Quaresima – Cammino unitario 5ª DOMENICA di QUARESIMA / B (25 marzo)

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Quaresima – Cammino unitario

5ª DOMENICA di QUARESIMA / B (25 marzo)

MESSAGGIO – “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo…” (Gv 12, 20 – 33)

Gesù è a Gerusalemme per celebrare la festa della Pasqua ebraica. Vi erano anche alcuni pagani che erano saliti per il culto durante la festa. All’Apostolo Filippo chiedono: “Vogliamo vedere Gesù”. I discepoli lo riferiscono a Gesù. Gesù parla di una gloria che è legata all’immagine del seme che muore. Il seme che va sottoterra diventa presupposto di fecondità e di vita; per il seme, cioè, la possibilità di dare frutti esiste nella misura in cui è disposto a scomparire del tutto per fare spazio alla vita nuova che ha in sé. Allo stesso modo, Gesù per essere innalzato e attirare tutti a sé deve prima scendere nella terra, cioè deve prima morire.

 

Questa è l’ora in cui è “glorificato il Figlio dell’uomo”, questa è la gloria di Gesù: riuscire a svuotarsi di sé per lasciare posto all’azione di Dio. La grandezza sta proprio nel donarsi. Vivere, perciò, equivale a dare la vita: il chicco che non muore sottoterra può essere beccato dagli uccelli oppure ammuffisce; se viene seminato, rispunterà sotto forma di una nuova pianta: conoscerà una nuova vita. La morte del nostro io fa crescere Dio in noi e consente di diventare creature nuove. “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”.

DALLA LITURGIA ALLA VITA – Una vita da donare

Nel simbolo del chicco di grano è racchiuso il mistero pasquale di morte e risurrezione. È il mistero verso il quale cammina il popolo di Dio non soltanto liturgicamente nel tempo della Quaresima, ma anche esistenzialmente nella ricerca di dare un significato alla propria vita.

In questa domenica si pone l’accento sulla recita del Credo, sul richiamo ai misteri principali della nostra fede. Si costruisca una modalità particolare con cui professarla: le promesse battesimali oppure il simbolo apostolico, oppure un testo preparato “ad hoc”. È significativo se il testo viene riprodotto in un cartoncino da consegnare a tutti subito dopo l’omelia, idoneo ad essere portato anche a casa.

In famiglia si può riprendere nell’arco della settimana il testo utilizzato in chiesa. Genitori e figli potrebbero elencare le situazioni di vita in cui si è chiamati a incarnare il mistero pasquale di morte e risurrezione: sofferenze o malattie particolari di qualche membro della famiglia, le fatiche del lavoro e dei servizi familiari, le rinunce a cui induce anche l’attuale crisi economica ecc. per evidenziare i frutti che si ricavano a livello di qualità della vita e del suo significato.

Anche in questa settimana si può sostare a riflettere su quegli spazi e quelle situazioni, che spesso sono gratificanti ma che rappresentato vere e proprie dipendenze. Quali sono le mie/nostre situazioni di “dipendenza” come persone e come comunità? La televisione, internet, il cellulare, il gioco, il fumo ecc. A quali di queste “abitudini” devo morire? Quali stili di vita evangelici ed “ecologici” posso iniziare ad assumere nella mia vita? Posso far conoscere alla mia famiglia e alla comunità tutta l’esperienza del Commercio Equo e Solidale? È possibile anche far conoscere la proposta dei vari gruppi e Istituti Missionari per un’esperienza estiva in terra di missione o la proposta Caritas per una condivisione in Congo sul recupero dei bambini soldato.

(Altre indicazioni sul sito www.nuovascintilla.com)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 11 del 18 marzo 2012