Come anche Cristo ha amato la sua Chiesa

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“Come anche Cristo ha amato la Chiesa”. Partiamo da qui, da questa Parola che per dono ci è stata rivolta per imparare a dire grazie a Dio con la vita, per maturare una paternità matura nei confronti del mondo, per vincere la paura di donarci totalmente.

Sì, questo è il motto scelto dal nuovo vescovo Giampaolo per riassumere il cuore del ministero di Pastore che, per grazia, intende realizzare a partire dal suo “Sì” a questa vocazione e a questa missione. Ma, simbolicamente, è la prima Parola che Cristo ha rivolto anche a noi attraverso il suo servo che si è scelto. È dunque una Parola che ci impegna come ogni dono che ci viene fatto.

Nella sua prima omelia, rivoltaci domenica scorsa, nel contesto della bella e commovente celebrazione eucaristica di insediamento, il suo primo pensiero partiva proprio da questa consapevolezza: l’episcopato è un dono per la Chiesa. Ricordando come fino a tempi recenti c’era il timore che la diocesi potesse essere unita con qualche altra più grande, ci ha offerto una rilettura provvidenziale della scelta di Papa Francesco alla luce dell’immagine biblica della pianta che ha bisogno di essere custodita e accudita perché può portare ancora molti frutti. Questo passaggio del suo pensiero ci permette di cogliere come lui stesso abbia percepito, e fatto suo, il mistero grande di questa chiamata, che umanamente scombussola il cuore, vedendovi, però, una volontà ben precisa che non chiama solo lui ad un salto di fede ma che sorprende ancora una volta tutti.

La via della carità, come ha poi sottolineato, ci indica i passi concreti suggerendoci innanzitutto un linguaggio che dice uno stile e una attenzione, ma anche il contenuto di un cuore che si muove e si offre. I criteri di valutazione di una comunità credente non sono quelli del mondo e mettono in conto lo scarto esistente tra una scelta fatta sull’interesse personale e una scelta che sembra essere perdente. La via della carità restituisce, però, dignità ad ogni persona e ad ogni situazione.

Le difficoltà non mancheranno ma con Gesù possiamo passarci attraverso e continuare a camminare: non dobbiamo essere ingenui, diceva il nuovo vescovo, ma con la grazia del Signore possiamo coltivare la speranza e la gioia di appartenerci e di sentirci guidati dallo Spirito.

C’è una storia che continua ed una storia già benedetta dalla Parola di Dio. Ci sono dei punti fermi ma anche delle fragilità strutturali o accidentali, queste ultime dovute dalla difficoltà di annunciare e vivere il Vangelo in un mondo che sembra poter fare a meno di Dio. Ma ciò che è certo è che Lui continua a chiamare.

Cristo ama così la sua Chiesa, fino in fondo, e la ama concretamente, attraverso il Sì di molti uomini e donne che si consegnano a Lui e alla storia per fecondarla della rugiada della fede. In questa nostra storia c’è ora il Sì del vescovo Giampaolo che nel segno del pastorale, consegnatogli dal vescovo Adriano, ha fatto sua questa nostra Chiesa diocesana con le sue tradizioni, le sue bellezze e le sue debolezze.

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale