Ha saputo “lavare i piedi” a tanti

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Esequie di p. Giancarlo Piovanello
06-04-2023

Chioggia, 6 aprile 2023

Padre Giancarlo è tornato alla casa del Padre in questa settimana santa. La morte nel giorno anniversario della sua ordinazione presbiterale e le esequie oggi giovedì santo.

La liturgia non ci permette di celebrare l’Eucaristia in questo triduo verso la Pasqua perché tutto è concentrato sul mistero della cena, della passione, morte e risurrezione di Gesù. La liturgia ci dice che in questi tre giorni nient’altro deve distrarci dal mistero pasquale del Signore.

In realtà la morte di un nostro fratello non ci distrae dal mistero pasquale, ma ci permette di sentirlo ancora più reale. Credere nella risurrezione davanti alla bara di un uomo che ha dato la vita per annunciare e testimoniare la Pasqua ci aiuta tutti a viverla oggi, adesso, pur tra lacrime e speranza, domande e dubbi, fiducia e abbandono nelle mani del Signore risorto.

All’inizio questa circostanza, non poter celebrare l’Eucaristia, mi è sembrata uno piccolo schiaffo soprattutto di fronte alle esequie di un prete che si è nutrito quotidianamente dell’Eucaristia; come si poteva privare questo momento proprio del dono del pane spezzato e del vino della nuova alleanza?

Ma le letture di questo giorno, quelle che saranno proclamate nella Messa in cena Domini, mi hanno messo davanti la scena della lavanda dei piedi che l’evangelista Giovanni colloca in quella cena dove gli altri evangelisti raccontano invece l’istituzione dell’Eucaristia.

Ho pensato che tuto questo più che uno schiaffo era una carezza per tutti noi, per la famiglia naturale di Giancarlo, per quella spirituale, la Comunità missionaria, per questa diocesi. Una carezza, ma anche una Parola precisa che bene interpreta la vita di un prete e di un missionario e in particolare di Giancarlo.

Giancarlo è stato un discepolo che ha lavato i piedi a tante persone: da giovane come catechista e animatore, specialmente tra i ragazzi, con una particolare sensibilità verso gli ultimi, soprattutto le persone con disabilità fisica e gli anziani.

Da seminarista a Padova in anni nei quali molte vocazioni giovanili portavano la freschezza della vita parrocchiale fatta di servizio e disponibilità.

Ha lavato i piedi quando ha scelto il servizio civile in tempi in cui questa scelta non era un’opzione accanto ad altre. Poi nella Caritas e infine quando ha risposto alla chiamata missionaria, prima in Costa D’Avorio e poi per 25 anni in mezzo a noi. Una figura stimata in questa diocesi e in particolare nel Delta dove è sorta la comunità missionaria, punto di riferimento per tante persone.

Oggi l’Eucaristia ha i tratti della lavanda dei piedi, è l’Eucaristia della vita, è l’Eucaristia di padre Giancarlo, e dei tanti piedi che ha lavato, cioè delle persone che ha servito, accompagnato, animato, aiutato, amato.

Per l’evangelista Giovanni la lavanda dei piedi è l’altra faccia dell’Eucaristia, è l’Eucaristia della vita.

Nell’ultima cena raccontata da Matteo, Marco e Luca, Gesù spezza il pane, offre il vino e dice: «Fate questo in memoria di me». Dopo la lavanda dei piedi ci sono parole analoghe: «Io vi ho dato l’esempio perché come ho fatto io, facciate anche voi così».

Gesù ci ha affidato due modi particolari per renderlo presente e vivo oggi: uno cultuale, l’Eucaristia e l’altro esistenziale: la lavanda dei piedi. Entrambe sono essenziali per l’edificazione della comunità e devono rimanere in relazione tra loro. Se l’Eucaristia fa la Chiesa, la lavanda dei piedi evidenzia e sostiene l’identità e lo stile dell’essere Chiesa. L’Eucaristia da sola non basta, rito e vita si richiamano a vicenda. La lavanda dei piedi, cioè l’amore e il servizio, rendono vera l’Eucaristia e questa rende sacro il servizio e l’amore nella comunità.

Il gesto della lavanda dei piedi era usuale nell’antico Oriente. L’ospite arrivava dopo aver percorso strade polverose e un domestico eseguiva questo gesto di accoglienza e ospitalità. L’anomalia sta tutta nel fatto che è Gesù a compiere il gesto e che l’azione avviene non prima ma dentro il pasto.

Il gesto viene descritto senza tralasciare nessun particolare. C’è una ieratica lentezza, tutto è fatto con calma, con solennità come se si trattasse di un’azione sacra, di una liturgia: le vesti, l’asciugatoio, le parole. Proprio questo modo di fare toglie al gesto i tratti dell’umiliazione di Gesù davanti ai discepoli. Gesù si abbassa nel segno dell’accoglienza e dell’ospitalità. Lavare i piedi, servire i fratelli è una vera liturgia.

