Speciale Incontra – Catechesi

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Speciale Incontra – Catechesi

Rinnovare i percorsi dell’iniziazione cristiana

Un coinvolgimento nuovo

Un percorso comunitario verso Gesù

Incontri vicariali per i catechisti

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Rinnovare i percorsi dell’iniziazione cristiana

Avviata la riflessione in diocesi su una proposta di progetto: approntato un opuscoletto in corso di distribuzione ai parroci e ai catechisti

Per illustrare il Progetto di rinnovamento dell’Iniziazione Cristiana in Diocesi è stato approntato un opuscoletto che verrà consegnato ai parroci e ai catechisti. Da questo testo è tratto quanto segue.

La Proposta, che si intende fare, ha bisogno di una riflessione personale e comunitaria seria e ponderata. Sarà importante che facciamo, per quanto è possibile, chiarezza sulle obiezioni che certamente nasceranno, che ci comunichiamo le difficoltà che incontriamo ma che abbiamo il coraggio anche di proposte per rendere fattivo il cammino.

La proposta ha già in qualche maniera mobilitato la diocesi nelle sue varie componenti: dai Consigli pastorale e presbiterale diocesani, alla Consulta delle aggregazioni laicali.

Non ci resta che incominciare a parlarne nei Consigli pastorali parrocchiali e vicariali, ai Gruppi di catechisti e alle Famiglie dei ragazzi.

Questo anno pastorale dovrà essere, per quanto riguarda questo progetto, in particolar modo dedicato, appunto, a questa riflessione soprattutto per accompagnare e nutrire i percorsi.

Il “diventare cristiani” coinvolge tutto il cammino delle persone dalla nascita all’età adulta, anche se la scelta di diventare cristiani avviene in un periodo circoscritto (dai 6/7 anni ai 13/14 anni). Nell’incominciare a predisporre l’attuazione di questo rinnovato cammino di IC per i fanciulli e i ragazzi si dovranno tener presenti alcuni “punti forza” irrinunciabili:

– la prima attenzione va rivolta all’insieme della Comunità, per informarla in modo adeguato e alle famiglie. In tutte queste fasi sarà il Consiglio pastorale a sostenere questi passaggi coinvolgendo i catechisti, gli altri operatori-educatori e, in particolare, i genitori con l’équipe per il loro accompagnamento;

– sarà opportuno, in modo particolare per le comunità più piccole, lavorare insieme;

– passare dalla logica del ricatto alla logica dell’accoglienza;

– operare per quanto possibile, come dicono i vescovi, una vera “conversione pastorale” che porti gradualmente e serenamente ad un cambio di mentalità.

Con l’inizio dell’anno pastorale 2013-2014 partirà il primo gruppo, formato da tutti i ragazzi che in quel periodo avranno 6/7 anni.

La proposta, per ora, riguarderà solo e unicamente questi ragazzi. Tutti gli altri continueranno con la modalità di IC già avviata.

Un filosofo del 600 diceva: “Non bisogna ridere, non bisogna piangere, non bisogna imprecare, ma bisogna comprendere”. Comprendere che i tempi che ci aspettano, anche in questo campo, non sono facili da gestire. Sarebbe più facile lasciare tutto come prima e come si è sempre fatto, ma con quali conseguenze…?

Partiamo fiduciosi con:

– Una progettualità diocesana che deve essere autorevolmente sostenuta. L’autorevolezza oggi ci viene dal vescovo Adriano, sostenuto dal parere dei Consigli Presbiterale e Pastorale diocesani. Ciò comporta un’umile accettazione anche di ciò che può crearci qualche difficoltà o comprensibile dubbio. Senza questa umile e non facile accettazione le iniziative rischiano di essere sparpagliate e poco significative.

– Con il coraggio di provare. Uno dei difetti che possiamo avere è quello di reiterare all’infinito le dichiarazioni di intenti e non tradurre in pratica le intuizioni. Solo la pratica dona corpo alle intuizioni; è la prassi che un po’ per volta cambia la mentalità.

