Sguardo Pastorale

I MINISTERI LAICALI ISTITUITI

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Ancora lo scorso 10 gennaio Papa Francesco ha pubblicato una sua lettera apostolica, in forma di “motu proprio”, dal titolo Spiritus Domini con la quale ha modificato la regolamentazione dell’accesso ai ministeri laicali istituiti. In quella lettera ci si riferisce agli unici due ministeri laicali istituiti nella Chiesa, cioè riconosciuti come servizi stabili ed essenziali nella comunità ecclesiale: il lettorato e l’accolitato (questa settimana il papa ha istituito un terzo ministero, quello del catechista, ma su questo ritorneremo la prossima volta).

A questi due ministeri si poteva accedere solo se maschi. Tale scelta era stata fatta dall’allora Papa Paolo VI quando riformò i cosiddetti ordini minori, che fino ad allora erano previsti per i candidati al diaconato e al presbiterato, eliminandoli e mantenendo solo il lettorato e l’accolitato come ministeri istituiti sia per il cammino di formazione umana e spirituale dei candidati agli ordini sacri sia aprendoli ai laici ma solo maschi. Questi ministeri, infatti, erano sempre stati conferiti in vista dell’accesso al sacramento dell’ordine, che è riservato ai soli uomini, e non si voleva prestare il fianco ad errate interpretazioni in chi avrebbe potuto leggervi una apertura del sacerdozio ministeriale alle donne.

Ora, Papa Francesco ha posto fine proprio alla vessata questione sull’accesso o meno delle donne ai ministeri istituiti. Questa sua decisione non si pone in contraddizione con la prassi instaurata dal suo predecessore perché ha ritenuto importante rispondere alle attuali esigenze della Chiesa, essendosi ormai rasserenato il clima in ambito teologico e ritenendo più che consolidata – anche dagli interventi magisteriali – la dottrina ecclesiale sul ministero ordinato maschile.

Il passaggio centrale dello scritto pontificio evidenzia proprio questo: «Alcune Assemblee del Sinodo dei Vescovi hanno evidenziato la necessità di approfondire dottrinalmente l’argomento, in modo che risponda alla natura dei suddetti carismi e alle esigenze dei tempi, offrendo un opportuno sostegno al ruolo di evangelizzazione che spetta alla comunità ecclesiale». L’avvio e lo sviluppo di questo approfondimento dottrinale «ha messo in luce come determinati ministeri istituiti dalla Chiesa hanno per fondamento la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel Sacramento del Battesimo; essi sono essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il Sacramento dell’Ordine».

Non siamo di fronte ad un adeguamento ai tempi o ad una qualche concessione in vista di qualcos’altro ma ad una scelta fatta in coerenza con la natura di questi ministeri che hanno la loro radice nel battesimo, per cui possono essere affidati a tutti i fedeli, sia uomini che donne. Siamo di fronte ad una scelta che non svilisce niente, anzi che vuole valorizzare questi servizi liturgico-pastorali con una adeguata formazione dei destinatari e discernimento su di essi, per il bene della comunità cristiana. La Chiesa dunque si impegna a non lasciare più questi servizi in balia dell’occasionalità e improvvisazione a cui spesso sono soggetti.

Don Simone Zocca