Azione Cattolica

La bellezza in vista: Sottomarina Vecchia e Forte San Felice

Accogliendo l'invito della "Lardato si'" per una nuova cultura del territorio

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Sensibilizzati dall’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco, sulla cura della casa comune, l’Azione Cattolica di Chioggia si è messa “responsabilmente” in cammino lungo il percorso della terza tappa, organizzata dal settore adulti, alla scoperta del territorio della diocesi. Dopo il Delta del Po  e l’Isola di Pellestrina,  quella di Sottomarina Vecchia ed il Forte San Felice, è stata la proposta di quest’anno.

Un bel gruppo di associati e simpatizzanti, sabato 7 maggio, si è ritrovato nella Chiesa della Madonna di Lourdes dove l’incontro con Padre Cesare, attraverso la  preghiera dei Salmi e  la lettura di alcuni passi dell’Enciclica, è stato un saldo invito a generare una nuova cultura di custodia e di attenzione verso il Creato, il prossimo, la comunità e le nuove generazioni, contro  «il degrado ambientale e il degrado umano ed etico, intimamente connessi» (LS, n. 56).

Dopo il momento di preghiera, accompagnati magistralmente dal dott. Erminio Boscolo Bibi, è iniziata l’esplorazione del Forte San Felice partendo dai Murazzi, imponente costruzione di pietra d’Istria che protegge dalle mareggiate questa striscia di terra qual è Sottomarina. La conoscenza dell’evoluzione storica di questa parte della nostra città ha assunto il significato di recupero della memoria per chi ha lì è vissuto da bambino. Aver compreso come sono avvenute le rapide trasformazioni geofisiche di un territorio così mutevole ed i cambiamenti sociali di una  popolazione fortemente autoctona che ha abitato le calli nel secolo scorso ha avvicinato tutti alla consapevolezza di quanto sia importante l’intervento  dell’uomo sulla natura sia per proteggerla sia per difendersi da danni irreparabili. E’ stato come tornare indietro attraverso una pellicola di immagini riavvolte velocemente.

Il momento più intenso il gruppo lo ha vissuto all’interno del Forte San Felice, ai più ancora sconosciuto. Imponente baluardo, costruito a partire dalla fine del 1300 con la posa delle prime pietre del Castello della Lupa, in difesa della laguna e della Serenissima. Tra date, eventi storici, strategie belliche e notizie sull’aspetto architettonico, l’attenzione è andata alla necessità di recuperare questo imponente sito, in sintonia con  l’ impegno del Comitato Forte San Felice, di cui il dott. Erminio è esponente, per sostenere la riqualificazione  dell’area naturalistica e il restauro del forte, in linea con le parole del Papa «Insieme al patrimonio naturale vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato… Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale» (LS, n. 143).

La visita alla parte vecchia della città è proseguita dopo la pausa conviviale per il pranzo durante il quale c’è stata la bella sorpresa del saluto virtuale del nostro presidente Carmelo Genovese ancora a casa convalescente. Attraversando le calli, che una volta collegavano la parte fronte mare con quella fronte laguna, denominate con i detti delle famiglie che vi abitavano, ci si è immersi negli aspetti antropologici e culturali della tradizione religiosa e sociale della popolazione: il mondo degli ortolani marinanti,  la trasformazione dei mestieri, le relazioni e la solidarietà tra le famiglie, l’attaccamento alle proprie radici, la devozione alla Madonna ed ai santi con la costruzione delle ‘Cesette’, piccoli e antichi capitelli costruiti dalla gente, intorno ai quali si radunavano uomini donne e bambini in preghiera.

A conclusione della giornata il ritorno al punto di partenza. Ad attenderci ancora Padre Cesare che  leggendo il Salmo 8, un inno al Signore che ha dato potere alle mani dell’uomo e gli ha donato tutte le creature, ha sintetizzato l’insegnamento tratto dell’esperienza vissuta durante la giornata: « …coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette… con la consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato»  (LS, n. 232).  Dopo il saluto di Biancarosa Boscolo, facente veci del presidente e con Marisa Guzzon organizzatrice della giornata, il gruppo si è dato appuntamento per una prossima tappa in cui riconoscere la relazione di Dio con l’uomo attraverso il Creato.

Daniela Lanzilao