Cristo, un amore che prende la vita

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Cristo, un amore che prende la vita

Pietro Barcellona racconta il suo incontro con Gesù

Questo terzo appuntamento era necessario. Dopo essere stati garantiti, nel primo incontro curato dal professor Rinaldo Fabris, sulla storicità di Cristo e sulla veridicità dei Vangeli; dopo aver ascoltato l’accurata presentazione del Cardinal Amato sulla identità personale di Cristo, uomo e Dio, era necessario un passo ulteriore. Gesù Cristo è un personaggio del passato o anche del presente? Un uomo d’oggi, un europeo del nostro tempo, lo può ancora incontrare e riconoscere come Salvatore? Martedì 27 marzo, in Auditorium a Chioggia, ci siamo imbattuti in un uomo che dice di averlo incontrato, accogliendolo quasi in una forma di innamoramento. Il professor Pietro Barcellona ci ha raccontato la sua originalissima storia. Ragazzino, negli anni della guerra i genitori lo tennero in casa affidandolo a una precettrice; il ragazzo leggeva libri e sognava. Ben

presto accadde l’impatto con la realtà, nel cortile dell’oratorio salesiano, nella scuola e nell’attrattiva della filosofia. Si sentiva provocato dalla ‘volontà di potenza’, legata al senso della ‘proprietà’ come rottura dei legami sociali, fino alla negazione dell’idea di natività che è il primo rapporto costitutivo della persona. La nostra società moderna accentua l’isolamento e rompe i rapporti; viene cancellata ogni idea di avere un qualche debito verso qualcuno. Per reazione, il giovane Barcellona si appassiona al Partito Comunista. Inopinatamente è scelto come segretario del prof. Barcellona1partito nella sua città, Catania. Scopre la realtà dei quartieri popolari, degli uomini vivi, la commistione tra politica e religione, culminante nelle feste dei santi patroni. Si introduce in una vera esperienza di fraternità e diventa punto di riferimento del popolo comunista. Dall’altra parte si muovono i cattolici, dietro ai quali c’è un prete. I ‘due nemici storici’ non si erano mai incontrati personalmente.

L’incontro effettivo avviene casualmente sei anni fa. E’ una nuova apertura della vita. Tra i due nasce una collaborazione sul piano culturale, con alcuni libri scritti insieme. Un titolo significativo: L’ineludibile questione di Dio. E’ un successo. Il prete, don Francesco Ventorino – per tutti don Ciccio – avanza un’altra proposta: ‘Facciamo insieme un libro su Cristo’. Il nostro si schermisce, denunciando la propria incompetenza, ma poi accetta. Dopo una settimana, l’amico prete deve cedere le armi per una grave operazione. Barcellona continua il lavoro da solo, redigendo ogni giorno una scrittura su Cristo che manda a don Francesco come segno di partecipazione alla sua malattia. Si dedica a una lettura esclusiva, costante e appassionata del Vangelo, e ripercorre il film di Pasolini sul Vangelo secondo Matteo, paragonando di volta in volta i fatti della propria vita con i fatti della vita di Cristo: la nascita, le tentazioni, i rapporti di Cristo con le donne, la morte e l’intera sua persona. In questo modo, Cristo entra così profondamente nella sua vita, da suggerirgli la sensazione – man mano che il lavoro procede – che Gesù sia lì presente. Le cose scritte gli appaiono quasi dettate da una voce esterna, come un alito che soffia sul collo. Non un Dio lontano, ma vicino come una persona cara.

prof. Barcellona2Barcellona rievoca i tempi andati, quando, nel crollo del comunismo, vide rompersi la sua comunità di affetti, sparire gli amici, svaniti nel nulla o imbarcati con i nuovi padroni. Una solitudine dolorosa che lo indusse a un lungo periodo di analisi nel quale ebbe modo di ritrovare se stesso nel rapporto con il ‘padre’. Proprio nell’incontro con Cristo, Barcellona ritrova pienamente se stesso, viene ridonato a se stesso da un’esperienza di amore e comunione. Qui il nostro relatore esprime gli accenti più intensi della sua nuova scoperta. Al centro di questa ritrovata esperienza c’è un innamoramento: la via per incontrare Gesù Cristo non è semplicemente la teologia o la storia – pur utili per la loro parte – ma un’attenzione amorosa. Il Vangelo è tutto un racconto di amore. L’amore non è tanto dono di sé, quanto ricezione dell’altro; si diventa ricchi per questa accoglienza: uno cancella se stesso diventando altro, ma in questo modo si rafforza. La comunione è mangiare insieme, mangiare la stessa cosa, mangiare il corpo dell’altro.

Proprio su questo punto Barcellona confessa il proprio inceppamento. Egli è fermo alla soglia della vita sacramentale, rispetto alla quale è bloccato da una sensazione di indegnità. Così come la sua esperienza della fede come amore rimane intrigata di fronte prof. Barcellona3all’organizzazione ecclesiale, che egli ritiene necessaria, ma non vede immediatamente proiettata sulla linea della comunione e dell’amore. Qui il suo ‘amico prete’ lo sta tallonando. Quest’uomo vero e sincero, attende ancora di fare un ulteriore passo.

L’uditorio che per la terza volta ha riempito tutti i posti del vasto Auditorium Comunale, segue con intensa attenzione questa testimonianza, cogliendone il valore e la problematicità. Alla fine della serata il vescovo Adriano ripercorre i tre incontri su Gesù, puntualizza la necessità dei vari passi della fede, riannodandoli un una esperienza di unità. La sorgente dell’amore è Dio, l’orizzonte dell’amore è costituito dai fratelli. Cristo ancora si incontra oggi e la Chiesa sempre si rinnova nella vita dei cristiani. (Angelo Busetto)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 13 del 1 aprile 2012