Assistere rassegnati o darsi da fare? E come?

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Assistere rassegnati o darsi da fare? E come?

Eccoci già in ‘campagna elettorale’! Personalmente avrei visto meglio che la Legislatura avesse concluso il suo corso normale e che le Camere avessero continuato a lavorare per portare a esecuzione i decreti e le leggi proposte come da calendario, ma altri hanno voluto diversamente per altri calcoli e previsti vantaggi partitici, come già avevamo avuto modo di dire. Sono molti che si chiedono: andiamo a votare? A chi diamo il nostro voto? Cosa chiediamo alla prossima maggioranza parlamentare e al prossimo Governo? È possibile che anche nel nostro territorio si propongano occasioni di dibattito per illuminare e motivare e non per propagandare illusioni o carpire o comprare i voti? È possibile sapere e conoscere chi

ci viene proposto nel nostro territorio, con quali credenziali si presenta, cosa propone e come è disposto poi a difenderlo in Parlamento, senza essere sempre e solo allineato agli ordini dell’unico leader che solo ha diritto di pensare e dettare ordini di come, cosa e quando votare? Nel qual caso non si capisce cosa stiano a fare i circa 900 deputati e senatori se devono solo alzare le mani in Senato o in Parlamento in esecuzione passiva di ordini ricevuti! Mi piacerebbe che questo tempo fosse tempo di educazione al pensiero politico e al bene comune per affidare a chi votiamo il mandato di farsi portavoce di chi lo vota. Forse qualcuno dirà: ma perché un vescovo si interessa di queste cose? Non dovrebbe avere altro cui pensare? Rispondo: ma di che cosa si è interessato Gesù, se non dell’uomo che vive nel tempo e di tutti i suoi problemi, certamente visti alla luce di un grande disegno di salvezza che, se non si limita ai problemi del tempo presente, quali la salute, la giustizia, la vita, la solidarietà, la verità, la vita sociale, la responsabilità del creato, ecc…, tuttavia non li può assolutamente trascurare? Quando parliamo di peccato di che cosa parliamo? Il Vaticano II ha demolito la dualità per cui il clero era attivo nel fare la comunità cristiana ‘dentro la chiesa’ e il laico era attivo nel tessere rapporti tra la comunità cristiana e le altre realtà o società o comunità di questa terra, mondane, temporali, di questo mondo. Tutta la Chiesa non deve essere separata dal mondo, la Chiesa si deve occupare dell’uomo poiché Dio si occupa della salvezza dell’uomo. Dio non ha bisogno di essere salvato dalla Chiesa, ma Dio ha inviato Suo Figlio Gesù per salvare l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo e la Chiesa è mandata ad occuparsi di questo. È questa la sua missione! E il laico cristiano partecipa di questa missione: quindi, se impegnato nel sociale, nell’economia e nella politica, se è cristiano, è di questo che si deve preoccupare. È questo di essere nel mondo che costituisce comunque il valore cristiano. Cristo è stato ed è nel mondo e per il mondo, anche se in certi momenti si è trovato, e anche oggi si trova, contro il mondo. La fede in Cristo non è e non deve essere alienazione dal mondo, ma deve essere elevazione dei valori del mondo. (+ vescovo Adriano)

 

da NUOVA SCINTILLA 47 del 16 dicembre 2012