Comprendere la Bibbia - 83

Angeli e demoni

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Angeli. Etimologicamente angelo (malák in ebraico, ángelos in greco) significa inviato, messaggero. La Scrittura afferma chiaramente l’esistenza di esseri spirituali messaggeri di Dio. Nell’Antico e Nuovo Testamento gli angeli sono presentati come esseri superiori agli uomini, posti al servizio di Dio (Is 6,2-6; Lc 1,11-38; Eb 1,5-14). Forse la consuetudine di considerare Dio infinitamente lontano dagli uomini e dalla terra, fece avvertire in modo decisivo la necessità di questi esseri che, da una parte lodassero e servissero Dio da vicino, e dall’altra agissero da intermediari fra il Dio tre volte santo e gli uomini peccatori. Di fatto, in varie occasioni, gli angeli appaiono semplici rappresentazioni degli attributi divini (il potere, la gloria, la provvidenza, la permanente attività di Dio: Ez 10,1-5; Sal 18,10; Tb 12,15-20; At 12,7-11). Più concretamente, l’espressione «angelo del Signore» è utilizzata frequentemente nella Bibbia per indicare un intervento straordinario di Dio stesso (Gen 16,7-13; Es 3,2; Gdc 6,11-24; Mt 1,20-24). La parola angelo è usata anche per evocare le forze del male (Mt 25,41; 2Cor 12,7; Ap 12,7-9) o, in senso figurato, per indicare i responsabili della comunità cristiana (Ap 2,1ss; 3,1ss).

Dopo l’esilio a Babilonia il giudaismo comincia a parlare maggiormente degli angeli, ispirandosi alle immagini persiane, e vengono assegnati anche dei nomi agli angeli principali: Michele (= Chi è come Dio), Gabriele (= Dio è forte), Raffaele(= Dio guarisce). Nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, ritroviamo gli angeli come messaggeri di Dio e protettori degli uomini. Paolo, che ben conosceva il pensiero rabbinico sugli angeli, menziona nella sua lettera ai Colossesi cinque classi di angeli: Troni, Dominazioni, Principati, Potenze, Virtù (Ef 1,21; Col 1,16), ma mette in guardia i cristiani contro un culto degli angeli che ecclisserebbe l’unico salvatore, Gesù Cristo. Infine, l’Apocalisse di Giovanni lascia molto spazio agli angeli nella grande lotta spirituale che è immagine della storia della salvezza.

La dottrina della Chiesa sugli angeli è molto sobria, si limita ad affermare l’esistenza di creature spirituali che Dio ha creato per la sua gloria e il suo servizio. La classificazione classica dei «nove cori angelici» si limita a raccogliere – senza ordine gerarchico – i diversi nomi impiegati dalla Bibbia: angeli, arcangeli, cherubini, serafini, troni, principati, potenze, dominazioni, virtù.

Demoni. Questi personaggi misteriosi appaiono nella Bibbia come personificazione e rappresentazione del male. Si tratta di spiriti maligni (Tb 3,8; 6,8.14) che per un certo tempo furono oggetto di culto da parte del popolo israelita (Dt 32,17; Bar 4,17; 2Cor 10,20). Un’antica tradizione pensava che fossero angeli che avevano perso la loro primitiva condizione come castigo per essersi ribellati a Dio (Ap 12,7-9; Gd 6). A capo dei demoni si ritiene ci sia il Demonio – con la maiuscola – che riceve anche il nome di Satana (Gb 1,6-2,7), Beelzebul (Mt 12,24-27), Beliar (2Cor 6,15), Diavolo (Gv 8,44; Ef 4,27). «Satana» significa «avversario» e personifica l’opposizione frontale e irriducibile ai piani di Dio. Nel mondo semita era ritenuto la fonte e l’origine di ogni male; per questo motivo, quando era sconosciuta la causa precisa di una malattia, soprattutto mentale, si pensava che il soggetto in questione fosse posseduto dal demonio. Quando nei vangeli si legge che Gesù guarisce un malato e scaccia un demonio, si vuol dire che sta lottando contro il male in tutte le sue dimensioni e lo vince anticipando così la venuta in pienezza del Regno di Dio (Mt 8,28; Lc 10,17-20; Ap 20,1-10).

Gastone Boscolo