Solennità e devozione popolare

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Santi Martiri Patroni Felice e Fortunato

Solennità e devozione popolare

Lunedì 11 giugno ricorre la solennità dei santi Felice e Fortunato, patroni della città e diocesi di Chioggia. A tal riguardo osserviamo che il medievalista Jacques Le Goff afferma che per la maggior parte degli uomini del Medioevo, soprattutto prima del Duecento, un santo è in primo luogo un morto illustre, di cui non si conosce con precisione la storia, ma di cui si sa che in vita ha sopportato persecuzioni e patimenti per l’amore di Dio. Di qui l’importanza fondamentale del corpo, solo punto di contatto fra i servi di Dio e i fedeli che li veneravano, nello sviluppo dei culti e delle leggende. A partire dal secolo XIII, questa aspirazione al patrono si ampliò estendendosi alle comunità profane: la più piccola città, la più modesta confraternita vogliono ormai avere un santo patrono proprio. Questo stato

d’animo si manifestò con particolare vigore in regioni come l’Italia comunale o la Germania del Sud, dove il particolarismo locale e il patriottismo cittadino erano specialmente sviluppati; ma la rivendicazione non fu meno appassionata nei paesi periferici della cristianità, meno provvisti degli altri in fatto di santi e di reliquie. Così anche per Chioggia che, dagli inizi del XII secolo, conserva le reliquie dei santi martiri Felice e Fortunato. Lo slancio di fede e di amore patrio con il quale il popolo clugiense 330 proc.santi patroniaccolse le reliquie dei Santi fu così ardente che ben presto furono proclamati patroni principali della città e diocesi. I nostri santi Protettori vennero martirizzati, all’inizio del IV secolo, durante la violenta persecuzione contro i cristiani, decretata dagli imperatori Diocleziano e Massimiano. Alcuni cristiani di Aquileia, e altri che provenivano da Vicenza, città natale di Felice e Fortunato, accorsero subito nel luogo del martirio; i primi per dare loro una dignitosa sepoltura, gli altri per trasportare parte dei venerati resti mortali nella città berica, dove vennero, poi, collocati nella basilica antica, che assumerà il titolo dei santi Felice e Fortunato. Le reliquie che rimasero, invece, in Aquileia, nel tempo passarono a Grado, poi a Malamocco e nel 1110 pervennero a Chioggia, con il trasferimento della sede episcopale. Vicenza, che aveva per patrono principale san Vincenzo di Saragozza diacono e martire, sostituito, poi, dalla B.M.V. di monte Berico, faceva “memoria” del martirio dei santi Felice e Fortunato, patroni secondari della città, da tempo immemorabile, il 14 maggio, anticipata poi al 13 maggio con la riforma del calendario liturgico dopo il Concilio Vaticano II, cadendo il 14 maggio la festa di san Mattia ap.lo, mentre la chiesa di Aquileia pone il ricordo del martirio al 13 agosto. Per la comunità di Chioggia, la solennità della morte per la fede dei santi Felice e Fortunato, nel medioevo, era fissata, come per Vicenza, al 14 maggio sino al Sinodo del vescovo clodiense Lorenzo Prezzato, tenutosi nell’ottobre del 1603, mentre la “memoria” della traslazione delle reliquie dei santi Patroni da Malamocco a Chioggia, veniva ricordata il 27 settembre. Con la correzione del “Martirologio Romano”, ad opera del cardinale Baronio, il vescovo Prezzato fissò la solennità del martirio dei Santi – festa principale – l’11 giugno, conservando la festa del 14 maggio (I Santi delle rose) come ricordo della traslazione delle reliquie.

Il calendario liturgico proprio della diocesi di Chioggia, attualmente in vigore, per i nostri Patroni pone all’11 giugno la solennità del martirio, mentre al 27 settembre, data già in uso nel medioevo, il ricordo della traslazione delle reliquie.

Chioggia, nei secoli, ha sempre riservato, ai santi Felice e Fortunato, un culto specialissimo, raffigurandoli, di norma, nei santini e nelle statue con abiti militari romani, anche se non mancano esempi di raffigurazioni con abiti civili o come cavalieri. Valga, per tutti, il caso di Cologna Veneta, nel veronese, dove vengono raffigurati come soldati romani a cavallo nei vari dipinti e negli stemmi civici. I santi Felice e Fortunato figurano, altresì, titolari delle chiese di Fara Vicentino (Vicenza), Reana del Rojale (Udine), di Gardumo in Val di Gresta (Trento) e di Limena (Padova), oltre che delle chiese di Campolongo Maggiore e di Noale, in provincia di Venezia, mentre reliquie di San Felice figurano conservate – assieme a quelle di Santa Bertilla – nell’altare maggiore della chiesa di Brognoligo di Monteforte d’Alpone (Verona).

Interessante anche osservare che l’antichissima chiesa di Sissano (Croazia), risalente all’altomedioevo, è dedicata, anch’essa, ai santi Felice e Fortunato. Ricordiamo, infine, che per la festa dei Patroni, l’11 giugno, i pescatori solevano ritornare a Chioggia per “far la ciosà dèi santi”, per onorare gli invitti martiri, approfittando della sosta per cambiare l’abbigliamento personale in vista della campagna di pesca estiva. Il giorno della festa si usava mangiare nelle abitazioni “risi e bisi” ed era ed è tuttora viva la consuetudine di acquistare da parte dei genitori e dei nonni un giocattolo e dolciumi ad ogni ragazzino, dalle numerose bancarelle dislocate lungo il Corso principale della città. (Giorgio Aldrighetti)

 

Nelle foto:

– Ercole Del Fiore?, La Giustizia in trono tra i santi Felice e Fortunato Mm., patroni della città e diocesi di Chioggia, con nella predella, che ricorda il restauro del 1923, lo stemma di Chioggia, 1436/1437, Chioggia, Museo civico San Francesco (foto Alessandro Boscolo Agostini, Chioggia).

– Chioggia, fine ‘800, la processione dei Santi Patroni dell’11 Giugno.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 23 del 10 giugno 2012