Riflessione di un laico sul contributo liberale per sostenere l’impegno di tutti i sacerdoti.

LA CHIESA E’ AMABILE …SEMPRE!

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Un laico può avere oggi una coscienza di appartenenza alla chiesa fino a partecipare attivamente anche al sostentamento del clero?

Questa domanda mi  rimbalza dopo aver letto una frase di H. De Lubac che scrive: “La Chiesa è amabile sempre…”. E’ per un amore a questo soggetto che ci si è fatto presente nella nostra vita fin da quando eravamo piccoli, che ci ha accompagnato nella maturazione, nella costituzione della nostra famiglia, nell’educazione dei figli e dei nipoti oggi che mi sento di intervenire attivamente in questo momento storico, anche con un contributo che oltretutto è totalmente deducibile.

Noi siamo stati accompagnati, presi per mano nel viaggio della vita e magari riconosciamo anche qualche volto caro di Parroco, di sacerdote che ci ha continuamente ripreso perché non venisse meno la nostra speranza.

La chiesa è stata per noi lo spazio tempo in cui si è potuta costruire una presenza di popolo che ha inciso nelle nostre vite. Questo semplice riconoscimento mi fa dire che non possiamo essere estranei al suo bisogno di oggi. Anche nel deserto della pandemia, un momento di paura e di chiusura, noi siamo stati ripescati proprio da questa rete gettata nuovamente nel mare in tempesta: pensiamo soltanto alla rete  del rapporto con gli anziani chiusi nelle loro case, gli spazi che per primi hanno riaperto i battenti o non hanno mai chiuso sono proprio quelli della carità verso i soggetti più fragili, pensiamo ancora all’assistenza religiosa prestata anche in piena pandemia negli ospedali e nelle case! Alcuni patronati hanno sfidato il ripiegamento e la chiusura e hanno ripreso a seminare la speranza di una Parola, di una Presenza soprattutto per i più giovani: questo oggi non può che essere lietamente riconosciuto. La chiesa non ha arretrato come possono pensare i maligni o chi non la conosce dal di dentro. La chiesa ha combattuto la buona battaglia e ci ha fatto conservare la fede. È un gesto di riconoscenza dunque, un gesto maturo quello di una erogazione liberale per sostenere materialmente i sacerdoti. E’ il riconoscimento di chi sente di aver avuto davanti dei pastori che non hanno avuto paura del lupo ma ci hanno difeso …fino al dono della loro propria vita! (si pensi soltanto a quanti sacerdoti sono morti nell’espletamento del loro ministero soprattutto in certe zone del paese…)

Certo ci possono essere state delle criticità, dovute anche all’invecchiamento del clero e alla mancanza talora di vocazioni che sopperiscano in questo momento alla fragilità, ma io capisco che anche così, con il segno semplice, tangibile, libero di una offerta io restituisco gratuitamente ciò che ho gratuitamente ricevuto. Per questo da laico libero e adulto  sostengo questo gesto unico in un anno per dire il mio grazie e rinnovare la mia convinzione di una Santa Madre Chiesa  amabile sempre.

Davide Cecchini

 

per approfondimenti www.unitineldono.it