Riflettendo sul vangelo - II domenica di Avvento - Anno C

NEL DESERTO, UNA STRADA, LA STRADA

Vangelo di Luca (3, 1-6),

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Nella seconda domenica di Avvento campeggia la figura di Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Egli con parole semplici e incisive ci invita a vivere intensamente questo tempo caratterizzato dall’attesa, per preparare la strada al Signore che viene. Luca colloca la vicenda umana di Gesù dentro un preciso contesto storico e geografico: c’è una dettagliata ricostruzione, per farci capire che Gesù non è un mito o un’idea, ma un personaggio storico: la salvezza che il Signore ci offre si realizza nella storia e passa attraverso le persone e gli avvenimenti che formano la trama della vita.

L’elenco, fatto dall’evangelista, ci mostra i protagonisti del tempo sui loro troni, anche i capi religiosi: è proprio questo e con questi personaggi, il tempo della salvezza.

Qui compare Giovanni il battezzatore, nel deserto, e in lui trova casa la Parola eterna, destinata a tutto il mondo. Nel deserto, invece di un palazzo o dello stesso tempio, perché il deserto è la terra di nessuno, la terra vuota e senza valore dove può attuarsi in pienezza il potere di Dio. Il deserto è un luogo di fondamentale importanza nella storia della salvezza del popolo ebraico. Là dove non hai nulla, puoi affidarti solo e unicamente, nella verità, al Signore, che può dare vita e offrire salvezza.

Il deserto nella Scrittura non è sinonimo di evasione, di fuga nella solitudine, rimanda piuttosto all’urgenza di rispondere ad un preciso invito da parte di Dio.

In questo senso, il deserto lo si può vivere anche senza andare lontano o ritirarsi in chissà quale ambiente. L’importante è che sia contrassegnato dal distacco da ciò che è superfluo per poter compiere un cammino illuminato dalla Parola di Dio.

Anche in noi, nel deserto della nostra vita, luogo tante volte impervio, difficile e senza punti di riferimento, approda una Parola che ci interroga, ci sprona spingendoci a ricercare la salvezza che ci viene donata.

Questa Parola, oggi, viene a noi, in particolare, dalle parole del profeta Isaia che Giovanni Battista cita e che diventano un programma di verifica su noi stessi, da prendere come impegno per questo tempo di Avvento:“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.Sono parole di grande consolazione, ma nello stesso tempo costituiscono un monito: sull’ esempio di Giovanni il cristiano è chiamato a preparare ogni giorno la strada nelle sabbie del proprio cuore, abbassando i monti dell’orgoglio, della superbia, dell’egoismo e riempiendo il burrone della poca fede.

Non c’è spazio per il compromesso o le mezze misure. L’attesa che Giovanni ci propone è un’operazione che prende tutta la vita. Ci dice, in concreto, che vivere l’Avvento – le quattro settimane in preparazione al Natale, l’attesa della seconda venuta di Cristo – non significa operare qualche aggiustamento, ma iniziare ad operare una vera conversione.

La conclusione è davvero consolante: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

Dio è vicino a ogni uomo e ogni donna, così vicino che non esiste più il sacro e il profano, ma tutto è sacro, tutto è consacrato dalla Sua presenza. Anche per chi lo rifiuta o lo nega, Dio rimane vicino, rimane amore e misericordia. Il verbo al futuro ci dona speranza, dice che la strada si snoderà anche domani, e Dio sarà là per accompagnarci e amarci sempre.

Don Danilo Marin