Lutto in Diocesi

L’ultima Messa di Mons. Luigi Pagan, il sacerdote più anziano

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Mons. Luigi Pagan ci ha lasciato quasi di nascosto, passando dalla notte di una rapida agonia alla pace del ‘giorno che non tramonta’.  Ha risposto a un appuntamento misterioso, che era segnato nel libro di Dio, e che tuttavia lascia un vuoto nel nostro cuore.

Una lunga vita la sua, 95 anni, segnati dalla vocazione al presbiterato, che egli ricevette nel 1952, e poi dal  ministero: per una decina d’anni come cappellano a S. Giuseppe  di Cavarzere, a Pettorazza Grimani e Papafava, a S. Anna di Chioggia, a S. Giacomo e a Brondolo; per un anno come vicario economo a Dolfina; quindi un tipo di servizio più nascosto, ma non meno delicato e impegnativo, come cappellano dell’ospedale civile di Chioggia: cappellano apprezzato per un buon trentennio (1963-94). Da ultimo, per 16 anni, impegnato in questa cattedrale come collaboratore e poi canonico residenziale.

Gli anni trascorsi nelle parrocchie l’avevano formato a gioiosa fraternità, quelli  trascorsi in ospedale gli hanno dilatato il cuore alla compassione, che egli esprimeva come vicinanza ai pazienti: li ascoltava e li incoraggiava, passando ogni giorno verso sera per i vari reparti, a benedire e, all’occorrenza, sostenere con i sacramenti della Chiesa. Si faceva chiamare anche di notte, per l’unzione degli infermi! Quelli del ministero in ospedale furono gli anni che egli, più di qualche volta, ricordava nelle conversazioni, con particolare apprezzamento di alcuni medici primari, come il dott. Padoan e il prof. Casson.

Nel suo breve testamento spirituale, steso nel 25° di ordinazione e confermato il 12 ottobre ’94, si dice lieto “di aver donato la vita  per il bene delle anime” nelle varie parrocchie in cui era stato inviato a svolgere il ministero. E continua: “L’educazione che ho ricevuto dal santo sacerdote Don Giovanni Calabria è stata per me la valvola di sicurezza per mantenermi fedele al Signore e per vivere la mia vita sacerdotale secondo i desideri di Cristo Gesù, sommo ed eterno Sacerdote”.

Ai vari servizi, affidatigli in successione dai rispettivi vescovi, egli ha atteso con la vigilanza e la responsabilità che caratterizzano la vita dei discepoli, di cui parla il Vangelo.

Una cosa che non va dimenticata: quella sua Messa celebrata o concelebrata tutti i giorni – in questi ultimi anni a S. Andrea o a S. Giacomo durante la settimana, la domenica in cattedrale – fino al giorno prima del decesso.

Mons. Pagan aveva imparato dalla vita a chiedere con pazienza e a perseverare con costanza.   Sul carattere tendenzialmente mite di don Luigi e sulla sua vita umile pensiamo che risuonino quelle sante parole di Gesù: “Bene, servo buono e fedele, poiché sei stato fedele nel poco , sarai erede nel molto: entra nella gioia del tuo Signore”.

Ora, per lui, è scaduto il tempo in cui presiedeva l’Eucaristia e invitava i fedeli a partecipare alla Cena del Signore. E’ giunto il momento di sedere a tavola, al ‘banchetto eterno’ della felicità piena e duratura.

dall’omelia di don Giuliano Marangon