Sguardo pastorale. Sinodo

Per una spiritualità della sinodalità

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“Non basta avere un sinodo, bisogna essere sinodo. La Chiesa ha bisogno di una intensa condivisione interna: dialogo vivo tra i Pastori e tra i Pastori e i fedeli”, così si esprimeva papa Francesco il 5 luglio 2019 ai presuli della Chiesa greco-cattolica ucraina. Parole chiare per esprimere l’idea fondamentale che un Sinodo non è un mero atto della Chiesa in quanto istituzione ma è un avvenimento nella vita del Popolo di Dio, che si ferma per ascoltare e lasciarsi trasformare dallo Spirito Santo.
In questi giorni è uscito un nuovo testo preparato dalla Commissione di Spiritualità del Sinodo della Chiesa universale dal titolo “Per una spiritualità della sinodalità”, con l’intento di approfondire questo tema. Credo sia interessante poter continuare una riflessione sul Sinodo proprio a partire dalla dimensione più intima che lo costituisce come esperienza di Chiesa.
Non sono un maestro della spiritualità e nemmeno un esperto del tema, ma è chiaro che si possono attribuire a questa parola significati diversi: con “spiritualità” possiamo intendere la natura spirituale di una cosa o l’adesione a dei valori spirituali. Questa seconda accezione ha due sfumature, a mio parere, perché la si può intendere come adesione passiva a dei valori, che vengono poi intesi come dei comandi dati dall’Alto, oppure la si può vivere come un processo interiore che cresce con la storia di una persona e il suo rapporto con Dio. Se la spiritualità è intesa come un processo interiore della persona, sempre in divenire perché è vivo il rapporto con Dio, allora intendiamo riferirci ad una dimensione fondamentale per la vita di un cristiano: una dimensione interiore che poi si esprimerà in uno stile e nell’applicazione di scelte orientate dalla Parola e dallo Spirito di Dio.
La Chiesa, Popolo di Dio, vive la medesima dinamica in ogni suo evento per cui non siamo mai posti di fronte solo ad un atto convenuto tra uomini ma ad un avvenimento ispirato dallo Spirito e fatto maturare nello Spirito. La sinodalità è, come spesso richiamato, una dimensione costitutiva della Chiesa, quindi la missione che Cristo le ha affidato può essere realizzata con maturità solo in uno spirito sinodale e la celebrazione di un sinodo ecclesiale è solo la forma solenne di uno stile che dovrebbe innervare tutto il vissuto della comunità cristiana. La sinodalità, dunque, è una vera e propria pratica spirituale. Essa dice di un rapporto vivo con il Risorto che guida il suo popolo.
Ne consegue, come annotato nell’introduzione di questo testo, che essere cristiani significa avere una “vocazione sinodale” e questa cresce attraverso una vita spirituale. La spiritualità della sinodalità è dunque quello stile che si nutre di quanto nasce dalla sintesi dei tre elementi portanti della sinodalità: la comunione, la partecipazione e la missione. Quindi per spiritualità della sinodalità intendiamo un habitus ecclesiale, cioè quel complesso di caratteri e comportamenti attraverso i quali un fedele cristiano vive la sua appartenenza alla Chiesa e la missione affidatagli in forza del battesimo.
Dopo questa doverosa introduzione all’argomento, approfondiremo il testo citato.
Don Simone Zocca
Delegato della Pastorale