Sguardo Pastorale

Alle donne e agli uomini di buona volontà

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“Non un’altra Chiesa ma una Chiesa diversa” potrebbe essere lo slogan, coniato da Papa Francesco, per questo Sinodo generale e per il cammino sinodale in Italia.

Non si tratta, infatti, di partire da zero o di buttare all’aria tutto ma di fermarsi per ascoltarsi, leggere i segni dei tempi, correggere la rotta del timone verso la Stella Polare e lasciarsi guidare.

I tempi dicono che dobbiamo ascoltare e ascoltarci: questo è il terreno di gioco delle relazioni autentiche, disinteressate e gratuite; questo è lo spazio e il tempo in cui lo Spirito Santo parla ai battezzati; questo è l’incontro nel quale si fa largo l’annuncio di Cristo.

Lo abbiamo già ricordato che una novità di questo Sinodo è proprio la consultazione di tutti i fedeli battezzati, quale primo passo di un percorso complesso. Per dare l’impulso a questa prima fase, i vescovi italiani hanno diffuso due documenti: un messaggio a tutti i presbiteri, i consacrati e operatori pastorali (che avremo modo riprendere) e una lettera alle donne e agli uomini di buona volontà.

Proprio con questo testo, tra l’altro molto breve, i vescovi si rivolgono a tutti “perché c’è un tesoro nascosto in ogni persona, che va contemplato nella sua bellezza e custodito nella sua fragilità”.

La Chiesa comincia questo cammino di rinnovamento, partendo in questo modo, perché “ascoltare e condividere” sono i primi due passi “per portare a tutti la gioia del Vangelo”.

Mi colpisce molto il primo capoverso della lettera, le cui espressioni molto calde ma genuine aprono la porta del dialogo: «tu che desideri una vita autentica, tu che sei assetato di bellezza e di giustizia, tu che non ti accontenti di facili risposte, tu che accompagni con stupore e trepidazione la crescita dei figli e dei nipoti, tu che conosci il buio della solitudine e del dolore, l’inquietudine del dubbio e la fragilità della debolezza, tu che ringrazi per il dono dell’amicizia, tu che sei giovane e cerchi fiducia e amore, tu che custodisci storie e tradizioni antiche, tu che non hai smesso di sperare e anche tu a cui il presente sembra aver rubato la speranza, tu che hai incontrato il Signore della vita o che ancora sei in ricerca o nel dubbio… desideriamo incontrarti!».

Il nostro tempo soffre di individualismo e indifferenza ma l’antropologia umana non è cambiata: nel cuore di ogni donna e di ogni uomo ci sono domande profonde, richieste inespresse, timori irrisolti, speranze e amore… Questo tempo sinodale, che ci chiede di fermarci come Chiesa per ascoltarci, può essere un tempo benedetto per tutti coloro che accoglieranno coraggiosamente l’invito a fermarsi per ascoltare il proprio cuore.

La Chiesa che vuole comunicare a tutti la gioia del Vangelo, riformando sempre se stessa sul senso pieno e autentico di cosa significa seguire il Cristo, desidera camminare assieme a tutti. La vera conversione o trasformazione sta nel passare dall’essere “di tutti” all’essere “per tutti”. Ecco l’esigenza di rallentare il passo, mettere da parte l’ansia delle cose da fare per rendersi più prossima…per renderci più prossimi! Ci auguriamo allora che il Signore benedica i suoi figli e le sue figlie.

Don Simone Zocca