Una memorabile giornata dei Santi

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Una memorabile giornata dei Santi

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Lunedì 11 Giugno – solennità dei santi Felice e Fortunato Mm., patroni della città e della diocesi – alle ore 18 si è snodata, dalla piazzetta Vigo verso la Cattedrale, la tradizionale processione, con la partecipazione dei fedeli, di una folta compagine di ex allievi di don Bosco, della banda musicale cittadina – diretta dal maestro Loris Tiozzo – di autorità civili e militari, sacerdoti, canonici del capitolo cattedrale e del vescovo Adriano, con la presenza, altresì, di carabinieri in gran montura. Le statue dei Santi martiri figuravano accompagnate dalla locale Associazione Nazionale Marinai d’Italia e scortate da marinai della locale Capitaneria di Porto. È seguita, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, la solenne Messa Pontificale, presieduta dal presule clodiense e

concelebrata da mons. Alfredo Magarotto, vescovo emerito di Vittorio Veneto e vescovo già di Chioggia, e dai sacerdoti della città e della diocesi, nel corso della quale è stato conferito l’ordine del presbiterato al diacono Matteo Scarpa, nativo del litorale di Pellestrina. Assistevano al rito liturgico – con numerosi fedeli e parenti dell’ordinando – il sindaco avv. Giuseppe Casson, i decorati pontifici e dell’Ordine di Malta e numerose altre autorità civili e militari. Ai piedi dell’altare maggiore la bandiera della città di Chioggia – decorata di medaglia d’oro di benemerenza nazionale e di medaglia d’argento al valor civile – scortata da agenti della Polizia Locale in alta uniforme. Nel corso della Liturgia i canti – tra i quali il “Va’ ti libra” e il “Dum Decus” – sono stati sostenuti dalla corale polifonica mons. Vittore Bellemo, diretta dal maestro Enrico Mainardi, con all’organo il giovane Alex Bacci e con solista il tenore Isidoro Chieregato. All’offertorio, oltre al pane e al vino da consacrare, sono stati portati all’altare i frutti del mare, dono della Fondazione della Pesca. Nel mattino, sempre nella cattedrale – dove ai piedi dell’altare dei Santi Patroni, nella omonima cappella, figurava il tradizionale omaggio floreale della comunità clodiense con i fiori bianchi e rossi, colori della città di Chioggia, come parimenti sul nastro – alle ore 8 è stata celebrata la Santa Messa capitolare, seguita alle ore 9 dalla Messa per l’Unità Pastorale di San Giacomo, Sant’Andrea, San Domenico e Patrocinio di Maria Ss.ma e di San Filippo Neri e alle ore 10.30 dalla Messa per le parrocchie della Cattedrale, Maria Ss.ma Ausiliatrice e San Giovanni Battista. Nella città, addobbata con i tricolori e con l’esposizione dei damaschi e arazzi nelle abitazioni poste lungo il Corso – mentre nel palazzo municipale garrivano, tra le altre, la bandiera della città di Chioggia, con il trecentesco stemma “d’argento al leone di rosso”- continuo è stato, dal primo mattino sino alla tarda serata, l’afflusso dei fedeli alla cattedrale per venerare le reliquie dei Santi patroni; parimenti animata è risultata la città per la presenza della tradizionale fiera merceologica.

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Ricordiamo, infine, che giovedì 7 Giugno, nella solennità del Corpo e Sangue del Signore, il vescovo Adriano ha celebrato la Santa Messa alle ore 20.30 in cattedrale, alla presenza del clero della città e di numerosi fedeli. Nel corso della Liturgia Eucaristica – animata sempre dalla corale “mons. Vittore Bellemo” – è stato ricordato il terzo anniversario dell’ordinazione episcopale di mons. Tessarollo, affidando la sua persona e il suo ministero alla grazia dello Spirito Santo, con l’intercessione dei Santi Patroni Felice e Fortunato. È seguita, con grande solennità, la processione: dopo la croce astile, sono sfilati i bambini della Prima Comunione che spargevano lungo il percorso petali di rose, seguiti dai fedeli, dal clero, dal capitolo e dal vescovo Adriano, che incedeva sotto il baldacchino – portato dai fabbricieri della cattedrale – recando l’ostensorio con le Sacre Specie eucaristiche e con ai lati carabinieri in grande uniforme, in servizio d’onore. Seguivano il canonico penitenziere, i decorati pontifici e dell’Ordine di Malta, la Bandiera della città di Chioggia, scortata da agenti di P.L. in gran montura, l’assessore dr. Riccardo Rossi, in rappresentanza della civica amministrazione, il m.llo Salvatore dr. Centonze del comando Carabinieri, il vice presidente dell’Unione ex allievi don Bosco Dario Gallimberti ed altre personalità. Dopo la benedizione impartita dal presule, con le Sacre Specie Eucaristiche in piazzetta Vigo, la processione è terminata nella chiesa di Sant’Andrea, dove l’Eucaristia è rimasta esposta all’adorazione dei fedeli sino a mezzanotte.   (Giorgio Aldrighetti)