– Soprattutto con il coraggio di perseverare anche nel caso di fallimenti o difficoltà varie che certamente non mancheranno. È solo sulla lunga distanza che le logiche possono essere modificate. Ogni transizione richiede pazienza e perseveranza.

In questo lavoro che ci aspetta, il rinnovamento dell’IC appare l’elemento cardine, collocato in uno snodo intermedio tra stile di parrocchia e modello di catechesi, in grado quindi di modificare entrambe (pastorale parrocchiale e catechesi) verso una logica di proposta.

Come affermano autorevolmente i Lineamenta del Sinodo dei vescovi, appena concluso:

«Il campo dell’iniziazione è davvero un ingrediente essenziale del compito di evangelizzare. La “nuova evangelizzazione” ha molto da dire su di esso: occorre infatti che la Chiesa continui in modo forte e determinato quegli esercizi di discernimento già in atto, e allo stesso tempo trovi energie per rimotivare quei soggetti e quelle comunità che mostrano segni di stanchezza e di rassegnazione. Il volto futuro delle nostre comunità dipende molto dalle energie investite in questa azione pastorale e dalle iniziative concrete proposte ed attuate per un suo ripensamento e rilancio (La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, Lineamenta, n. 18).

 

 

La prima attenzione: gli adulti. Come fare?

Un coinvolgimento nuovo

È indubbio che uno degli obiettivi che si prefigge il rinnovamento dei percorsi dell’Iniziazione Cristiana sia un coinvolgimento nuovo, diverso, più profondo e responsabile dei genitori nel cammino dei figli. Ne avvertiamo un po’ tutti l’urgente necessità.

Come fare? Ovvio che nessuno ha ricette miracolose né trovate geniali che d’incanto coinvolgano e convertano tutti… Però si può partire da alcune considerazioni.

Proviamo a metterci nei panni dell’adulto di oggi, che, pur con le dovute eccezioni, ci appare in genere stressato da tanti impegni, impelagato in attività che spesso lo svuotano invece che arricchirlo, distratto, “altrove” rispetto alle proposte della comunità cristiana. Può capitare che si sia convinto che si possa vivere una vita senza Dio oppure una fede senza Chiesa, senza Bibbia, senza sacramenti: insomma un “cristiano senza…”.

Lo obblighiamo a venire ai nostri incontri: non è la situazione migliore da cui cominciare, ma non abbiamo scelta. Non possiamo sempre aspettarlo, altrimenti rischia di non venire mai.

Ci chiediamo: è possibile pensare per questo adulto una proposta di catechesi di cinque o sei incontri in un anno, costruita in modo da sorprenderlo, da far sbriciolare i granitici pregiudizi che spesso lo contraddistinguono su Dio, Chiesa, fede?

L’incontro dovrebbe mettere a tema la vita (educazione dei figli, vita di coppia, fatiche, sofferenze e gioie) per poi mostrare con una catechesi testimoniata come il vangelo, quindi la Chiesa, Gesù e Dio possano trasformarla e renderla buona. Il metodo potrebbe essere quello della narrazione guidata, in cui i vari racconti di vita si intrecciano per poi specchiarsi nel vangelo.

Bisogna pensare ad una giornata e ad una proposta che coinvolga tutta la famiglia: qualcuno deve pensare ai figli, se si vuole la coppia presente; ad allestire ambienti decorosi; a preparare il momento del pranzo o cena o merenda assieme; a preparare una liturgia eucaristica che veda la famiglia protagonista e non spettatrice passiva; e così via.

Si capisce, allora, che la proposta non consiste nell’oretta di lezione sopportata, ma in qualcosa di estremamente diverso che coinvolge tutta la comunità. Del resto, in molte nostre parrocchie già si realizza qualcosa di simile, il che dimostra che è possibile.

Una bella sfida, insomma, che può cambiare il volto di un’intera comunità. (F. M.)

