Sguardo pastorale

La speranza è entrata in scena

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Cristo è la Buona notizia per l’umanità. Lui ha ribaltato le sorti della storia destinata al fallimento per la grettezza dell’egoismo dell’uomo. Non come il deus ex machina dell’antico teatro greco classico quando la divinità appariva sulla scena per risolvere la situazione difficile, ma come l’uomo nuovo, il nuovo Adamo, che ha scelto di vivere la storia dal di dentro, di non sottrarsi alla sofferenza, di fidarsi del Padre e della sua parola. La buona notizia non è una soluzione facile o la magia di un miracolo ma è l’uomo che vive con Dio e Dio che vive in mezzo agli uomini. Questa è l’unicità della vita cristiana quale proposta per l’uomo di ogni tempo.

La speranza è entrata in scena e ha ribaltato la visione di una storia pensata come una “messa in scena”, nella quale uomini e donne hanno una loro parte da recitare e un destino inesorabile da affrontare che si dissolve nell’oscurità della morte. In quella visione solo l’eroicità di qualche singolo permetteva di sperare in un destino meno anonimo e solo l’intervento miracoloso (se non magico) della divinità poteva cambiare la sorte già segnata. Questa è anche la concezione che sta dietro ad ogni logica di prepotenza nella quale prevale una parte su tutte le altre, una visione parziale sull’insieme, il delirio del visionario. In questa logica non c’è spiraglio di luce per l’umanità, perché l’uno sarà sempre in contrapposizione all’altro, ci sarà sempre una storia “migliore” dell’altra da mettere in scena, mentre la Speranza pasquale rilancia prepotentemente la possibilità di una via della fraternità, della solidarietà, della comunione.

È quello che viviamo anche oggi nel mezzo di un’altra guerra messa in scena per “costruire” un altro assetto politico e geografico, cioè un altro teatro con un’altra scenografia e altri attori che recitano il loro copione. Questa volta anche in Europa, quella dei diritti umani e civili. È bastato pensare che la sovranità di uno stato e la democrazia di un popolo fossero meno importanti della visione grandiosa di un singolo attore. Ed ecco che avremo un’altra Europa, nella quale il concetto stesso di comunità sarà cambiato.

Questa Pasqua, per chi ancora non conosceva la guerra ma per tutti quelli che soffrono per ogni male, ricorda che Cristo, nostra speranza, è entrato in scena, non “risolvendo” magicamente la nostra fragilità e il nostro peccato originale di sostituirci a Lui nella veste di condottieri della storia. Lui è entrato in scena per squarciare il velo della nostra cecità e mostrarci che il filo rosso della storia c’è, che l’umanità non è in balia del più prepotente di turno, che siamo insieme convocati alla tavola della fraternità. Lui ci ha liberato senza imporci la sua storia, il suo racconto della vita, la sua visione del mondo ma semplicemente mostrandoci quello che suo Padre ha da sempre scritto come compimento della sua creazione. La vera scena su cui si svolge la storia di questo mondo non è costruita da mani d’uomo ma dalle mani forti di un Dio che ci ha da sempre amati.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale