Sguardo pastorale - Cammino sinodale

L’apertura dell’ascolto

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I limiti e le difficoltà nel relazionarsi della Chiesa con la società, nella nostra diocesi sono evidenti anche nel rapporto con le altre confessioni cristiane presenti nel territorio: un rapporto formale e rispettoso ma non approfondito e di reciprocità, se non per quanto previsto dal diritto canonico.

Nel contesto locale (dove, per altro, non ci sono presenze molto consistenti di confessioni o religioni differenti dalla cattolica) emerge che sostanzialmente non conosciamo granché le comunità cristiane vicine a noi e nel nostro territorio. Si fatica ad individuare percorsi che permettano un cammino fatto insieme nel confronto e nella crescita di un rapporto di reciprocità. Possiamo però attestare che non c’è indifferenza: molto significativa al riguardo è stata l’esperienza di preghiera per la pace tra Ucraina e Russia che si è potuta realizzare con i cristiani ortodossi e cattolici orientali lo scorso marzo in cattedrale attorno al nostro vescovo. Questo ci permette di intuire che l’attenzione alla storia dei popoli apre sicuramente a percorsi umano-spirituali e di fraterna solidarietà.

Senza dubbio è l’Ascolto il collante tra la capacità di relazione e la consapevolezza di una corresponsabilità dei battezzati alla missione della Chiesa.

L’ascoltarsi reciprocamente è la strada che avvicina le persone nella Chiesa e le fa conoscere a vicenda. Il percorso sinodale intrapreso ha aiutato le persone (che vi hanno aderito) a creare un clima costruttivo. La vita della comunità ecclesiale è fatta di relazioni fra persone e l’ascolto è un esercizio che favorisce l’unità e la comunione.

Va privilegiato l’ascolto della Parola che educa e conforma, sperimentando nel dialogo con Dio il desiderio di incontrare il prossimo con le sue attese, i suoi bisogni, in una vicinanza silenziosa.

Il mettersi in ascolto è uno stile di vita che va imparato, va acquisito giorno dopo giorno. È un atteggiamento che può guidare il cristiano a vivere un dialogo più vero e profondo con i fratelli.

Costruire un clima positivo nella Comunità parrocchiale e diocesana, dove si condividono le informazioni e le idee, chiede di riconoscersi gli uni e gli altri con stima reciproca e sostegno condiviso.

Nel dialogo fraterno è importante ascoltare l’esperienza di vita delle persone, pertanto vanno favorite esperienze di socialità e di incontro in seno alla comunità.

Per facilitare l’ascolto dei ragazzi e dei giovani bisogna privilegiare attività ricreative ed esperienze sociali, perché è necessario condividere anche con loro tratti di vita.

Dobbiamo però evidenziare come gli anni della pandemia hanno favorito l’individualismo e la pigrizia delle persone che preferiscono la comodità della propria abitazione alla vita comunitaria.

Si constata inoltre che nei processi di dialogo, nella fase di ascolto, andrebbe valorizzata una maggiore capacità di mediazione fra i partecipanti in modo che tutti possano avere la parola.

Condividere tempi di vita, vincere l’individualismo dei più stanchi, una maggiore capacità di mediazione nei processi di dialogo, sono concreti riferimenti correttivi del nostro atteggiamento di ascolto, per cui ci forniscono anche l’indicazione della strada da seguire.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale