Comprendere la Bibbia - 52

Isacco, Esaù e Giacobbe

Giacobbe-Esau
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Le vicende di Isacco e dei suoi figli Esaù e Giacobbe sono narrate in Genesi cc. 24-36. Abramo, ormai vecchio e ansioso di vedere il figlio Isacco sposato con una donna del suo popolo e non con una cananea, manda il servo più anziano a cercare moglie per il figlio. Il servo giunge a Nacor e attende presso il pozzo della città che giunga una donna ad attingervi acqua. Giunge Rebecca che, dopo aver attinto acqua, ne offre anche al servo e ai suoi animali. Rebecca rivela la sua parentela con Abramo, il servo prende accordi con la famiglia di lei per il matrimonio con Isacco. I primi figli di Isacco e Rebecca sono i gemelli Esaù e Giacobbe. Sia nell’aspetto esterno che interiormente erano due fratelli molto diversi, il conflitto tra loro inizia fin dal seno materno dove si urtano a vicenda. Anche alla nascita si manifesta la loro rivalità, Giacobbe afferra il calcagno di Esaù quasi a volergli impedire di venire alla luce per primo e acquisire così il diritto alla primogenitura. Esaù, molto peloso, era un uomo rozzo, violento, amante della caccia, mentre Giacobbe, dalla carnagione delicata, era tranquillo e riflessivo, calcolatore e scaltro, e preferiva starsene nelle tende. Un giorno Esaù rientra esausto e affamato, e per l’astuto Giacobbe è facile trarre in inganno il fratello, e subentrargli nei diritti di primogenitura per un piatto di lenticchie. Al padre Isacco, ormai cieco e debilitato dalla vecchiaia, dietro suggerimento della madre, Giacobbe si presenta camuffato da Esaù, con addosso una pelle di capra, e carpisce con l’inganno la benedizione paterna riservata al primogenito. Questa volta Esaù s’infuria e decide di uccidere il fratello. Rebecca consiglia a Giacobbe di riparare presso lo zio Labano fino a quando l’ira di Esaù non si fosse placata.

Lungo il viaggio, Giacobbe vede in sogno una scala che dalla terra raggiunge il cielo e su di essa angeli che salivano e scendevano. In cima gli appare Dio, che assicura a lui e alla sua discendenza la terra di Canaan. Giunto presso lo zio Labano a Carran, Giacobbe s’innamora di Rachele, figlia dello zio, e per averla in moglie lavora sette anni. Passati i sette anni Labano, la notte delle nozze, introduce nella camera nuziale di Giacobbe invece della bella Rachele la sorella Lia, meno attraente. Giacobbe non se ne accorge perché la sposa doveva presentarsi coperta di veli. Il mattino dopo scopre l’inganno, e Labano ne calma l’ira promettendogli che gli avrebbe dato in sposa anche Rachele se avesse lavorato per lui altri sette anni. Giacobbe amava Rachele ma non si curava di Lia. Ci pensò Dio a compensare lo squilibrio tra le due sorelle, rendendo Lia fertile e lasciando Rachele senza figli. Alla fine, Dio ascoltò le suppliche di Rachele e anche lei ebbe un figlio, Giuseppe.

Giacobbe decide di lasciare lo zio Labano e di tornare in patria. Al fiume Jabbok lotta fino all’alba con un personaggio misterioso (Dio), e lo lascia andare solo dopo aver ricevuto la sua benedizione. A partire da questo momento Giacobbe riceve un nuovo nome: Israele. Giunto in Canaan, Giacobbe si riconcilia con il fratello Esaù. Nei pressi di Efrata (Betlemme), Rachele dà alla luce il suo secondo figlio, Beniamino, ma muore durante il parto e viene sepolta sul luogo. A Mamre, nei pressi della attuale Hebron, Giacobbe perde anche il padre Isacco. Con la morte di Isacco e Rachele il racconto passa a narrare le vicende di Giuseppe (Gen cc. 37-50).

È significativo il modo in cui la Bibbia presenta Isacco e i fratelli Esaù e Giacobbe, ci ricorda infatti che Dio per realizzare i suoi progetti si serve anche delle debolezze e astuzie degli uomini. L’incontro tra Dio e l’umanità percorre talvolta vie strane e paradossali.

Gastone Boscolo