Centenario del fondatore di Comunione e liberazione

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Il SOLE DI PIAZZA SAN PIETRO FA SPLENDERE IL CARISMA DI DON GIUSSANI 

IL sole che s’alza sopra il colonnato viene a illuminare piazza San Pietro che si riempie di persone. “Alza gli occhi e guarda. Tutti costoro si radunano e vengono da te”. Il ritmo dei salmi delle Lodi ricompone nell’unità le migliaia di voci che si incrociano nei saluti e nei canti; la parola del profeta Isaia delinea il percorso di questo popolo convocato da papa Francesco per celebrare i cento anni dalla nascita di don Luigi Giussani, testimone di Cristo e maestro. Papa Francesco apre a nuovo slancio il carisma che rispunta e si espande anche oggi nella vita di persone e comunità, attraversando fatiche e difficoltà, nell’incontro con Cristo presente e vivo nel segno di una compagnia di fede. Lo richiama ancora il profeta alle Lodi “Siate miei testimoni fino agli ultimi confini della terra”.

Come accadrà questo se non attraverso il sì di ciascuno, sulla linea del sì di Maria e delle generazioni che ci hanno aperto il cammino e ci hanno edificato?

Lo dice ancora il profeta:

“Udii la voce del Signore: Chi manderò?

Ed io risposi: Eccomi, manda me!”

Nell’unità con il Papa viene a concentrarsi e riprende vigore la vita di ciascuna persona e comunità nel nostro paese, nella nostra diocesi e in tante parti del mondo. Il cammino delineato da don Giussani aveva lambito anche il giovane Bergoglio ed è lo stesso papa Francesco oggi a riconoscere che il suo carisma ha una grande potenzialità ancora da esprimere per la missione della Chiesa nel mondo. Nella vita di ciascuno, nelle vicende di ogni giorno, nei drammi del tempo, un’anima vivificatrice nel grande corpo della Chiesa, una possibilità nuova per incontrare uomini e donne.

È giunta finalmente l’ora in cui il cuore e la fede di don Giussani si svelano davanti al mondo nella verità e nella speranza dell’annuncio proclamato alcuni anni fa nella stessa piazza San Pietro: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo, e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”.


15 ottobre 2022 Roma
Udienza del Papa a Comunione Liberazione.
‘Come faremo un giorno a riempire Piazza San Pietro?’

“Noi dobbiamo lottare per la bellezza. Perché senza la bellezza non si vive. E questa lotta deve investire ogni particolare: altrimenti come faremo un giorno a riempire piazza San Pietro?”
Conversando con l’amico Luigi, un vecchio compagno di strada, ci viene in mente questa ‘profezia’ del Servo di Dio Mons. Luigi Giussani poco dopo essere usciti da una piazza San Pietro colma come non mai di gente. Il Gius pronunciava queste parole negli esercizi degli anni sessanta a qualche centinaio di giovani che lo seguivano a Varigotti fin sulla torre saracena. È commovente in questa giornata del centesimo compleanno del Gius vedere che il carisma è andato avanti e ha coinvolto i figli dei figli. Siamo qui Luisa ed io, ma in mezzo a questa folla abbiamo tre figli e nove nipoti: Michele diciottenne è venuto con gli universitari da Milano, Giovanni con gioventù studentesca da Padova, la piccola Ceci arriva sulle spalle del padre, Marta nel grembo di sua madre… Siamo davvero tanti e anche il Papa, che dapprima gira intorno con la bianca vettura accogliendo a bordo alcuni bambini, se ne accorge: “Siete venuti in tanti dall’Italia e da vari paesi. Il vostro movimento non perde la capacità di radunare e mobilitare!”
Due testimonianze semplici e potenti precedono l’intervento di Papa Francesco: la prima è di Rose Busingye un’infermiera che viene dall’Africa e racconta la sua lotta contro l’Aids a Kampala accompagnando centinaia di donne fino a renderle protagoniste dell’educazione dei figli costruendo anche una scuola intitolata proprio a don Giussani. C’è poi il racconto di Hassina ragazza marocchina che attraverso ‘Porto Franco’, un sostegno nello studio a Milano, scopre la risposta al desiderio del suo cuore di ragazza abbandonata a sette anni dal padre. Hassina si laureerà proprio in inglese, la materia per cui aveva chiesto aiuto, e in arabo.
Poi la parola è al Papa che, illustrando la ricca personalità del Gius, lo definisce: uomo carismatico, educatore, figlio della chiesa. Ci chiede in conclusione “un aiuto concreto ad accompagnarmi nella profezia per la pace in un mondo sempre più violento e guerriero che mi spaventa; nella profezia che indica la presenza di Dio nei poveri, in quanti sono abbandonati e vulnerabili, condannati o messi da parte nella costruzione sociale…
Cl è un movimento nato nel ‘68 tempi di crisi e don Giussani non si è spaventato dei momenti di passaggio e di crescita della Fraternità, ma li ha affrontati con coraggio evangelico, affidamento a Cristo e in comunione con la madre Chiesa”.
Il Papa ci saluta quasi come amava fare il Gius : “Arda nei vostri cuori questa santa inquietudine profetica e missionaria.”

Piergiorgio Bighin con Luigi Boscolo