Due gravi temi attuali: “Morire di lavoro” e “Il disagio mentale tra le mura domestiche”

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Cavarzere. Secondo incontro di formazione Caritas e Centri di Ascolto

Due gravi temi attuali: “Morire di lavoro” e “Il disagio mentale tra le mura domestiche”

Ancora una volta una quarantina di persone hanno risposto all’invito della Caritas Diocesana, domenica 11novembre, per mettersi in ascolto di persone competenti sul tema del disagio mentale e della crisi anche lavorativa che stiamo vivendo. Il tema del disagio mentale è stato affrontato dal dott. Moreno De Rossi, Primario del reparto di psichiatria della Asl 19 di Adria e dal dott. Guido Zago dell’A.i.t.sa.m locale. Una prospettiva, condivisa dai due relatori, con la quale affrontare il tema – delicato e difficile – della malattia mentale quando entra nell’ambito familiare. Da dove nasce la malattia mentale? Quali le sue cause, la sua origine? Ma soprattutto; come agire, a quali servizi rivolgersi quando irrompe nella vita di un familiare la

malattia mentale? A questi interrogativi il dott. De Rossi ha cercato di dare risposte chiare ed esaurienti. Al di là dell’origine del disagio mentale, molto interessante si è rivelata la lettura anche della legge 180 del 1978, più comunemente chiamata legge Basaglia, che – unica al mondo – riposizionava il disagio mentale in una lettura di relazioni in costruzione e a cui oggi facciamo riferimento quando parliamo di psichiatria di comunità. Certo, affrontare aspetti delicati del nostro ascoltare, diventare partecipi di un sapere e di un conoscere che non è solo riserva di specialisti, mette oggi i credenti che lavorano nei Centri di Ascolto nell’impegnativa strada di una continua formazione di un continuo aggiornamento. Questa capacità di dare ‘pensiero’ al nostro servizio si rivela come l’aspetto più difficile della prevalente funzione pedagogica della Caritas. Questo comporterebbe in teoria la capacità di equiparare le ore di ascolto con altrettante ore di formazione: fuori di questa metodologia dell’imparare facendo e formando c’è il rischio che il soggetto Caritas resti un mero strumento di erogazione di beni e servizi che assomigliano più all’assistenza e all’elemosina più che alla promozione della carità nella comunità cristiana. Come è stato ribadito dal vescovo, urge un cambio di mentalità e di cultura perché ci possa essere in ogni parrocchia la Caritas, soggetto di stimolo, di promozione e di valorizzazione di tutte le forme del farsi prossimo. Il pomeriggio ci ha visto in ascolto di Laura Moro e di Salvatore Federico in merito alla nascita dell’associazione “Speranzaallavoro”, nata nel contesto della grave crisi economica che stiamo vivendo e dalla volontà di alcuni soggetti del territorio veneto che si trovano a farsi prossimo nei confronti di imprenditori e dipendenti alle prese con la crisi delle aziende. Discorso non facile anche nel tentativo di cogliere le sinergie tra la struttura dell’Associazione e le nostre realtà Caritas presenti in Diocesi. È iniziata una prima collaborazione attraverso la reciproca conoscenza e con possibili sviluppi futuri. (mc)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 44 del 25 novembre 2012