La povertà nel Delta

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La povertà nel Delta

La sera dopo l’incontro di Chioggia, mercoledì 23 maggio il prof. Tiziano Vecchiato ha presentato a Porto Viro alcuni dati riguardo il tema della povertà nel territorio della provincia di Rovigo afferente alla nostra Diocesi. Una buona presenza (nella biblioteca comunale) e ancor di più ben qualificata, con gli assessori alle politiche sociali e la presenza di Asl e Provincia. I dati hanno fatto riferimento a quella particolare forma di presenza che si è venuta a creare nel Basso Polesine attraverso il Fondo di Solidarietà che vede l’impegno sinergico di vari attori: la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Consorzio di Sviluppo del Polesine, il Centro per l’impiego della Provincia, i Comuni e la Caritas. L’importo erogato complessivamente nelle

forme di borse lavoro e voucher è di circa Euro 190.000. In realtà i dati offrono uno spaccato sulla ‘fame di lavoro’ presente oggi nella zona bassopolesana caratterizzata da relativamente poche attività produttive e con una delle popolazioni più anziane del Veneto. Occorre incentivare le forme di aiuto alle persone che possono trovare nell’offerta lavorativa un aggancio per rimanere nel territorio e creare una situazione di relativa serenità economica. Queste forme di aiuto oggi sempre più si configurano come un mix tra pubblico e privato sociale, nelle sue varie declinazioni (volontariato, cooperazione…). Vanno quindi riletti in forma nuova anche i rapporti tra Municipalità e parrocchie, tra forme del volontariato ed enti pubblici; infine si prospetta un ruolo per le Fondazioni Bancarie in questo momento di crisi sempre più attente a quello che possiamo considerare il ‘bene pubblico’. Negli interventi dei vari assessori comunali e foto caritasdell’assessore provinciale Marinella Mantovani si è auspicato un’ulteriore sinergia tra i vari soggetti, anche grazie alla reiterazione di fondi che la Fondazione Ca.Ri.Pa.Ro ha erogato per l’area di competenza di Padova e di Rovigo. Ma ciò che ancor di più si rende necessario è passare da una mentalità dove le persone vengono ‘inviate’ ai Centri di Ascolto della Caritas, quasi ritenendo che lì ci sia in automatico la soluzione dei problemi, ad un vero e proprio accompagnamento che faccia emergere la capacità educativa di vicinanza e prossimità delle nostre parrocchie. È ancora una volta un lavoro culturale ed ecclesiale di accoglienza, di crescita, di sensibilità per rendere le comunità cristiane protagoniste delle sfide di questo tempo. Interessante il dato riguardante l’aiuto alle persone che – con un’analisi appena più in profondità – è in realtà un aiuto alla famiglia. La famiglia nella sua fragilità e debolezza si presenta come la vera ‘richiedente aiuto’. Bisognerà approfondirlo questo dato per non affrontare il tema della famiglia e delle molteplicità delle forme familiari in termini solamente morali e/o spirituali. La famiglia con tutte le sue contraddizioni si pone al centro di una seria analisi sulla/sulle povertà. Da qui ripartiamo per la presenza e per il lavoro della Caritas nei mesi avvenire. (M. C.)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 22 del 3 giugno 2012