Comprendere la Bibbia - 64

I primi profeti nei due regni: Elia ed Eliseo (I) 

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È nel regno del nord (Israele), il più minacciato dall’idolatria straniera, che nel IX sec. a.C. si levò colui che sarà il capofila dei profeti, Elia di Tisbe. Elia significa “Jhwh è il mio Dio”, tutto un programma. Austero, indomabile, egli sarà il campione dei diritti di Dio e dell’uomo.

Il re Acab di Israele (875-853), figlio e successore di Omri, aveva sposato Gezabele, figlia del re di Tiro, che divenne il suo cattivo genio. La regina Gezabele sognava di riunire i Fenici e gli Israeliti intorno alla religione di Baal, divinità della fecondità, e fece di tutto per imporre il culto di Baal perseguitando i fedeli di Jhwh. Elia, spuntando dal deserto, condannò i crimini della coppia reale e annunciò come castigo una terribile siccità. In tal modo il re doveva rendersi conto che il padrone delle forze della natura non era Baal, ma Jhwh. Elia però dovette fuggire dall’ira del re, rifugiandosi presso il torrente Kerit a est del Giordano, dove fu sostentato miracolosamente da un corvo che ogni giorno gli portava pane e carne. Una volta prosciugatosi il torrente a causa della siccità, Elia si recò a Sarepta di Sidone. Qui incontrò una vedova alla quale chiese qualcosa da mangiare. La donna replicò che le era rimasta solo una manciata di farina nella giara e poco olio nell’orcio. Ma per disposizione del profeta la farina nella giara e l’olio nell’orcio non vennero meno, cosicché durante la carestia ci fu di che sfamarsi. Un giorno il figlio della vedova morì, ed Elia risvegliò il ragazzo alla vita.

Uno degli episodi più ammirati nella vita di Elia è la grandiosa sfida lanciata ai 450 sacerdoti di Baal sul monte Carmelo. Elia chiese al re Acab di radunare il popolo sul Carmelo: un giudizio di Dio doveva costringere il popolo indeciso a scegliere se servire Baal o Jhwh. Il vero Dio avrebbe fatto scendere fuoco dal cielo per distruggere uno dei due tori posti come vittime per l’olocausto, uno dai sacerdoti di Baal sul proprio altare, e l’altro da Elia sull’altare di Jhwh. I profeti di Baal invocarono il loro dio tutto il giorno ma non accadde nulla. Quando verso sera Elia invocò Jhwh, cadde un fuoco dal cielo che, nonostante il profeta avesse fatto versare sull’altare e sulla vittima numerose giare d’acqua, incenerì la vittima. A questo punto tutto il popolo riconobbe Jhwh come Dio, ed Elia poté procedere contro i sacerdoti di Baal. Elia avrebbe rivissuto anche l’esperienza spirituale di Mosè contemplando Dio sul Sinai.

L’episodio più rilevante nella vicenda di Elia è tuttavia la sua “ascensione” al cielo. Lasciando indietro solo il suo mantello profetico, venne portato via su un carro trainato da cavalli di fuoco, cosa che ha fatto entrare Elia nella leggenda. Si cominciò a pensare che il suo ritorno avrebbe annunciato la venuta del Messia (Ml 3,23). Per questo, alcuni Giudei erano pronti a riconoscere Elia in Giovanni Battista, o nello stesso Gesù (Mt 16,14). Nei Vangeli, il racconto della Trasfigurazione (Mt 17,3 e paralleli) pone accanto a Gesù glorificato Mosè ed Elia. L’uno rappresenta la Legge e l’altro i profeti, e ambedue rendono testimonianza a Gesù Cristo.

Dopo Elia, il suo discepolo e successore Eliseo (= “Dio ha soccorso”) ripeté gli stessi prodigi per difendere la fede in Jhwh in seno al Regno del Nord, insanguinato dai colpi di Stato che vi si succedevano. Eliseo, figlio di Safat, fu chiamato da Elia alla missione profetica mentre arava il terreno con dodici paia di buoi (1Re 19,19-21). Come testimone dell’ascensione di Elia ne fu costituito erede e continuatore della missione (2Re 2,91) che si esplicò in attività profetica e taumaturgica. Per suo intervento cadde la dinastia di Omri, e la casa di Jehu regnò su Israele (2Re 9). Come il suo maestro, fu un accanito avversario del culto di Baal. Le vicende di Elia ed Eliseo non sono riportate in un libro che porta il loro nome, ma nel primo e secondo libro dei re (1Re 17 – 2Re 13).

Gastone Boscolo