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Rubrica 

I GIORNI

La festa del popolo di Dio

Dov’è il popolo di Dio? Questa volta bisogna rispondere: in Chiesa e in strada. Abbiamo visto il popolo di Dio riempire zeppa zeppa la cattedrale a conclusione della processione dei Santi Patroni, che ha attraversato il Corso della città con una fila di persone tanto lunga che le potenti trombe dell’amplificazione non riuscivano a coprire interamente. C’è stata appena qualche giorno fa la processione serale del Corpus Domini, dov’era evidente che il Signore cammina con noi. Il popolo di Dio, dopo aver riempito due volte al mattino la cattedrale con le Messe delle parrocchie della città, vi ritorna nel pomeriggio, rafforzato dall’arrivo di gente da Pellestrina – patria del prete novello – e da tutto il circondario diocesano. Il cammino cominciato al molo di Vigo con l’abbraccio delle statue dei Santi Patroni Felice e Fortunato, si raccoglie ora nella preghiera attorno al nuovo prete. Dunque il popolo di Dio è qua. Ci si domanda: ma non eravamo tutti in crisi? Non eravamo una Chiesa travolta da scandali, corvi, dicerie? La nostra Chiesa locale diventa eco familiare dei grandi avvenimenti che ricompongono l’unità della Chiesa universale attorno al Papa e ai vescovi: riviviamo nel nostro piccolo l’Incontro mondiale delle Famiglie a Milano; riproduciamo in sedicesimo i centomila del pellegrinaggio Macerata-Loreto. Il prodigio l’hanno fatto i martiri Felice e Fortunato, e un prete novello: il passato e il presente insieme, in attesa di un buon futuro. Appare strano che si possa oggi venire catturati mente e cuore per tre ore di fila tra canti, cori, preghiere, prediche, prostrazioni, finendo con lo spellarsi le mani d’applausi. È tutta esteriorità, è una bella apparenza? Allora si è trattato di una esteriorità ben curata, con un apparato cerimoniale finanche impeccabile. Non però un cartoccio vuoto. Qui il mistero di Dio, presente nel Corpo e Sangue di Cristo e dato in consegna al ministero di un nuovo sacerdote, viene incontro al bisogno e al desiderio del cuore di tutti. La liturgia lo comunica con gesti consueti e straordinari, con parole nuove e antiche, con una schiera imponente di preti in presbiterio, con la voce risuonante del vescovo Adriano e la presenza discreta del vescovo Magarotto. Anche il chierico posto alla guida dei canti dell’assemblea esprime un guizzo di bravura, mentre il coro esalta tutta intera la bellezza della celebrazione. Dovremo tornare a credere alla grazia dello Spirito Santo, che raduna il popolo di Dio e rinnova ciascuna persona nella letizia e nella decisione della vita. (don Angelo)

 

 

 

Fede risvegliata

La festa dei Santi Patroni della città ha risvegliato il popolo di Dio, richiamandolo alle sue lontane origini di appartenenza. Una folla paragonabile a quella che seguiva Gesù lungo le strade della Galilea, affascinata dalla sua divina umanità, ha accompagnato con commossa devozione i santi Felice e Fortunato, coloro che, nella sequela di Cristo, sono stati il massimo esempio.

In un contesto contrastante si sono fuse le due diverse tipologie della festa: da una parte il corteo religioso e dall’altra il popolo della tradizione, che da bravo testimone ha manifestato la sua appartenenza con canti e preghiere, e giovialità. La cerimonia, in una Cattedrale gremita di gente, è stata un vero dono di Dio, anzi due, grazie all’ordinazione presbiterale di don Matteo Scarpa. Una celebrazione solenne e bella a partire dal “cuore” della Chiesa, un cuore tutto rosso di circa ottanta sacerdoti, a richiamare il sangue versato dai martiri, preziosamente avvolto in una splendida cornice di voci corali. Per ultimo, ma non senza merito, il popolo, che ha seguito per la maggioranza in piedi, incurante della fatica, tutta la celebrazione durata quasi due ore. Questo “non accorgersi” della stanchezza è reso possibile solo quando ci si accorge che a reggere ogni sacrificio c’è una Presenza tanto attesa e desiderata: Cristo tra noi. Il desiderio di appartenenza a Cristo, a volte assopito nel profondo dell’anima, è esploso con vigore, suscitato dai testimoni del passato che rivivono ancora. La felicità che ha invaso tutti i cuori non è dovuta ad un’emozione del momento, pronta a svanire in fretta, ma alla certezza di aver incontrato Gesù, reso vivo e presente in questi luoghi e, come le folle di un tempo, nel grande abbraccio della Chiesa, essersi sentiti figli amati. (Mirella)

1. ordinazione don matteo2 2- ordinazione don Matteo1 2bis - Ordinazione presbiterale11612-7
3 - Ordinazione presbiterale1162-4 3bis - ordinazione don matteo 3 4. Ordinazione presbiterale11612-5
5. Ordinazione presbiterale11612-6 6 - Ordinazione presbiterale2012-3 ok 6bis - ordinazione don matteo 4
6ter - Ordinazione presbiterale2012-1 7 - Ordinazione presbiterale11612  

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 24 del 17 giugno 2012