Sguardo Pastorale

Una ministerialità generativa

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Alla due giorni di formazione del clero diocesano, presso Villa Immacolata (PD), ci siamo soffermati a riflettere sul tema della ministerialità nella Chiesa e in particolare sulla ministerialità propria dei laici e le sue varie espressioni in relazione al ministero del presbitero.

Nella mattinata di lunedì 18 u.s., siamo stati aiutati ad entrare nel cuore del tema da don Livio Tonello, teologo-pastoralista della diocesi di Padova, che ci ha proposto un approfondimento sulla ministerialità quale dimensione propria della Chiesa e quindi di ogni battezzato pur con dei distinguo. Se da una parte ad ogni battezzato è consegnata la missione di annunciare e testimoniare il vangelo, ci sono pure dei compiti specifici che vengono affidati ad alcuni in base alle esigenze di una comunità parrocchiale, alle qualità delle persone e alla loro preparazione. Alcuni ministeri è necessario che siano assunti da persone che si sentono chiamate ad un servizio nella comunità cristiana e che ad esso possono dedicare tempo ed energie. Questi ministeri hanno, infatti, la peculiarità di una maggiore stabilità rispetto ad altri perché essenziali alla missione della Chiesa nelle sue tre dimensioni fondanti: l’annuncio, la liturgia e la carità.

Nelle nostre parrocchie molte persone si prestano ancora con generosità per svolgere alcuni servizi: dalla catechesi alla pulizia degli ambienti, dalla liturgia alla distribuzione dei generi alimentari per i più bisognosi, dalla Caritas alla cassa parrocchiale.

La ministerialità a cui ci riferiamo è quella relativa all’assunzione di alcune responsabilità a fianco alla figura del parroco nella conduzione stessa di una parrocchia, unità pastorale o collaborazione pastorale (con questo ultimo termine potremmo riferirci ad una possibile collaborazione fra unità pastorali diverse ma dello stesso territorio vicariale). Capiamo che si tratta di affidare alcuni compiti ritenuti essenziali e con una responsabilità, e che finora sono sempre stati incorporati fra le mansioni del parroco, a dei fedeli laici o consacrati o diaconi. Una concezione matura della missione di Cristo affidata con il battesimo chiede una responsabilizzazione qualificata di alcuni e che il ministero del presbitero non sia più autoreferenziale ed isolato.

Nel pomeriggio, ci siamo divisi in gruppi per ripensare alla vita delle nostre parrocchie e unità pastorali evidenziando in maniera critica le belle esperienze di collaborazione che già sono in atto e cosa ancora manca per arrivare a costituire delle vere e proprie equipe ministeriali. La bellezza della generosità di molte persone rincuora e ci rende grati al Signore ma abbiamo anche riconosciuto la sofferenza della provvisorietà di alcuni servizi e come sia necessario creare le condizioni affinché maturi una disponibilità più stabile. Per buona parte della mattinata di martedì ci siamo confrontati su un progetto pratico: quello dell’istituzione e avvio di un biennio di formazione per laici in vista della ministerialità istituita cioè affidata dal vescovo ad alcuni attraverso un mandato ecclesiale riconosciuto, progetto che dovrebbe avviarsi con il prossimo anno pastorale.

 

Don Simone Zocca

Delegato della Pastorale