Un’esperienza a L’Aquila

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Un’esperienza a L’Aquila

Tra le tante proposte estive, un po’ in sordina è partita e si è realizzata una iniziativa nata dalla Caritas Diocesana: trascorrere una settimana nelle zone terremotate de l’Aquila. Nata sommessamente all’interno dell’ambito Caritas, ha trovato quest’anno due persone che hanno accolto questa piccola sfida: Giada e Valerio. A loro va il nostro grazie per l’esperienza di prossimità che hanno potuto sperimentare unitamente alle loro impressioni che riportiamo in questo breve articolo.

 

Sicuramente l’estate ha dato la possibilità a tante persone di poter vivere giornate e settimane di grandi esperienze e di forte formazione… inseriamo anche questa. L’occasione è nata dalla richiesta di aiuto di una parrocchia di L’Aquila. Don Luciano, parroco di Pianola, ha chiesto come supporto a Caritas Triveneto degli animatori per poter proporre il Grest nel proprio oratorio. Essendo una novità erano necessarie delle figure di coordinamento dei giovani animatori nelle varie attività giornaliere.

Per poter coprire un periodo maggiore siamo partiti suddivisi nelle due settimane tra il 15 ed il 28 luglio. Le nostre giornate si dividevano tra il campo di Pile, dove alloggiavamo insieme agli altri volontari, e l’oratorio a Pianola. Molti erano anche i momenti in cui davamo la nostra disponibilità a svolgere altre attività secondo le necessità segnalate dal campo, che potevano variare dall’assistenza all’anziano allo svolgere lavori manuali.

Giada: L’impatto iniziale è stato forte in quanto per la prima volta ho potuto vivere la realtà di un campo terremotati “provvisorio” almeno nelle intenzioni iniziali. Nei giorni seguenti, grazie anche all’aiuto dei volontari presenti e la gioia di stare con i bimbi, ho potuto vivere appieno questa esperienza che mi ha regalato emozioni forti: la gioia dei bambini al nostro arrivo all’oratorio; la commozione negli occhi di una signora mentre parlava del marito defunto; la soddisfazione nel caricare la legna che sarebbe servita per preparare il pane e tanti, tantissimi altri ricordi.

Valerio: Avevo già avuto modo di vivere un campo terremotati con i Volontari dei Vigili del Fuoco: nel 2009 ero a Pizzoli a servizio della popolazione locale. Questa volta volevo tornare, da una parte incuriosito di come avrei trovato L’Aquila tre anni dopo, dall’altra pieno di voglia di dare un aiuto al parroco a gestire il Grest. Abbiamo cercato fin da subito di integrarci con i volontari del campo: devo ammettere che non eravamo molto abituati ai loro tempi – soprattutto alle lodi mattutine – ma dopo pochissimo siamo entrati nel ritmo. All’Oratorio l’organizzazione non era delle migliori, ma veniva sopperita dalla volontà di stare insieme. Il ballare e giocare a calcio erano le loro attività preferite. Nei momenti liberi al campo, non mancava il tagliare la legna, tagliare l’erba o altri lavori. Di questa esperienza porto dentro di me la gioia dei bimbi che anche con poco sapevano regalarci sorrisi, la forza e la voglia di darsi agli altri visibile negli occhi dei volontari del campo, l’entusiasmo dei ragazzi che come noi hanno deciso di impegnare il proprio tempo per il prossimo.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 32 del 2 settembre 2012