OTTOBRE MISSIONARIO

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Malala e missioni

OTTOBRE MISSIONARIO

In questa quarta settimana , dedicata al tema della carità, vi proponiamo la lettura di un articolo che riprende un fatto di cronaca di questi giorni.

Proprio questa domenica 21 ottobre si svolge la Giornata Missionaria Mondiale sul tema “Ho creduto, perciò ho parlato”. In tutte le chiese del mondo, e quindi anche in tutte le nostre comunità, si prega e si offre con generosità per la grande opera dell’evangelizzazione, in unità con il Papa attraverso le Pontifice Opere Missionarie.

 

 

 

 

Malala e i suoi fratellimalala

Il mondo con il fiato sospeso per la ragazzina pakistana ferita gravemente dai talebani per la sua battaglia per l’istruzione femminile. Chi sono gli altri bambini che nel mondo rischiano la vita per i propri diritti?

È arrivata in questi giorni in Gran Bretagna Malala Yousafszai, la ragazzina pakistana di 14 anni cui nella Swat Walley alcuni estremisti islamici hanno sparato contro per punire la sua battaglia in favore dell’istruzione femminile. È ricoverata all’ospedale Queen Elisabeth di Birmingham per cercare di contenere le conseguenze delle ferite da arma da fuoco. Tutto il mondo sta seguendo con trepidazione questa vicenda, che unisce nella preghiera tanti cristiani e tanti musulmani. Colpisce tutti il fatto che una ragazzina debba rischiare la vita per affermare un diritto elementare. Eppure è bene anche ricordare che quello di questa quattordicenne pakistana non è affatto un caso isolato. Malala nel 2011 era stata inserita nella terna dei finalisti del “Children’s Peace Price” – il premio per i bambini coraggio lanciato dalla fondazione olandese KidsRights. Basta scorrere la terna dei finalisti di quest’anno per trovare altre storie che – come quella di Malala – fanno pensare.

Il premio – appena qualche settimana fa – è stato assegnato a Kesz, un bambino di tredici anni che vive nelle Filippine. La sua storia fin dalla prima infanzia è fatta di abusi e vita tra la strada e la discarica. A cinque anni ha subito anche delle ustioni. Quando però ha compiuto sette anni non ha chiesto regali per sé, ma qualcosa che potesse aiutare lui e gli altri bambini di strada ad avere un futuro. È nata così un’associazione attraverso la quale Kesz in sei anni ha aiutato altri 10 mila bambini di strada nelle Filippine.

Tra i finalista c’era anche Anwara, sedici anni, del West Bengal in India. Quando suo padre è morto è stata venduta a un trafficante di esseri umani: è stata costretta a svolgere lavoro di domestica fino a quando, nel 2008, è stata liberata da una ong locale. Da allora si batte contro la tratta delle bambine e il matrimonio in età precoce.

Una terza storia è infine quella di Amina, quindicenne del Ghana, portata via da scuola a dodici anni per un matrimonio combinato. Sono stati i suoi insegnanti a mobilitarsi per fermare questo abuso. E da allora anche Amina nel suo Paese è diventata un simbolo del diritto all’istruzione per le bambine. (missionline.org)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 39 del 21 ottobre 2012