Riflettendo sul vangelo - Quaresima - Domenica delle Palme - Anno C

Il cammino della croce, dietro a Gesù

Vangelo di Luca 22,14-23,56

Facebooktwitterpinterestmail

Il cammino liturgico e spirituale della Chiesa ci conduce, attraverso la Settimana santa che inizia con questa domenica, al cuore pulsante della fede cristiana: il Mistero pasquale della Morte e Risurrezione del Signore Gesù. Un percorso che ci porta a trovare il senso vero della vita cristiana: dietro a Gesù, il nostro capo sul Suo petto nel Cenacolo dell’ultima Cena con il dono dell’Eucaristia; dietro di Lui, al giardino dell’abbandono, il Getsemani; sotto la Croce, con Maria e Giovanni il discepolo amato; accanto al sepolcro vuoto, dove la luce e il calore della vita esplodono.

La domenica delle Palme, che oggi celebriamo, è una delle feste più popolari dell’anno liturgico. Ci fa rivivere due momenti forti: la benedizione dell’ulivo con la processione verso la chiesa ricordando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e la celebrazione dell’Eucaristia con il racconto della passione.

Ascoltiamo e meditiamo il racconto dell’evangelista Luca. Troviamo alcuni episodi che sono assenti negli altri vangeli e vengono registrati particolari eloquenti, che contribuiscono a presentarci un Gesù che va incontro alla passione e morte con caratteristiche importanti per noi discepoli. Questo racconto non ha bisogno di essere commentato. Non ci resta che entrare con tutta la nostra vita nei momenti dolorosi e drammatici per lasciarci inondare  da quell’amore vissuto fino alle estreme conseguenze.

Ci accorgeremo che la Passione di Cristo non è solo un evento storico del passato: gli stessi avvenimenti si ripetono oggi. I personaggi di allora: Caifa, Erode, Pilato, farisei, sacerdoti, Pietro, Giuda, Cireneo, pie donne, soldati, Centurione, Giuseppe d’Arimatea: ognuno di noi può ritrovarsi nell’uno o nell’altro di questi personaggi. Siamo noi oggi gli attori nella Passione nei riguardi di Cristo e dei sofferenti, con i quali Gesù si identifica: anziani abbandonati, giovani senza lavoro, migranti bloccati o respinti, donne abbandonate o vittime della violenza; distruzione, prigionieri, morti delle guerre assurde e sacrileghe, come le definisce papa Francesco. Anche oggi, ognuno di noi può essere chiuso al dolore altrui. Ma abbiamo anche la possibilità di essere sensibili, come le pie donne che accompagnano Gesù lungo la via dolorosa; o come il Cireneo, capaci di portare il peso e le fatiche degli altri; o come Maria, ai piedi della croce nell’accogliere nelle nostre braccia chi domanda il nostro aiuto per vincere l’indifferenza.

Dal racconto della Passione sottolineo soltanto due passaggi tra i tanti che aiutano a cogliere il senso profondo di questa morte, offrendoci segni di speranza che danno la forza e il coraggio di prendere ogni giorno la nostra croce per metterci sui passi di Colui che per primo l’ha portata.

Luca parla dello sguardo di Gesù su Pietro dopo essere stato da lui rinnegato. L’apostolo si sente perforato da quello sguardo che gli ricorda quello che Gesù gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. Pietro si sente visto da lui, scoperto e scovato proprio nel momento in cui dice di non conoscerlo neppure: “E, uscito fuori, pianse amaramente”.

Impariamo anche noi a lasciarci guardare da Cristo per accorgerci quanto veleno mettono nella nostra vita i tradimenti di amore nei confronti di Uno che soffre e dà la sua vita per noi.

Ricordati di me”, prega il condannato, appeso anche lui ad una croce. “Oggi sarai con me in paradiso”, gli risponde Gesù.

Gesù dalla croce ripete a noi: sono qui, per poterti avere sempre con me. Allora non c’è nulla che possa separarci da Lui, né male, né tradimenti, né morte, Gesù continuerà a morire d’amore e in mezzo a tanti peccati e fragilità, Lui che dalla Croce ci dice: ti amo!

Don Danilo Marin