 

 

Incontro con i catechisti di Chioggia-Sottomarina

Ripensare il cammino d’iniziazione cristiana

Un percorso comunitario verso Gesù

Venerdì 16 novembre alle ore 18 in seminario si è tenuta un’assemblea di catechisti (o, per amore di verità, di catechiste, visto che la componente maschile era decisamente minoritaria) presieduta e guidata da don Danilo Marin, direttore dell’UCD, con la presenza anche di alcuni parroci.

Al di là del semplice dato cronachistico, è importante evidenziare le ragioni, le motivazioni che hanno indotto l’équipe diocesana dell’I.C. a suggerire quest’incontro al quale ne seguiranno altri:

– presentare il “progetto”, “percorso”, “cammino” di Iniziazione Cristiana;

– dare vita e sostanza ad un confronto, sereno, franco, ma soprattutto autentico relativamente ai nuovi percorsi che la Chiesa ha indicato.

Abbiamo tutti davanti agli occhi ciò che succede alla maggior parte dei nostri ragazzi una volta che hanno ricevuto il sacramento della Cresima, da alcuni “ribattezzato il sacramento dell’arrivederci”.

Se prima della Cresima il numero dei ragazzi che frequenta il catechismo e partecipa alla celebrazione eucaristica domenicale è confortante e rasserenante, è altrettanto vero che subito dopo aver ricevuto il sacramento, invece di “confermare” il cammino precedente, purtroppo si “conferma” invece la tendenza all’abbandono della vita cristiana ed ecclesiale.

Ed è partendo da questa considerazione che don Danilo si è soffermato su alcuni aspetti.

La centralità della catechesi non spetta ai sacramenti, ma prima di tutto e soprattutto a Gesù Cristo e al “fare” esperienza di Lui, senza che questo significhi in qualche modo impoverire, depotenziare, depauperare i sacramenti stessi; al contrario, ricevuti con maggior consapevolezza, potranno diventare non riti isolati, bensì alimento efficace e significativo di una fede in Cristo che non si riduce a dottrina o a semplici insegnamenti morali.

Riprendendo una frase di Tertulliano “unus christianus, nullus christianus”, è indispensabile cogliere la dimensione comunitaria del percorso di fede che si sostanzia in esperienza di Cristo vissuta. I genitori non possono limitarsi a “parcheggiare” i loro figli, demandando ai catechisti un insegnamento e una testimonianza che poi non trovano riscontro in famiglia; così come catechisti e sacerdoti non possono limitarsi ad accogliere ed accompagnare i ragazzi, senza cercare di coinvolgere coloro che dovrebbero essere chiamati a generare e rafforzare la fede dei loro figli.

Non è di certo il bisogno di “adeguarsi” ad una società che cambia, che ha spinto la Chiesa a rinnovare il percorso di I.C. Non è un’operazione di facciata, di maquillage che lascia il tempo che trova; quanto piuttosto il desiderio che il nuovo percorso faciliti una fede non “imparata” meccanicamente, ma vissuta e testimoniata attraverso un cammino non sopportato ma desiderato e condiviso.

Il percorso è tracciato…

Esprimiamo pure i nostri dubbi, le nostre riserve, le nostre perplessità: tutto questo è legittimo e ci aiuterà a crescere. Ma non poniamo resistenze pregiudiziali: non lo chiede solo il nostro vescovo, ma la nostra Chiesa. Sosteniamoci in questa nuova esperienza con senso di responsabilità e appartenenza a Cristo. Adelante, dunque, con giudizio, ma anche coraggio. (L. V.)

 

 

 

Incontri vicariali per i catechisti

Il progetto diocesano di rinnovamento dell’Iniziazione Cristiana viene presentato ai parroci e ai catechisti nei seguenti momenti di incontro:

– venerdì 23 novembre, ore 21, a Porto Viro per il Vicariato di Loreo;

– venerdì 30 novembre, ore 21, a Cavarzere per il Vicariato di Cavarzere;

– venerdì 14 dicembre, ore 21, a Ca’ Tiepolo per il Vicariato di Ca’ Venier.

Sarà importante esserci per una prima conoscenza e per un confronto da avviare.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 44 del 25 novembre 2012