L’accoglienza è stato il suo tratto principale

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Gorizia. Mons. Dino De Antoni sta per consegnare il pastorale al successore. Il commiato domenica prossima

L’accoglienza è stato il suo tratto principale

La Chiesa goriziana si appresta ad esprimere il proprio ringraziamento all’arcivescovo Dino De Antoni (nella foto), suo Pastore dal 1999 ad oggi. Domenica prossima 30 settembre, alle ore 17 nella basilica patriarcale di Aquileia, mons. Dino presiederà una solenne concelebrazione eucaristica; accanto a lui – sull’altare – i nove sacerdoti diocesani ordinati nei tredici anni del suo episcopato.

Mons. Dino era stato nominato arcivescovo di Gorizia da papa Giovanni Paolo II il 2 giugno 1999; il 15 settembre 1999 aveva ricevuto nel Duomo di Chioggia l’ordinazione episcopale dalle mani del vescovo Angelo Daniel ed il 23 aveva dato inizio al suo servizio alla Chiesa goriziana. Fedele al programma per il proprio episcopato che aveva delineato durante la prima

messa celebrata nella cattedrale isontina (“insieme a voi figlio, con voi fratello, per voi al servizio”), mons. De Antoni ha fatto dell’accoglienza il vescovo_carlo_maria_redaelliproprio tratto più caratteristico. E la dimostrazione dell’importanza di tale atteggiamento la si può cogliere nel numero di singoli, associazioni, movimenti dell’ambito ecclesiale ma non solo che bussano in questi giorni alla casa del vescovo in partenza per poterlo salutare. Ma quello dell’accoglienza è stato anche il ministero che l’arcivescovo ha voluto e saputo trasmettere alla sua Chiesa, l’accoglienza dei fratelli che dall’Isontino sono transitati a migliaia, in fuga da situazioni di guerra e di violenza, avendo come unica certezza l’incertezza del domani; accoglienza delle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, aiutate – al di là del quotidiano impegno dei gruppi Caritas parrocchiali – in via straordinaria attraverso il “Fondo della solidarietà”; accoglienza del fratello in terra di missione grazie ad un’opera missionaria di evangelizzazione e promozione umana; accoglienza dell’uomo proveniente da Paesi lontani la cui cultura e religione diverse devono essere considerate sempre un possibile reciproco arricchimento. Significativamente, però, quella di domenica prossima non sarà l’ultima celebrazione solenne di mons. De Antoni in diocesi prima di consegnare il pastorale (domenica 14 ottobre) al suo successore, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (nella foto accanto). Sabato 6 ottobre, infatti, imporrà le mani sul capo di Giulio, attualmente unico goriziano nel seminario interdiocesano di Castellerio, per conferirgli l’ordinazione diaconale. Il dono migliore per il futuro della Chiesa goriziana. (Mauro Ungaro, direttore di “Voce Isontina”)

 

 

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 35 del 23 settembre 2012