Giubileo della Misericordia e predicazione di Giovanni Battista

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Giubileo della Misericordia  e predicazione  di Giovanni Battista

Il questa e nella prossima domenica di Avvento (2ª e 3ª) ascolteremo due brani tratti dal capitolo 3° del vangelo di Luca in cui egli racchiude la sua testimonianza su Giovanni Battista attraverso cinque quadretti: il profeta Giovanni Battista annuncia la salvezza offerta da Dio per chi la accoglie con animo ben disposto (1 6), minaccia di giudizio per chi la rifiuta (7 9), gli atteggiamenti che manifestano la disponibilità alla ‘conversione’ (10 14), l’annuncio del messia (15 18), incarcerazione del testimone (19 20). Per l’evangelista Luca tre aspetti caratterizzano la persona e il messaggio del Battista:

– La conversione è atteggiamento richiesto per sfuggire alla condanna e aver parte alla salvezza che giungerà con l’arrivo imminente del Messia;

– La vita di Giovanni Battista prefigura il cammino di Gesù: anche Gesù come il Battista sarà tolto di mezzo a causa del messaggio che annuncia;

– Con il Battista termina il tempo dell’attesa e con Gesù iniziano i tempi nuovi della presenza del ‘Regno’. In continuità con i profeti dell’Antico Testamento, Giovanni proclama che per aver parte al perdono dei peccati e alla salvezza che Dio offre, bisogna attuare un cambiamento di vita essendo disposti ad abbandonare la condotta di vita ingiusta (peccati) esemplificata negli atteggiamenti dei tre gruppi di persone che lo interpellano: condivisione con chi è nella povertà, evitare sfruttamento e usura, non fare ricorso a violenza e estorsioni di vario genere. Per esprimere tale cambiamento Giovanni invita a un gesto in uso nel suo tempo: immersione nell’acqua come purificazione dalle opere cattive e uscita come simbolo di impegno di vita nuova. Questo gesto era chiamato ‘battesimo di penitenza’: fatto pubblicamente era un pubblico riconoscimento sincero ed aperto (confessione) della propria responsabilità dell’attuale situazione di disordine e di ingiustizia dalla quale nessuna categoria sociale era esente. Esprimeva anche l’impegno di iniziare una vita nuova (conversione), condizione per ricevere il perdono. Il vero perdono e il vero cambiamento esigevano un nuovo atteggiamento personale che richiede il dono e la forza che vengono dal Messia che sta per arrivare, Gesù Cristo Figlio di Dio.

Papa Francesco ha indetto col Giubileo della Misericordia un anno nel quale i singoli cristiani cattolici e la Chiesa intera ritornino ad accogliere l’offerta del perdono e della misericordia di Dio attraverso il nostro ritorno a Lui in una vita convertita alla giustizia, al diritto, all’amore, alla condivisione, passando dall’egoismo alla carità, dall’indifferenza verso l’altro all’amore e alla compassione, come il Padre è compassionevole e misericordioso con noi, passando da una vita di inganni e di falsità ad una vita di trasparenza e sincerità in tutti gli ambiti, sostituendo le violenze, le contrapposizioni e le liti con atteggiamenti di benevolenza, di riconciliazione e di pacificazione.

Quanta strada siamo chiamati tutti a percorrere in quest’anno, perché esso non si riduca ad un insieme di riti esteriori, ma sia una vera occasione di ritornare a Dio come al nostro Padre e agli uomini come ai nostri amati fratelli e sorelle. Un anno di riconciliazione per le famiglie divise. Passare con verità attraverso la ‘porta santa’ significa chiedere aiuto per disporsi a vivere in quest’anno un vero cammino o processo di conversione.

Riguardo poi alla celebrazione del Sacramento della Confessione o Penitenza o Riconciliazione, non si tratta semplicemente di ‘andare a confessarsi’ magari in fretta, ma di giungervi preparati attraverso una seria verifica della nostra vita di cristiani, disposti a riconoscere davvero dove essa non risponde al Vangelo, di riconoscerlo umilmente e sinceramente per avviare un coraggioso rinnovamento che ci riporti a vivere in maniera conforme al vangelo. Allora il Giubileo della Misericordia porterà frutti duraturi e non sarà passato invano.

+ Adriano Tessarollo