e Giornata mondiale del malato. Alle 11.46 ha comunicato che lascerà il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio. Lo ha detto personalmente durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La forza, ha detto il Papa, «per l’età avanzata negli ultimi mesi, in me è diminuita in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». Papa Ratzinger ha affermato di essere «ben consapevole della gravità di questo atto» ma di aver deciso «con piena liberta di rinunciare al ministero di vescovo di Roma e successore di San Pietro».

 Questo il testo integrale della comunicazione diretta del papa ai cardinali.

“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per

comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.

Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”.

 

 

Nessun cenno esplicito a motivi di salute, anche se qualcuno aveva ventilato l’ipotesi che il papa soffrisse di qualche malattia.

E’ il primo papa a compiere questo gesto, dopo quello compiuto da papa Celestino V (Pietro da Morrone) nel dicembre 1294 (a soli cinque mesi dall’elezione al pontificato), cui accenna lo stesso Dante della Divina Commedia, e dopo quello di Gregorio XII nel luglio 1415 (con nove anni di ministero petrino).

Commenti da tutto il mondo su questa decisione inattesa che ha sorpreso tutti, anche i vescovi del Triveneto che erano stati convocati per la visita ad Limina dal papa stesso per la metà di aprile di quest’anno.

 

Il vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo così si è espresso appena avuta l’informazione:

“Abbiamo appreso l’inattesa notizia dell’annuncio delle dimissioni del Papa, che saranno effettive il 28 febbraio prossimo. Si tratta di un gesto che, per i motivi addotti, non ha precedenti nella storia. E’ la consapevolezza che il servizio di pontefice, cioè il ministero petrino alla guida della chiesa universale, richiede, oltre all’assistenza divina, anche la forza dell’uomo chiamato a svolgerlo, che è strumento della stessa azione di Dio. Esprimiamo a papa Benedetto l’affetto e la riconoscenza anche della nostra chiesa diocesana per il prezioso ministero svolto fin qui e l’augurio cordiale per i giorni che il Signore ancora gli concederà, nei quali continuerà certamente, con diverse modalità, ad essere testimone dell’amore di Dio per la chiesa e per l’umanità”.