Momento di riflessione e condivisione a Luvigliano, lo scorso fine settimana, per ripartire insieme

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CARITAS DIOCESANA

Momento di riflessione e condivisione a Luvigliano, lo scorso fine settimana, per ripartire insieme

Laici più attivi, sulle orme del Concilio

Il disagio mentale fra le mura domestiche

 

 


Laici più attivi, sulle orme del Concilio

Luvigliano rappresenta per la Caritas Diocesana quasi la prima verifica del lavoro pastorale di presenza e di animazione iniziato in diocesi con il nuovo anno pastorale. Rappresenta anche – quest’anno più specificatamente per la Caritas, anche se non è mancata la presenza del servizio di pastorale familiare – un momento riflessivo sulle linee e indicazioni pastorali del vescovo Adriano. Il tutto con una doverosa centratura in una riflessione sull’evento ecclesiale che ha rappresentato la svolta della Chiesa Cattolica nel secolo passato da poco più di un decennio: il Concilio Vaticano II. Su questo ci siamo fermati e ci siamo dati tempi e spazi congrui di riflessione. Così è stato sabato 27 ottobre nel tardo pomeriggio e nella serata in un serrato confronto con Assunta Steccanella che ha presentato il Concilio attraverso chiavi di lettura interpellanti la coscienza e la fede singola e di comunità. Quindi una Chiesa che riprende il coraggio di mettersi in cammino; la consapevolezza di sapere chi siamo, dove andiamo; la centralità riacquistata della Parola di Dio; la luce della Liturgia partecipata; scoprirci nuovamente inseriti nel mondo. Tutti temi che ritroviamo nei documenti che il Concilio ha lasciato per la nostra riflessione e azione.

Domenica 28 invece la riflessione si è incentrata sul laicato e sul suo fondamentale apporto per la costruzione della Chiesa Popolo di Dio. Don Gaudenzio Zambon, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose, ha sviluppato il tema del laicato a partire dal numero 31 della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, dove si presenta la natura e la dignità dei laici credenti. Una visione che non mette semplicemente insieme i laici, gli appartenenti all’ordine sacro e i religiosi, quasi per farli ripartire tutti dallo stesso punto di partenza. Il laico proposto dal Concilio è un laico da comprendere alla luce di una nuova ecclesiologia che abbiamo definito ecclesiologia di comunione e di corresponsabilità. I problemi emergenti sono legati da una parte ad una scarsa comprensione di questa ecclesiologia che vede la centralità della Chiesa Locale con il vescovo pastore di tutti, con i ministeri istituiti e non, che costituiscono l’ossatura della Chiesa, ma con una comune responsabilità di orientamento e di scelte. Discorso non sempre facile, anche per la tendenza a clericalizzarsi da parte dei laici e nel contempo di laicizzarsi da parte dei presbiteri.

In ambedue le relazioni si è convenuto nel focalizzare come uno dei problemi più ‘gravi’ l’esistenza di una fede non pensata, non riflettuta, conseguenza anche di una educazione religiosa che demandava tutto alla figura del prete o del parroco. Riprendere in mano i fondamenti della fede, proporre nelle comunità dei credenti esperienze di fede legate alle buone prassi, ma anche abituare i credenti a pensare la fede, a pensare il credere, diventa una delle emergenze educative che anche il vescovo Adriano porta come impellenti dentro l’agire pastorale della nostra Diocesi. È diventata oramai una tradizione questo ritrovarsi insieme tra operatori della Caritas e del Servizio di pastorale Familiare; eravamo una cinquantina di persone (sessanta con i bambini) accolti come sempre dall’ospitalità delle Suore Dimesse. E ancora una volta abbiamo ribadito l’importanza di avere proposte formative che, passo dopo passo, ci aiutino a crescere nella vita personale e nella nostra comunitaria coscienza di Chiesa. Pensiamolo come augurio per il futuro (impegnativo) che ci attende. (Mc)

