“Su di te sia pace”. L’ecumenismo di papa Francesco alla tomba di San Nicola di Bari

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01-07-2018

Sabato 7 luglio papa Francesco si recherà a Bari per una giornata di riflessione e preghiera sulla situazione drammatica del Medio Oriente, un incontro ecumenico per la pace al quale sono invitati i capi di Chiese e Comunità cristiane di quella regione. Un evento che il Pontefice esorta a preparare con la preghiera di tutte le comunità cristiane. Con questo viaggio papa Francesco intende chiamare tutti alla giustizia, alla pace, al rispetto della dignità della persona umana e, in particolare, alla difesa dei cristiani, di quelli perseguitati e di quelli che vivono ancora in mezzo ai bombardamenti quotidiani, al terrorismo, alle vendette e uccisioni, costretti alla fuga e all’allontanamento dalle proprie famiglie.

Il papa si dà fare con preghiere, viaggi e incontri per offrire occasioni di riflessione e di apertura al dialogo ecumenico e per chiedere al Signore riconciliazione, prosperità e pace per il Medio Oriente. Il papa ha avuto modo di attirare l’attenzione anche più ampia sull’ecumenismo, in occasione dell’incontro della settimana scorsa a Ginevra con il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Specie nell’omelia della celebrazione eucaristica Papa Francesco, facendo riferimento alla preghiera del Padre Nostro, ha riassunto in tre parole il suo messaggio, tre parole “che ci portano al cuore della fede”: padre, pane e perdono, ha commentato. La parola ‘Padre’ è la chiave di accesso al cuore di Dio. Il Padre nostro è la preghiera del noi, della Chiesa. Ogni volta che facciamo il segno della croce all’inizio della giornata e prima di ogni attività importante, ogni volta che diciamo ‘Padre nostro’, ci riappropriamo delle nostre radici comuni.

Dicendo ‘Padre nostro’ affermiamo che ogni essere umano ci appartiene. Gesù è il ‘Pane quotidiano’, ‘alimento base per vivere bene’. Se non è Lui il nostro cibo di vita, il centro delle giornate, il respiro della quotidianità, tutto è vano. La terza parola è ‘Perdono’. Francesco sottolinea che il Padre è felice quando ci amiamo e perdoniamo di vero cuore. È difficile perdonare, ma il Signore pretende come dono il nostro perdono. “Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi”. Perdonarci tra noi, riscoprirci fratelli dopo secoli di controversie e lacerazioni, quanto bene ci ha fatto e continua a farci! Il Padre è felice quando ci amiamo e perdoniamo di vero cuore. Chiediamo questa grazia: di non arroccarci con animo indurito, pretendendo sempre dagli altri, ma di fare il primo passo, nella preghiera, nell’incontro fraterno, nella carità concreta.

Così saremo più simili al Padre, che ama senza tornaconto. Ed egli riverserà su di noi lo Spirito di unità. Una sensibilità e un sogno ecumenico che il papa vuole risvegliare in tutti i cristiani e innanzitutto nella Chiesa Cattolica che egli è chiamato a guidare. Forse ne abbiamo bisogno anche noi, perché ogni Confessione cristiana non sia un recinto chiuso ma una parte dell’unico Ovile sognato da Gesù e per il quale Egli ha pregato e si è donato.

 + Adriano Tessarollo