Paternità e maternità responsabili

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Paternità e maternità responsabili

Consultorio diocesano. Incontri con le giovani coppie sui metodi naturali

A dire il vero, non era cosa scontata che al termine del Corso di preparazione al Matrimonio cristiano sei coppie accettassero di continuare la loro preparazione al sacramento, aggiungendo ulteriori appuntamenti, per approfondire la metodologia di regolazione naturale della procreazione attraverso il Metodo Sintotermico Rotzer. Penso che per le giovani coppie di fidanzati che hanno accettato questa piccola sfida ci sia stata l’intuizione di fondo ritenendo i metodi naturali buoni per la loro non invasività e, in un tempo dove tutto ciò che violenta la natura è ritenuto positivo, questo sia stato un buon motivo per iniziare. Subito dal primo incontro si è visto che la dicitura ‘metodi naturali’ non significava assenza di impegno, di studio, di comprensione della nostra fisicità, in maniera particolare della corporeità femminile, dei suoi tempi, ritmi e ‘segnali’ che il corpo della donna manda e che chiedono di essere interpretati. Così per due incontri

con tabelle, carta, penna e buon volontà, guidati da Paola e Franco Crivellari, le persone si sono sperimentate in simulazioni di cicli mestruali, di segnali sulla temperatura e sulla costanza/perseveranza di capire i periodi fertili e infecondi. Esperienza utile anche se non fine a se stessa; non importa solo sapere e conoscere, perché c’è una mentalità, una cultura (che chiamiamo cultura della vita) da interiorizzare. Si possono sperimentare e vivere i metodi naturali con un approccio totalmente chiuso alla vita (anticoncezionale) e anche ritenere che i metodi naturali servono per non avere figli è una affermazione errata nella sua sostanza e radice. I metodi naturali sono stati pensati per chi desidera vivere la paternità e la maternità al momento giusto e nella situazione giusta, quando nella vita di coppia –dopo aver seriamente sperimentato il ‘vivere in due’– si decide di generare la vita di un altro essere. Si decide di avere un figlio all’interno di un cammino dove, partendo da fidanzati, si scopre e si condivide in maniera graduale e sempre più profonda quello che abbiamo Schermata_04-2456026_alle_12.09.28chiamato “l’esperienza dell’altro/dell’altra” quell’impossibile necessario che è la coppia, il matrimonio. Certo – come diceva il Vescovo Adriano che ha partecipato al terzo e ultimo incontro – c’è da cambiare una mentalità, una cultura anche per noi credenti, figli – anche per la nostra educazione religiosa – di una concezione che vedeva nella sessualità una incomparabile sfera di peccaminosità. E’ anche vero che in una società pansessualista dove un po’ tutto parla di sesso, un’occasione formativa come quella proposta dal Consultorio Diocesano è una vera e propria “purificazione della mente e del cuore” di fronte all’intontimento collettivo che i mass media quotidianamente ci fanno rintronare nel cervello. Abbiamo parlato della sessualità, della relazione sessuale tra uomo e donna con un linguaggio molto più esplicito delle trasmissioni televisive, ma ne abbiamo parlato con libertà, fugando dubbi e incomprensioni. Significative le parole dette al termine del Corso da un giovane fidanzato: “Non avrei mai creduto che la Chiesa fosse così aperta sulla dimensione della sessualità e della vita di coppia”. Ancora una volta sembra essere vincente l’opzione culturale e la proposta di luoghi e spazi formativi per piccoli gruppi, per esperienze che mettano le persone in grado di entrare in sintonia con i problemi fondamentali del vivere. E’ il servizio che in questi anni sta maturando il Consultorio Diocesano che, oltre ai servizi classici di consulenza etica, psicologica e legale, ha proposto e sta proponendo con il servizio di Pastorale della famiglia anche questi incontri per giovani coppie, per i padri separati e per le coppie di famiglie ricostituite dopo un divorzio o una separazione, oltre ad essere inserito a pieno titolo nei Piani di Zona dell’Asl 14 di Chioggia– Cavarzere e di collaborare con il Consultorio Pubblico della stessa Asl. Anche queste sono sfide della modernità, anzi del postmoderno. Le accettiamo e su queste ci sperimentiamo con modi sempre nuovi di esprimere la nostra fede in Gesù Cristo.   (M. C.)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 14 dell’8 aprile 2012