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Caritas e Centri di ascolto – Secondo incontro di formazione

Il disagio mentale fra le mura domestiche

Nell’ambito del percorso formativo delle Caritas Parrocchiali e Vicariali che è iniziato lo scorso 7 ottobre e che ha visto la partecipazione una quarantina di persone, si propone ora il secondo momento formativo per gli operatori dei Centri di Ascolto. Affronteremo (ancora) il tema del disagio mentale visto dalla parte delle famiglie e del servizio pubblico dell’Asl. Cosa succede quando all’interno del nucleo familiare una persona vive situazioni di instabilità o disagio mentale? Quali conseguenze affettive, relazionali, economiche comporta la malattia mentale nella strutturazione stessa della famiglia? Quale il ruolo dei Servizi Pubblici, Asl e Servizi Sociali delle Municipalità? Quale il ruolo del Volontariato e, nello specifico, delle Associazioni dei familiari dei malati mentali?

Sono domande alle quali si tenterà di dare risposta attraverso la presenza del dott. De Rossi, Primario di Psichiatria dell’Azienda Asl 19 di Adria, e del dott. Zago a nome delle famiglie che condividono il problema di un familiare portatore di disagio mentale. Nel pomeriggio in seconda sessione, con inizio alle 14, sarà presentato il lavoro dell’Associazione “Speranzalavoro”, soggetto recentemente costituitosi, voluta da parenti di imprenditori che, a causa della crisi e delle difficoltà economiche dell’azienda di cui erano titolari, si sono suicidati. E’ questo un tema delicato e difficile (anche nel recente Consiglio presbiterale si è sottolineata l’importanza come Chiesa Locale di essere ‘attenti’ alle situazioni di crisi economica presenti nel nostro territorio), che vede un mondo di persone che fino a poco tempo fa vivevano dignitosamente, alle prese con improvvisi problemi di gestione economica. Anche in questo caso, ribadendo la prevalente funzione pedagogica del soggetto Caritas, si cercherà di trovare strategie per passare dal gesto occasionale all’accompagnamento, dall’elemosina ad un servizio di carità strutturata. Così ci sarà l’occasione per iniziare (intanto con le Caritas) a spiegare l’iniziativa di domenica 2 dicembre, che darà inizio al tempo di Avvento con le proposte d’impegno della Caritas Diocesana anche attraverso la raccolta che verrà effettuata in tutte le parrocchie a favore del Fondo di Solidarietà. Avremo occasione di illustrare nel prossimo numero di InConTra in maniera più dettagliata le finalità del Fondo di Solidarietà (che è già operativo in una parte della Diocesi) all’interno delle proposte Caritas in preparazione al Natale. Ancora una volta la Caritas Diocesana e – ancor di più – le Caritas Parrocchiali e Vicariali confermano la loro prevalente funzione pedagogica e pastorale, cioè come strumenti della Chiesa Locale per la crescita delle comunità cristiane in ordine alla dimensione della Carità. Così, in linea con il Programma Pastorale del vescovo Adriano, sempre più i Centri di Ascolto, le Caritas nel territorio devono diventare ‘antenne delle comunità’, luoghi dove si elaborano idee da proporre ai Consigli Pastorali, alle comunità nel Giorno del Signore come gesti significativi del nostro essere Chiesa.

La giornata sarà così strutturata: luogo d’incontro: Cavarzere, Centro Bakita. Dalle ore 10,00 alle ore 12,30 prima sessione: Disagio Mentale e famiglie con il dott. De Rossie e il dott. Zago Guido. Breve pausa con buffet preparato dalla Caritas di Cavarzere. Dalle ore 14,00 alle 16,00 circa seconda sessione con la presentazione di “Speranzalavoro”, associazione dei familiari di imprenditori che si sono suicidati per la grave crisi economica. (m. c.)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 41 del 4 novembre 2012