Lavando i piedi Gesù esprime la piena coscienza di essere Dio, esprime la sua essenza di Dio. Chi è Dio? È colui che lava i piedi, colui che serve. Dio è colui che è capace di un amore incondizionato. La sua gloria è questa. La sua onnipotenza è l’amore senza confini. Dio è amore e l’amore è umiltà non umiliazione. L’umiliazione è per gli orgogliosi, l’amore è umile.

Giancarlo ha lavato i piedi a tante persone, con semplicità, col suo sorriso, con la sua simpatia contagiosa, con la concretezza che gli apparteneva. Ha servito la comunità missionaria e anche le nostre piccole parrocchie del Delta, con semplicità. Un prete dell’Eucaristia, un prete del servizio e del dono di sé.

L’evangelista Giovanni ci racconta che Pietro fa fatica ad accettare quello che sta facendo Gesù. Chi si sente investito di un amore così grande e gratuito prova disagio, sente che non potrà mai ripagarlo. Pietro fa fatica ad accettare un amore così grande. «Non lo accetterò mai, in eterno».

È difficile amare, è difficile anche lasciarsi amare; è difficile donare, è ancor più difficile abbandonarsi, questo richiede fiducia nell’altro, fede in Dio; è difficile stare nudo di fronte a Dio e ai fratelli mostrandomi per quello che sono, senza maschere, accettando che Dio e gli altri mi vedano per quello che sono, vedano i miei piedi sporchi e non come vorrei mi vedessero.

Pietro è l’emblema dell’uomo sicuro di sé, con una personalità ricca, capace di altisonanti professioni di fede come anche di fughe repentine, entusiasta e facile agli abbattimenti, sanguigno e creativo. Gesù lo chiama ad essere «roccia», guida, leader, gli affida un ruolo che ora Pietro con sincerità vuole difendere e promuovere… Com’è possibile per lui che è roccia lasciarsi lavare i piedi da Gesù?

Ma a Pietro Gesù sembra dire: «Ti amo come persona, come Pietro, ti amo per quello che sei, non per il ruolo che occupi, lascia che io lavi i tuoi piedi e lascia che questi piedi li vedano anche gli altri… lasciati amare!».

Oggi celebriamo l’amore che Gesù ha avuto per Giancarlo, fin dal grembo materno, chiamandolo alla vita, alla vita cristiana e anche a donarsi a Lui e ai fratelli. Gesù per primo ha lavato i piedi a Giancarlo e questo l’ha reso capace di fare lo stesso.

Certamente anche Giancarlo, come Pietro, avrà fatto resistenza, e oggi siamo qui anche a invocare il Padre perché perdoni tutte le debolezze e le fragilità di Giancarlo. Le esequie sono anche una preghiera di suffragio, una richiesta di perdono. Tutti ne abbiamo bisogno.

Sono passati otto anno dalla scoperta della malattia, poi l’intervento e la fiducia nella guarigione. Ogni volta che ci vedevamo Giancarlo mi descriveva i suoi passaggi con la sua solita grinta e il suo innato ottimismo. Quando si è reso conto che le cose stavano precipitando ha parlato della sua morte chiedendo che i funerali fossero celebrati in questa Cattedrale dove era stato ordinato prete. Ha voluto essere tra noi lo scorso 11 febbraio, giornata del malato e ha ricevuto l’unzione degli infermi per essere sostenuto nella sua lotta per la vita.

Nei giorni successivi mi ha mandato un messaggio vocale: «Scusami del messaggio vocale ma faccio fatica a “struccare” bottoni. Grazie per sabato, è stato un momento di grazia ricevere l’unzione dal mio Vescovo: un significato umano, spirituale ed ecclesiale. Ti ringrazio di cuore e spero di vederti presto. Sei stato molto delicato. Ti ricordo e restiamo uniti». Allargo queste parole a tutti voi, familiari, fratelli e sorelle della comunità missionaria, cristiani e amici di Giancarlo, per la premura e la delicatezza con cui l’avete accompagnato; oggi a tutti voi Giancarlo ripete: «Siete stati tutti molto delicati».

Giancarlo che ha lavato i piedi di tanti, ha avuto la grazia di avere accanto tante persone che gli hanno lavato i piedi. Non sarà stato facile per lui accettare tutto questo come non lo è stato per Pietro. Dal cielo padre Giancarlo interceda per la comunità missionaria e per questa diocesi continuando a lavare i nostri piedi da lassù.

+ Giampaolo, vescovo