Sguardo pastorale

Allarga lo spazio della tua tenda

Facebooktwitterpinterestmail

Dopo aver contemplato e vissuto il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio che ci chiede sempre di allenare il nostro cuore ad allargarsi per accogliere l’Altro da noi, ci lasciamo accompagnare dalle parole del profeta Isaia (54,2) per riflettere questo esercizio sul nostro essere Chiesa. L’immagine biblica della tenda che si allarga è l’icona scelta per offrire una chiave di lettura e d’interpretazione dei contenuti del Documento di lavoro per la Tappa Continentale (DTC) che ha raccolto le riflessioni frutto del primo anno di ascolto del Sinodo della Chiesa universale. La tenda che si allarga è visione di una Chiesa capace di inclusione radicale, di ospitalità e anche di appartenenza.

Il cammino verso una maggiore inclusione inizia proprio dall’ascolto, che richiede di riconoscere l’altro “come soggetto del proprio cammino”; così la Chiesa si fa compagna di viaggio degli uomini e le donne di questo tempo. L’ascolto, però, non è facile né immediato perché chiede la disponibilità a lasciarsi trasformare; inoltre ascoltare e discernere richiedono processi comunitari che ancora non sono ben sviluppati o mancano e una formazione maggiore di quella attuale. Ci sono ancora molti ostacoli strutturali per favorire l’ascolto ma sono state individuate delle opzioni da attuare senza indugio: una rinnovata attenzione per i giovani; la promozione della partecipazione di persone con disabilità; l’impegno per la difesa della vita fragile e minacciata.

“Allargare la tenda” significa dare pienezza alla nostra vocazione cristiana ed è il cuore della missione della Chiesa. Ci sono delle sfide che ci interpellano e meritano una nostra risposta concreta. La sinodalità della Chiesa si esprime anche nella sua chiamata a camminare assieme a tutta la famiglia umana ma essa non è esente dal replicare al proprio interno le strutture di esclusione che si attuano nel mondo: la Chiesa deve convertire queste strutture di peccato. Proprio della Chiesa è saper ascoltare il grido del povero e assumere un ruolo nello spazio pubblico soprattutto come mediazione nei processi di riconciliazione e pacificazione. Da ciò viene l’esigenza che essa rinnovi il suo impegno ecumenico per camminare assieme a tutti i cristiani e la consapevolezza che la sua missione consiste nell’annunciare il Vangelo in diversi contesti specifici.

Ma la missione della Chiesa è realizzata attraverso la comunione, partecipazione e corresponsabilità di tutti i battezzati: il centro per tutti è seguire Gesù, tornando al suo stile e al suo modo di esercitare un potere e un’autorità (il clericalismo è un ostacolo reale e può essere una tentazione sia per i chierici quanto per i laici). Una sfida nella riflessione sulle nostre relazioni è quella di ripensare la partecipazione delle donne affinché siano valorizzate come membri del Popolo di Dio.

Due intuizioni di fondo emergono: la prima, la missione della Chiesa e la responsabilità per la vita sinodale della medesima non possono essere delegate, ma condivise da tutti come risposta ai doni che lo Spirito ha concesso ad ogni fedele; la seconda, questo percorso sinodale ha cominciato a far prendere forma alla sinodalità ma affinché le strutture funzionino veramente in modo sinodale devono essere abitate da persone formate, da persone sinodali.

Don Simone Zocca