Comprendere la Bibbia - 49

L’istruzione presso gli ebrei

Facebooktwitterpinterestmail

Il sistema di istruzione degli ebrei si sviluppò con il procedere della loro civiltà e fu influenzato dalle usanze delle nazioni circostanti. All’inizio l’istruzione aveva il suo centro nella casa. Sia per i bambini che per le bambine, nei primi tre anni l’istruzione spettava alla madre (probabilmente il termine coincideva con lo svezzamento). Toccava ancora a lei insegnare alle bambine i doveri riguardanti la casa per tutto il tempo della loro fanciullezza. Ai ragazzi, iniziando da quando avevano tre anni, il padre insegnava la Legge ed era anche suo compito insegnare un mestiere. Nella Mishnah si legge: «Colui che non insegna a suo figlio un mestiere utile lo fa crescere perché diventi un ladro». Gesù non era solo il figlio del falegname (Mt 13,55), ma anche un falegname (Mc 6,3).

Quando i santuari cominciarono a far parte della vita del popolo di Israele, coloro che vi lavoravano diedero inizio a una qualche forma sistematica di istruzione. Samuele fu istruito dal sacerdote Eli a Silo (1Sam 1,24). Lo stesso Samuele iniziò una scuola di profeti a Rama (1Sam 19,18-21), e da questa ebbero origine una sorta di scuole teologiche (2Re 2,5-7; Is 8,16). In questi centri assumeva grande importanza la registrazione scritta dei fatti storici. Benché il popolo dovesse ancora assistere alla lettura della legge (Dt 31,9-13), vi era un considerevole numero di persone capaci di leggere e scrivere. Il libro dei Giudici narra che un giovane fu in grado di scrivere per Gedeone una lista di nomi (8,14). Quando il re Ezechia fece costruire sotto la città di Gerusalemme un tunnel, per garantire alla città l’approvvigionamento d’acqua in caso di assedio, gli operai che eseguirono il lavoro furono in grado di incidere un’iscrizione sul muro nel punto in cui le due squadre si incontrarono.

Al tempo dei Maccabei (II sec. a.C.), oltre un secolo prima di Gesù, molte famiglie ebree possedevano rotoli contenenti parti delle Scritture e rotoli su cui vi erano brani scelti appositamente per i bambini. Questo fa capire che già a quei tempi vi era un buon livello di alfabetizzazione. Sono due i Rabbi che si ritiene abbiano incoraggiato l’istruzione dei giovani. Una settantina di anni prima di Gesù, Shimon Ben Shetah aprì delle scuole e pose le basi di un buon sistema elementare. Joshua di Gamala introdusse scuole in tutte le città e fu un grande sostenitore dell’istruzione obbligatoria per tutti i bambini maschi a partire dall’età di sei anni. Le tradizioni rabbiniche ci dicono inoltre che, da un punto di vista religioso, si stabilì che era illegale per una famiglia vivere dove non ci fosse una scuola. Ogni comunità in cui ci fossero almeno 25 bambini era obbligata a nominare un maestro di scuola. La scuola era unita alla sinagoga e il maestro era un dipendente della sinagoga; le lezioni però si potevano tenere anche all’esterno in qualche angolino tranquillo, all’ombra. Gli alunni si sedevano per terra a semicerchio attorno al loro maestro.

La lingua comunemente parlata dopo l’esilio babilonese era l’aramaico. L’ebraico continuò però a essere una lingua viva, conosciuta dalla maggior parte delle persone e usata nella liturgia sinagogale e templare. I testi sacri che costituivano oggetto di studio erano in ebraico. Un bambino di cinque anni poteva benissimo apprendere l’alfabeto a casa e imparare a leggere e a scrivere semplici parole anche prima di andare a scuola.

Il materiale scrittorio per le esercitazioni era costituito da pezzi di argilla spezzata (ostraca) o tavolette di cera. Le penne erano pezzi di canna appuntiti. L’inchiostro usato era fatto con fuliggine, resina, olio di oliva e acqua.

Gastone Boscolo